INCREDIBILE MA VERO

Scissione M5S: Di Maio rischia di pagare la multa che aveva introdotto per i "voltagabbana"

I "contiani" spingono per "andare alla cassa" e chiedere il pagamento del provvedimento punitivo introdotto per chi avesse "cambiato casacca".

Scissione M5S: Di Maio rischia di pagare la multa che aveva introdotto per i "voltagabbana"
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Tanto tuonò che alla fine piovve. E ora dopo la scissione che si è formalizzata nel Movimento 5 Stelle, l'ormai ex leader Luigi Di Maio potrebbe essere costretto a pagare una multa da 100mila euro. Con una sorta di legge del contrappasso, perché quel provvedimento punitivo lo aveva voluto proprio l'attuale Ministro degli Esteri.

Lo scontro, la frattura insanabile all'intero del Movimento 5 Stelle tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, culminato con la scissione e la nascita di Insieme per il futuro, si arricchisce già di una nuova puntata che "promette" scintille.

Di Maio e la multa di 100mila euro...per i voltagabbana

Come detto, ironia del destino, la multa di 100mila euro era stata voluta proprio da Di Maio per scongiurare il "pericolo" di voltagabbana, il rischio di veder entrare parlamentari a Camera e Senato e poi vederli cambiare casacca.

Considerazioni per le quali in questi giorni proprio Di Maio (che aveva richiamato sul tema l'esempio di alcuni stati europei, su tutti il Portogallo) è al centro di numerosi attacchi, anche ironici, da chi ora gli contesta appunto l'uscita dal Movimento 5 Stelle e la permanenza in Parlamento.

E ora i contiani per quei 100mila vogliono "passare alla cassa".

Soldi indietro: i pentastellati spingono, Conte "frena"

Delusi, arrabbiati, decisi forse a dare un segnale, i "contiani", i fedelissimi del Movimento 5 Stelle vorrebbero dunque ora "farla pagare" a Di Maio, anche se in questi anni, di fronte a varie, numerose (alcune anche non indolori) uscite dal M5S a nessuno è stata fatta pagare la multa di 100mila euro.

Un passaggio che forse potrebbe essere evitato anche a Di Maio al quale in soccorso un po' a sorpresa è arrivato proprio Giuseppe Conte:

"Vediamo, non c'è rancore, gli auguro buona fortuna. Di Maio ha fatto la storia del Movimento 5 Stelle".

Le nuove "dinamiche" alla Camera e al Senato (e nel Governo)

Come ormai noto, la scissione di Di Maio, dopo mesi di tante turbolenze all'interno dei pentastellati, non è stata indolore per tanti motivi: di "prestigio" (come riconosciuto appunto da Giuseppe Conte), numerici (ora il M5S non è più il gruppo più rappresentativo e ha ceduto il passo alla Lega) e di possibile tenuta della maggioranza e di equilibri del Governo, anche se ad esempio il premier Mario Draghi non sembra intenzionato a un rimpasto.

Anche se non si può non tener conto che Insieme per il futuro (50 deputati e 11 senatori) abbia sovrastimato nell'Esecutivo:

Oltre al principale referente nel governo (Di Maio) sono usciti dal M5S i viceministri Pierpaolo Sileri (alla Salute) e Laura Castelli (Economia), oltre che i sottosegretari Manlio Di Stefano (Esteri), Anna Macina (Giustizia) e Dalila Nesci (Coesione territoriale).

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