La sentenza

La Corte dei diritti umani condanna l'Italia: "A rischio la vita di 2,9 milioni di abitanti della Terra dei fuochi"

L'Italia ha due anni di tempo per mettere insieme un sistema di controllo, prevenzione e comunicazione

La Corte dei diritti umani condanna l'Italia: "A rischio la vita di 2,9 milioni di abitanti della Terra dei fuochi"
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L'Italia, pur riconoscendo la gravità della situazione, non ha preso le dovute misure a tutela degli abitanti della Terra dei fuochi, mettendone a rischio la vita. La Corte europea dei diritti umani (Cedu) condanna le autorità del nostro Paese per la drammatica situazione dell'area campana coinvolta nell'interramento di rifiuti tossici dei decenni scorsi. (nella foto di copertina l'intervento dei Vigili del fuoco impegnati a spegnere un rogo di rifiuti speciali e tossici sotto un cavalcavia di una strada provinciale ad Afragola)

Terra dei fuochi, la Cedu condanna l'Italia

La sentenza pronunciata in queste ore dalla Cedu è definitiva e stabilisce che l'Italia deve introdurre misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno dell'inquinamento in questione. 

Il rischio per la vita degli abitanti della Terra dei fuochi è stato riconosciuto dalla corte come "sufficiente grave, reale e accertabile", tanto da qualificarlo come "imminente".

Pur riconoscendo che le autorità italiane hanno preso atto del problema, secondo i giudici i progressi nel valutare l'impatto dell'inquinamento sono stati troppo lenti, in un momento in cui serviva agire rapidamente. Inoltre, la Corte ha valutato che "non ci siano prove sufficienti di una risposta sistematica, coordinata e completa da parte delle autorità nell'affrontare la situazione della Terra dei Fuochi", oltre al fatto che il nostro Paese non è riuscito a dimostrare di aver preso tutte le misure possibili per combattere lo smaltimento illegale di rifiuti.

"Data l'ampiezza, la complessità e la gravità della situazione, era necessaria una strategia di comunicazione completa e accessibile, per informare il pubblico in modo proattivo sui rischi potenziali o reali per la salute e sulle azioni intraprese per gestire tali rischi. Questo non è stato fatto. Anzi, alcune informazioni sono state coperte per lunghi periodi dal segreto di Stato", scrive la Cedu.

I ricorsi

La sentenza emessa nella mattinata di giovedì 30 gennaio 2025 è figlia dei ricorsi di cinque associazioni e 41 soggetti singoli, che invocavano gli articoli 2 (diritto alla vita) e 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. I  ricorrenti sostenevano che, pur essendo a conoscenza del decennale scarico, interramento e incenerimento da parte di associazioni criminali, le autorità non abbiano adottato alcuna misura per proteggerli, né hanno fornito loro alcuna informazione al riguardo.

Non tutti sono stati però accettati: in particolare sono state rigettate le richieste delle associazioni (ritenute non direttamente interessate dalla questione) e di alcuni singoli, che non sono riusciti a dimostrare con prove sufficienti che i loro parenti vivessero nelle aree interessate.

Cosa succede ora

Ma cosa succede adesso? Nella sentenza è stabilito che l'Italia ha due anni di tempo per mettere in campo misure in grado di contrastare in modo efficace il fenomeno dell'inquinamento del suolo, ma anche istituire un sistema di monitoraggio indipendente e un meccanismo di comunicazione pubblica.

Quali sono i Comuni della Terra dei fuochi

La Terra dei fuochi comprende un territorio di 1076 km², nel quale sono situati 57 Comuni, nei quali risiedono quasi tre milioni di abitanti: 33 Comuni sono nella provincia di Napoli e 24 in quella di Caserta. È compresa quasi l'intera provincia napoletana, mentre del Casertano è colpita soprattutto la parte meridionale e sud-occidentale.

I Comuni che fanno parte della Terra dei fuochi sono i seguenti:

  • Acerra,
  • Arienzo,
  • Aversa,
  • Bacoli,
  • Brusciano,
  • Boscoreale,
  • Boscotrecase,
  • Caivano,
  • Camposano,
  • Cancello ed Arnone,
  • Capodrise,
  • Capua,
  • Carinaro,
  • Carinola,
  • Castellammare di Stabia,
  • Casagiove,
  • Casal di Principe,
  • Casaluce,
  • Casamarciano,
  • Casapesenna,
  • Casapulla,
  • Caserta,
  • Castel Volturno,
  • Castello di Cisterna,
  • Cellole,
  • Cervino,
  • Cesa,
  • Cicciano,
  • Cimitile,
  • Comiziano,
  • Curti,
  • Ercolano,
  • Falciano del Massico,
  • Francolise,
  • Frignano,
  • Giugliano in Campania,
  • Grazzanise,
  • Gricignano di Aversa,
  • Lusciano,
  • Macerata Campania,
  • Maddaloni,
  • Marcianise,
  • Mariglianella,
  • Marigliano,
  • Melito di Napoli,
  • Mondragone,
  • Monte di Procida,
  • Nola,
  • Orta di Atella,
  • Parete,
  • Pomigliano d’Arco,
  • Portico di Caserta,
  • Pozzuoli,
  • Pompei,
  • Qualiano,
  • Quarto,
  • Recale,
  • Roccarainola,
  • San Cipriano d’Aversa,
  • San Felice a Cancello,
  • San Marcellino,
  • San Marco Evangelista,
  • San Nicola la Strada,
  • San Paolo Bel Sito,
  • San Prisco,
  • San Tammaro,
  • San Vitaliano,
  • Santa Maria a Vico,
  • Santa Maria Capua Vetere,
  • Santa Maria la Fossa,
  • Sant’Arpino,
  • Saviano,
  • Scisciano,
  • Sessa Aurunca,
  • Succivo,
  • Teverola,
  • Trentola-Ducenta,
  • Tufino,
  • Villa di Briano,
  • Villa Literno,
  • Villaricca,
  • Visciano,
  • Portici,
  • San Giorgio a Cremano,
  • Terzigno,
  • Torre Annunziata,
  • Torre del Greco,
  • Trecase.

Perché si chiama Terra dei fuochi

L'appellativo Terra dei fuochi è legato all'abbandono incontrollato di rifiuti, seguito quasi sempre dalla combustione degli stessi: sono stati proprio questi roghi a ispirare il nome con cui è denominata l'area.

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