La proposta

La Lega lancia l’Osservatorio sull’islamizzazione e vuole vietare il velo a scuola

Sarà composto da parlamentari, membri del governo, sindaci e consiglieri comunali che vigileranno anche su patriarcato e moschee irregolari

La Lega lancia l’Osservatorio sull’islamizzazione e vuole vietare il velo a scuola

Alla Camera dei Deputati, la Lega ha presentato un nuovo pacchetto di proposte in materia di sicurezza, ponendo al centro del dibattito politico un tema che il partito definisce “cruciale per il futuro del Paese”: l’islamizzazione e i rischi connessi ai fenomeni di radicalizzazione e violazioni dei diritti individuali.

Durante l’incontro, le europarlamentari Susanna Ceccardi, Anna Maria Cisint e Silvia Sardone hanno illustrato le principali linee del progetto, sottolineando la volontà della Lega di introdurre strumenti di monitoraggio, prevenzione e controllo più incisivi rispetto alle attuali politiche in materia di immigrazione e integrazione.

Osservatorio nazionale sull’islamizzazione

A prendere per prima la parola è stata Susanna Ceccardi, che ha illustrato il cuore della nuova iniziativa:

“Lanciamo la proposta di un Osservatorio nazionale sui fenomeni dell’islamizzazione, a cui parteciperanno non soltanto i parlamentari, sottosegretari e membri del governo della Lega, ma anche i sindaci.”

L’Osservatorio, ha spiegato Ceccardi, sarà composto da 20 primi cittadini selezionati da tutta Italia attraverso il Dipartimento degli Enti Locali del partito. Il loro compito sarà quello di monitorare e raccogliere segnalazioni su moschee irregolari, episodi di abusivismo, pratiche legate al patriarcato islamico, alla sottomissione delle donne, all’imposizione del velo sulle minori e ai ricongiungimenti familiari poligamici.

L’obiettivo, ha proseguito, è quello di individuare nuovi strumenti normativi per affrontare “un fenomeno incipiente di islamizzazione che vuole conquistarci”.

“Vogliamo anche inasprire le pene per le mutilazioni genitali femminili e per i matrimoni forzati”, ha precisato Ceccardi. “Dobbiamo ribadire due concetti chiave: la sicurezza è prodromica alla libertà dell’individuo e deve essere sempre tutelata e garantita; l’islamizzazione porta con sé in Italia e in Europa fenomeni incompatibili con il nostro ordinamento costituzionale e giuridico e va fermata.”

Cisint: “Limitare la presenza sregolata è un aiuto ai sindaci”

La collega Anna Maria Cisint, sindaca di Monfalcone, ha portato la propria esperienza amministrativa come esempio concreto delle difficoltà legate alla gestione dei flussi migratori e alla convivenza tra culture differenti.

“Da sindaco ho governato una città per quasi dieci anni dove un cittadino su tre è straniero e quasi il 95 per cento del welfare a bilancio va agli extracomunitari”, ha ricordato.

Secondo Cisint, la proposta dell’Osservatorio rappresenta “un supporto a tutti i sindaci” e serve a “limitare la presenza sregolata dei numeri degli extracomunitari”.

Ha inoltre ricordato come proprio da Monfalcone sia partita “la prima stretta sui ricongiungimenti familiari”, misura che – unita a quella ora annunciata – mira a ridurre “l’impatto sul welfare e il pericolo di radicalizzazione”.

“Finché l’islam non accetta di sottoscrivere il rispetto anche formale delle leggi italiane tramite un patto con lo Stato, rigettando le regole della Sharia che sono in contrasto con il nostro ordinamento e i nostri valori, non ci potrà essere alcuna moschea nella piena legalità”, ha dichiarato Cisint.

La stessa eurodeputata ha confermato l’avvio dell’Osservatorio anti-radicalizzazione, “governato” congiuntamente da lei, Ceccardi e Sardone, a cui potranno aderire sindaci ed esperti. È già iniziata, ha aggiunto, una mappatura dei centri islamici presenti in Italia, molti dei quali risultano “irregolari”.

Fra le altre iniziative in programma, Cisint ha indicato la creazione di un registro per gli imam e per le associazioni religiose, con l’obbligo di pubblicare i bilanci e garantire la tracciabilità dei finanziamenti.

“Va da sé che le moschee irregolari vanno chiuse – ha aggiunto – e che la norma sul divieto di utilizzo del velo integrale in luogo pubblico sarà già presente nel primo disegno di legge in approvazione.”

Sardone: “Il velo è uno strumento di sottomissione”

A concludere l’incontro è stata Silvia Sardone, vicesegretaria e eurodeputata della Lega, che ha ribadito l’impegno del partito nel contrastare l’islamizzazione “con fermezza e continuità”.

“Sull’islamizzazione la Lega si distingue per impegno e costanza nell’affrontare questa battaglia che riteniamo sarà la più importante dei prossimi decenni”, ha detto.

Sardone ha ricordato che tra le norme già pronte ci sono quelle sul divieto di velo integrale nei luoghi pubblici e sull’introduzione di un reato specifico per punire chi costringe con violenza o minaccia qualcuno a indossarlo.

“Su questi temi – ha proseguito – lanciamo una proposta ancor più coraggiosa: vietare il velo islamico anche nelle scuole, come già avviene o è stato proposto in molti Paesi europei, anche dove governano i socialdemocratici. Sarebbe una scelta non solo di sicurezza ma soprattutto di tutela della libertà e di vera integrazione.”

Per la Lega, il velo islamico rappresenta “uno strumento di oppressione e sottomissione” e la sua diffusione nelle scuole o nei luoghi pubblici costituisce “un segnale di arretramento culturale”.

“Le cronache – ha ricordato Sardone – sono piene di episodi in cui ragazze musulmane vengono minacciate o picchiate perché osano vivere all’occidentale e opporsi a costrizioni religiose. Per questo lavoriamo anche a norme contro l’islamizzazione nelle scuole e nelle università, dopo episodi preoccupanti come gli istituti chiusi per il Ramadan o le aule di preghiera islamica negli atenei.”

Sardone ha concluso ribadendo la posizione del partito sulla cittadinanza, affermando che le norme per la concessione dovrebbero essere “inasprite” e che occorre introdurre test più rigorosi di lingua e integrazione per chi intende ottenere il passaporto italiano.

Salvini detta la linea

A confermare la linea, a mezzo social, è il leader del Carroccio e vicepremier Matteo Salvini.

“Gli pseudo-centri culturali islamici che sono totalmente illegali, vanno censiti e, dal mio punto di vista, vanno chiusi. La mia posizione è chiara: fino a che la religione islamica non sottoscriverà un impegno con la Repubblica Italiana, come hanno fatto tante altre confessioni religiose, non va concesso neanche mezzo metro quadro di spazio”.