John Elkann in Parlamento: "Senza Stellantis, auto in Italia sarebbe scomparsa". Duro attacco della Lega
Elkann ha parlato anche dell'impatto delle guerre sull'automotive: "Riteniamo che non sia una scelta tra industria dell'auto e l'industria bellica. Si possono avere due industrie forti"

Stellantis ha confermato la centralità dell'Italia nella propria strategia e assicurato che gli investimenti annunciati per le fabbriche lo scorso dicembre proseguiranno. Parole rassicuranti quelle del presidente John Elkann, il quale è intervenuto in Parlamento in occasione delle comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo sul riarmo. Il suo intervento si è svolto in un clima di dialogo, sebbene non siano mancati attacchi da parte di alcuni esponenti politici.
Elkann: "Stellantis tra i primi costruttori al mondo"
"Ci siamo preparati all'audizione con grande attenzione, perché per noi l'Italia ricopre un ruolo centrale - ha dichiarato Elkann, intervenuto a Montecitorio in qualità di amministratore delegato operativo -. Negli ultimi 20 anni, il mercato domestico è calato del 30% mentre l'occupazione si è ridotta di circa il 20%. Questo significa che l'azienda ha difeso la produzione e l'occupazione degli stabilimenti del Paese grazie all'export dei marchi italiani".
Con lui, anche il responsabile del mercato Europa Jean-Philippe Imparato, la responsabile del mercato Italia Antonella Bruno, il numero uno di Alfa Romeo e Maserati Santo Ficili e la responsabile acquisti Monica Genovese. Elkann ha iniziato il suo intervento ripercorrendo la storia dell'azienda, ricordando che nel 2004 la Fiat veniva data per spacciata e che la sua famiglia ha deciso di investire per salvarla.
"Oggi Stellantis è tra i primi costruttori al mondo", ha sottolineato. "L'Italia e la Fiat, oggi Stellantis, sono cresciute insieme. Senza di noi, l'auto in Italia sarebbe scomparsa da tempo, come l'informatica dopo Olivetti e la chimica dopo Montedison".
Il presidente di Stellantis ha citato una ricerca indipendente della Luiss, secondo la quale per ogni euro di valore creato dall'azienda, se ne generano nove nel resto dell'economia. Ha poi ribadito che il nuovo CEO dell'azienda verrà annunciato entro la prima metà dell'anno e ha evidenziato la necessità per l'Europa di essere più competitiva nei costi energetici e nelle infrastrutture per l'auto elettrica. Elkann ha inoltre sottolineato che le case automobilistiche europee soffrono uno svantaggio del 40% rispetto a quelle cinesi.
Tutti i temi toccati da Elkann nell'audizione
Nel corso dell'audizione, Elkann ha ribadito gli impegni di Stellantis nei confronti di tutti gli attori del settore automobilistico, evidenziando che gli stabilimenti italiani saranno dotati delle piattaforme multi-energia del gruppo: Stla Small, Medium e Large, con le ultime due già operative a Melfi e Cassino. Ad Atessa, invece, è installata una piattaforma dedicata ai veicoli commerciali leggeri. "Questi investimenti garantiranno la massima flessibilità produttiva agli stabilimenti italiani", ha affermato.

Per il 2025, Stellantis prevede di investire circa due miliardi di euro e di spendere sei miliardi di euro in acquisti da fornitori italiani. Tuttavia, Elkann ha avvertito che il 2025 sarà "un altro anno difficile", con il mercato italiano in contrazione del 7% nei primi due mesi dell'anno rispetto al 2024. Dal 2026, invece, si prevede un incremento della produzione con il lancio di dieci nuovi aggiornamenti di prodotto nelle fabbriche italiane.
"I livelli produttivi dipenderanno comunque dal mercato e da fattori esterni come i dazi", ha spiegato il presidente di Stellantis, che ha comunque ribadito l'impegno a investire nel Paese. "Spero che da oggi il bilancio dare-avere tra il Paese e l'azienda non sia più un tema divisivo, ma un'opportunità per continuare questo percorso virtuoso insieme, che dura da 125 anni", ha dichiarato Elkann. "Dalla sua nascita nel gennaio 2021, Stellantis ha acquistato servizi e componenti dalla filiera italiana dell'auto per un valore di 24 miliardi di euro, cifra che salirà a 30 miliardi entro la fine del 2025".
John Elkann ha poi risposto anche ai parlamentari che chiedevano conto delle ipotesi circolate su un possibile utilizzo delle competenze automotive per il settore della difesa.
"Osserviamo che la Cina e gli Usa hanno un'importante industria bellica e un'importante industria dell'auto. Riteniamo che non sia una scelta tra industria dell'auto e l'industria bellica, questi due Paesi ci stanno dimostrando che si possono avere due industrie forti. Non riteniamo che il futuro dell'auto sia l'industria bellica. Il futuro dell'auto è legato al fatto che l'Europa e l'Unione europea decidano in termini di politica industriale dove è importante mettere le risorse", ha detto Elkann.
Le criticità sulle infrastrutture per l'elettrico
Elkann ha sottolineato la necessità di potenziare le infrastrutture di ricarica per le auto elettriche, affermando che la mancanza di una rete capillare scoraggia l'acquisto di veicoli elettrici.
"Quasi il 60% di tutte le stazioni di ricarica europee si trova in soli tre Paesi: Germania, Francia e Olanda. In Italia ci sono meno di un terzo delle colonnine installate in Olanda - ha evidenziato -. La ricarica deve essere facile, accessibile a tutti e soprattutto veloce, oltre che conveniente dal punto di vista economico", ha dichiarato Elkann, aggiungendo che "fra 20 anni il settore automobilistico produrrà soprattutto veicoli elettrici". Infine, ha invitato l'Europa a seguire l'esempio di Cina e Stati Uniti, che stanno attuando politiche industriali mirate per sostenere il settore automotive elettrico.
Gli attacchi ad Elkann dalla politica
Le parole di Elkann non hanno convinto tutti, tutt'altro. La Lega ha attaccato duramente il presidente di Stellantis, definendo il suo intervento "l'ennesima, vergognosa presa in giro" e chiedendo che l'azienda restituisca "i miliardi incassati dal nostro Paese".

Anche Carlo Calenda, leader di Azione, ha criticato la mancanza di un'assunzione di responsabilità, evidenziando il calo della produzione in Italia. Dal Movimento 5 Stelle, la vicepresidente Chiara Appendino ha affermato che "è difficile credere a chi oggi produce più cassaintegrati che auto".
Più moderata la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha chiesto investimenti corposi per l'Italia e ha assicurato vigilanza per la tutela dei lavoratori. La ministra del Lavoro Marina Calderone ha definito l'intervento di Elkann "importante", mentre il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha parlato di "un piano investimenti che si sta concretizzando ogni giorno".

I sindacati, tuttavia, rimangono scettici e parlano di "soli annunci". Preoccupano i tempi lunghi per i nuovi modelli e la mancanza di certezze per Maserati e la gigafactory di Termoli. La Fiom ha chiesto che Elkann si assuma "in prima persona la responsabilità di amministratore delegato".