Vi immaginate un Europeo giocato in Italia senza partite a San Siro o a Milano? Beh, lo scenario potrebbe concretizzarsi in occasione di Euro 2032, che il nostro Paese si dividerà con la Turchia.
A lanciare l’allarme è stato il presidente della Figc Gabriele Gravina dopo lo sfogo del sindaco del capoluogo lombardo Beppe Sala.
Euro 2032, Milano rischia di non esserci
La questione San Siro è ormai nota e approderà in Consiglio comunale a Milano oggi, giovedì 25 settembre 2025. La delibera di cessione dell’impianto a Milan e Inter – importante anche dal punto di vista politico dato che rappresenta un banco di prova fondamentale per la maggioranza – può contare al momento su 24 voti. Serve però quello decisivo (ancora incerto) del consigliere Marco Fumagalli della lista Sala, ancora in sospeso. In alternativa Sala sarebbe costretto a chiedere una “stampella” al Centrodestra, e l’esito positivo non sarebbe scontato.
Lo stesso Sala si è detto “sfinito” dalla questione:
“Questa è una decisione che condizionerà il futuro di Milano e va giudicata nel lungo termine. Oggi non mi sento di dire più niente a nessuno. Sono sfinito anche io da questa faccenda, ma sento di avere la coscienza a posto perché ho messo tutta la mia competenza e determinazione”.

A stretto giro sono arrivate anche le parole del numero uno della Figc Gabriele Gravina, che spinge per trovare una soluzione che permetta a Milano di essere protagonista all’Europeo:
“Lo stadio Meazza non risponde ai requisiti richiesti dalla Uefa per ospitare l’Europeo. L’augurio che mi sento di fare è che la parte politica, d’accordo con lnter e Milan, riesca a trovare la migliore soluzione per Milano”.

Euro 2032: la situazione degli stadi italiani
L’Europeo 2032 sarà a metà tra Italia e Turchia, con cinque stadi per ciascuna. Ma se a Istanbul non hanno molti problemi (delle dieci città che si sono candidate, ben nove hanno impianti già a norma per le regole Uefa), da noi la situazione è decisamente più complessa.
L’unico stadio che attualmente rispetta i parametri è l’Allianz di Torino. L’Olimpico di Roma – che necessita comunque degli interventi di ristrutturazione – è vicino a rientrarci.
Per il resto, hanno espresso la propria candidatura – oltre a Milano – anche Firenze, Bologna, Bari, Napoli, Genova, Verona e Cagliari.
In tutte queste ci sarebbero lavori da fare, ma la situazione è al momento più delineata rispetto a Milano, dove la questione della vendita (o della realizzazione di due nuovi impianti) rischia di allungare i tempi oltre il limite.