Iss: "Dati Covid sempre veritieri, senza il lockdown sarebbe stato un disastro"
"Se non avessimo chiuso tutto, in poche settimane i dati di Lombardia e Veneto si sarebbero replicati in tutta Italia"
Non c'è stata nessuna richiesta di "addomesticare" i dati e i numeri sono sempre stati veritieri. Ma c'è di più: senza il lockdown sarebbe stato un disastro. Parole di Anna Teresa Palamara, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, che ha risposto in audizione in Commissione Covid, al senatore della Lega Claudio Borghi che aveva chiesto se l'Istituto Superiore di Sanità avesse subito influenze sulla modalità di presentazione dei dati durante la pandemia.
Iss: "Dati Covid sempre veritieri"
A rispondere in Commissione è stato anche Patrizio Pezzotti, direttore del reparto di Epidemiologia, Biostatistica e Modelli Matematici.
"Non rispondiamo mai alla politica e non c'è mai stato un tentativo di addomesticare i dati", ha spiegato.
Il lockdown? Senza sarebbe stato un disastro
Tema importante anche quello legato al lockdown, che secondo gli esperti dell'Iss ha consentito di ridurre in due settimane l’indice di trasmissibilità R0 da circa 3 a meno di 1.
“Naturalmente ci siamo posti la domanda se valesse la pena fare il lockdown oppure se fosse sufficiente limitarlo alla Lombardia e al Veneto. Nella gran parte delle Regioni, l’indice di trasmissibilità era intorno a 3; con il lockdown in due settimane si è sceso sotto 1, il numero chiave per contenere un’epidemia”
“Se non avessimo chiuso, quella diffusione che al Nord era già così elevata in breve tempo avrebbe raggiunto il Centro-Sud. Il lockdown si è tradotto in un notevole abbattimento dei ricoveri in terapia intensiva che erano già in sofferenza. La Lombardia non ce la faceva a reggere quell'impatto, figurarsi se tutto questo fosse accaduto contemporaneamente anche in tutto il resto d’Italia”.
Morti "per" o "con" Covid
Riguardo i decessi "con" o "per" Covid, Pezzotti ha poi spiegato:
“Nei grafici, quando vediamo i casi di Covid, notiamo un aumento importante della mortalità generale. Quindi l’impatto c’è ed è abbastanza improbabile che fossero solo morti ‘con’ Covid, in quel caso avremmo osservato una curva ben più piatta. Per il Covid, come tutte le patologie respiratorie - e questo vale anche per le prossime malattie - il meccanismo della fragilità e comorbidità aumenta il rischio di morte. Ma la distinzione di morte ‘con’ o ‘per’ Covid sembra non appropriata, se non proprio inutile”.