"Italia brava nella gestione migranti", la Svezia invece paga fino a 34mila euro per farli andar via
Intanto il ministro Salvini tira dritto nel processo Open Arms e annuncia che non accetterà alcun patteggiamento
E' il tema del momento e descrive un paradigma che forse sta cambiando.
Sui migranti l'Italia (e in particolare la premier Giorgia Meloni) ha incassato i complimenti della Gran Bretagna.
Il tutto mentre anche la Sinistra italiana inizia a valutare il problema sotto una diversa prospettiva (come del resto anni fa da Ministro dell'Interno aveva già iniziato a fare Marco Minniti).
Così come dalla Germania il Governo ha lanciato una stretta sull'immigrazione (emblematico e ormai virale l'intervento del cancelliere Olaf Scholz ("Dobbiamo essere in grado di scegliere chi entra nel nostro Paese") e da lunedì 16 sono stati estesi i controlli a tutte le frontiere e i valichi del territorio tedesco, sospendendo di fatto l'accordo di Schengen, mentre la Svezia ha preso una decisione che già sta facendo discutere: dare un contributo di 34mila euro ai migranti che lasceranno il Paese.
Migranti, dalla Gran Bretagna complimenti a Meloni
Come detto, la novità delle ultime ore, sul tema migranti, è rappresentata dai complimenti arrivati al Governo italiano e in particolare a Giorgia Meloni dal primo ministro britannico Keir Starmer.
E' accaduto due giorni fa durante un incontro bilaterale a Roma, a Villa Doria dove Starmer ha osservato:
"Siamo molto interessati alle politiche italiane che porteranno a drastiche riduzioni dell'immigrazione irregolare, in primis l'accordo con l'Albania. L'Italia è leader in Europa e sulla scena mondiale, nel G7 e nella Nato".
GB e Italia "insieme" contro l'immigrazione clandestina
Complimenti incassati evidentemente di buon grado dalla nostra presidente del Consiglio che ha illustrato anche come si concretizzerà la collaborazione tra Italia e Gran Bretagna:
"Abbiamo adottato una dichiarazione congiunta che conferma la volontà di continuare a rafforzare e approfondire il partenariato strategico tra Italia e Regno Unito in tutti i settori di comune interesse. Le nostre Nazioni sono legate da relazioni d’eccezione e da un dialogo costante su politica estera, difesa e sicurezza. Abbiamo dedicato particolare attenzione alla lotta contro l’immigrazione illegale, impegnandoci a rafforzare la cooperazione nella lotta al traffico e alla tratta di esseri umani, con un focus sulla dimensione giudiziaria e sul partenariato con gli Stati di origine e transito".
E ancora:
"Continueremo a lavorare insieme nell'ambito del Processo di Roma, anche in materia di rimpatri volontari assistiti. Abbiamo inoltre riconosciuto l'importanza di un coordinamento più stretto con i partner internazionali, utilizzando al meglio strumenti come Interpol ed Europol".
Intanto la Svezia darà 34mila euro a chi andrà via
Nel frattempo, come detto, una novità importante arriva in queste ore anche dal Nord Europa.
Nella fattispecie con i provvedimenti che intende adottare il Governo svedese sostenuto dai democratici svedesi.
La Svezia ha infatti in programma di aumentare la somma già offerta agli immigrati che lasciano il Paese fino a 34 mila dollari.
La Svezia per anni considerata una sorta di "superpotenza umanitaria" e modello di inclusione e integrazione, negli ultimi tempi sta facendo fatica a inserire molti dei suoi nuovi arrivati nel suo tessuto sociale ed economico.
Ecco dunque che è una svolta. Gli immigrati che torneranno volontariamente nei loro Paesi di origine dal 2026 avranno diritto a ricevere fino a 350.000 corone svedesi (34.000 dollari).
Salvini e i migranti, a fine anno si decide tutto
E per concludere, sempre sui migranti è forse legato il destino politico di Matteo Salvini. E qualcuno ha trovato pure il modo di ironizzarci.
Sulle prime sembrerebbe quasi l'incipit di una barzelletta in stile anni 80-90.
Reciterebbe più o meno così... Il colmo per Matteo Salvini? Fare il volontario su una nave Ong impegnata nel salvataggio dei migranti.
Se la vicenda non fosse tremendamente seria, ci sarebbe da ridire.
E se non fosse tremendamente seria ci sarebbe da scomodare il karma o una sorta di pena del contrappasso dantesca.
Condanna o pena nel volontariato?
Fatto sta che sulla vicenda che vede interessato l'ex ministro dell'Interno e leader della Lega Matteo Salvini (ora titolare delle Infrastrutture nel Governo Meloni) ecco arrivare un'altra singolare novità.
Come noto la vicenda risale al 2019 quando Salvini nella sua funzione di ministro (ma è bene ribadire avallato dall'allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte) impedì lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti soccorsi dalla nave della Ong spagnola Open Arms.
Un'azione politica che dopo una serie di passaggi giudiziari ha visto il leader della Lega arrivare a processo.
E sabato il pubblico ministero a Palermo ha chiesto sei anni di reclusione per l'ex ministro, accusato di sequestro di persona.
E in attesa della sentenza (è prevista per la fine dell'anno) qualcuno ha avanzato addirittura la proposta (quanto seria o provocatoria al momento non è dato sapere) che il leader della Lega possa patteggiare la sua condanna convertendola in 1000 ore come volontario su una nave Ong.
Il leader leghista a testa alta: "Niente patteggiamento"
Fatto sta che di patteggiare (come accaduto curiosamente proprio nel fine della scorsa settimana all'ex governatore della Liguria Giovanni Toti) il leader della Lega non ha nessuna intenzione.
Lo ha ribadito anche lunedì sera, 16 settembre, davanti alle domande di Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete4:
"No, non patteggio perché ritengo di aver difeso la sicurezza del mio paese e di aver mantenuto una promessa, quella di ridurre gli sbarchi nel nostro Paese. Io conto di essere assolto perché se il giudice legge gli atti e li confronta con quanto fatto da altri ministri e con il diritto nazionale e internazionale si farà una certa idea. Noi stavamo aspettando che altri Paesi intervenissero per la redistribuzione".
L'ipotesi del carcere e la tenuta del Governo
Il rappresentante del Governo non ha nascosto la preoccupazione che dietro questi sviluppi giudiziari, ma anche guardando alle ultime vicende che hanno interessato l'ormai ex ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano ci possa essere un attacco neanche troppo celato all'Esecutivo:
"Mi sembra evidente che c'è un attacco al Governo e si tenti di mettere in difficoltà il presidente del Consiglio. Le opposizioni siccome non riescono a vincere le elezioni, agiscono di conseguenza. Non ci sono registi occulti, ma penso che ci sia il solito sistema".
E sull'ipotesi di finire in carcere Salvini ha osservato:
"Ci sono tre gradi di processo. Se mi condannassero nei tre gradi, io finisco in carcere per almeno 2 anni. Mi spiacerebbe per i mei figli, per la mia compagna e la mia famiglia".
Il processo, il diritto comunitario e i proclami di governo
Fatto sta che giunti a questo punto la vicenda (in attesa della sentenza) assurge a processo politico mediatico con la rivendicazione da una parte di quelli che allora come ora sono gli obiettivi di mandato della Lega e la sottolineatura dall'altra delle previsioni del diritto comunitario.
In buona sostanza, viene evidenziata la considerazione che l'allora ministro degli Interni abbia scientemente voluto sfidare l'Unione Europea trasgredendo norme comunitarie.
Tanto che più di qualcuno nel Centrosinistra e tra gli osservatori politici ha osservato:
"Possono anche non essere giuste, ma vanno combattute politicamente".
Salvini e le regole, l'accusa del Pm
Tanto che proprio il pubblico ministero Geri Ferrara ha accusato l'ex ministro con toni e parole eloquenti:
"Ha agito con totale spregio delle regole, affermando che i diritti umani prevalgono su qualsiasi considerazione di sovranità nazionale o politica. La decisione di Salvini di bloccare lo sbarco, secondo l'accusa, ha violato i diritti fondamentali dei migranti, compreso il diritto alla libertà personale. Il rilascio di un porto sicuro è un atto amministrativo, non politico".
E ancora:
"Le convenzioni internazionali obbligano al soccorso in mare e stabiliscono che i migranti devono essere trasferiti in un luogo sicuro, senza eccezioni".
Per la difesa arringa il 18 ottobre
Di fronte a questi rilievi c'è attesa ora per il 18 ottobre quando è prevista l'arringa difensiva dell'avvocato Giulia Bongiorno.
Per quell'occasione non è esclusa (anzi sta prendendo sempre più piede l'idea) che la Lega possa organizzare una grande manifestazione popolare a sostegno del proprio leader.
E un "assaggio" ci sarà anche il 6 ottobre all'adunata di Pontida dove si preparando una sorta di vera e propria (anche se metaforicamente) chiamata alle armi.