Medioriente

Israele riapre il valico di Zikim per gli aiuti umanitari a Gaza

Mattarella, l'Italia continuerà a contribuire alle missioni

Israele riapre il valico di Zikim per gli aiuti umanitari a Gaza

Israele ha annunciato la riapertura del valico di Zikim, chiuso da due mesi, per consentire il passaggio di camion carichi di aiuti umanitari destinati al nord della Striscia di Gaza.

La decisione, entrata in vigore oggi, 12 novembre 2025, porta a tre il numero complessivo di transiti operativi verso l’enclave palestinese, insieme a quelli di Kerem Shalom e di Rafah, controllato dall’Egitto.

L’annuncio è stato diffuso dal COGAT, l’organo del Ministero della Difesa israeliano che coordina le questioni civili nei territori palestinesi. In una nota ufficiale, il COGAT ha dichiarato:

“Come da direttiva politica, oggi è stato aperto il valico di Zikim per l’ingresso dei camion di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza”.

Un portavoce dell’ente, intervistato dall’AFP, ha aggiunto che il valico resterà aperto “in modo permanente”, con modalità simili a quelle già in vigore per Kerem Shalom, da dove, dall’inizio del conflitto, è transitata la maggior parte dei rifornimenti.

La (grave) situazione umanitaria

A un mese dal cessate il fuoco concordato tra Israele e Hamas, la situazione umanitaria nella Striscia resta critica.
Secondo l’inviato per gli affari umanitari delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, gli organismi dell’Onu e le agenzie partner sono riusciti a fornire cibo a oltre un milione di persone.

“I centri di alimentazione sono stati riaperti e i servizi ospedalieri stanno curando un numero crescente di pazienti. Sono inoltre riprese le vaccinazioni fondamentali”,
ha spiegato Fletcher in una conferenza stampa.

Tuttavia, l’assistenza rimane insufficiente rispetto ai bisogni. La scarsità di cibo e medicinali continua a minacciare centinaia di migliaia di civili, in particolare nel nord della Striscia, dove i bombardamenti e gli sfollamenti hanno devastato infrastrutture, ospedali e reti di distribuzione.

Israele riapre il valico di Zikim per gli aiuti umanitari a Gaza
Gaza, popolazione allo stremo

L’allarme di Emergency: “Cure a singhiozzo, bambini malnutriti”

Sulla gravità della crisi si è espresso anche Alessandro Migliorati, capo progetto di Emergency a Gaza.

“I bisogni della popolazione restano altissimi: la nostra clinica è affollata di persone in cerca di cure, anche per i loro bambini malnutriti. Vediamo circa 1.500 persone a settimana”,
ha raccontato.

Ma, ha aggiunto, “l’ingresso di aiuti è ancora a singhiozzo, non la svolta che speravamo”.
Secondo Migliorati, mancano farmaci essenziali e materiali medici, mentre la fame rimane “a livelli catastrofici”.

Israele riapre il valico di Zikim per gli aiuti umanitari a Gaza
Gaza, aiuti umanitari

Le Nazioni Unite stimano che nella Striscia entrino in media 750 tonnellate di aiuti al giorno, meno della metà delle 2.000 tonnellate quotidiane ritenute necessarie dal Programma Alimentare Mondiale (WFP) per soddisfare i bisogni minimi della popolazione.

Le demolizioni israeliane dopo il cessate il fuoco

Un nuovo rapporto della BBC, basato su immagini satellitari analizzate da BBC Verify, ha rivelato che oltre 1.500 edifici sono stati distrutti nelle aree di Gaza rimaste sotto controllo israeliano dopo il cessate il fuoco del 10 ottobre.

Le fotografie, l’ultima delle quali risale all’8 novembre, mostrano interi quartieri rasi al suolo all’interno della cosiddetta Linea Gialla, la zona di sicurezza istituita dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF). Secondo la BBC, molti degli edifici demoliti non mostravano segni di danni da combattimento prima della distruzione, come nel caso della zona orientale di Khan Younis, vicino ad Abasan al-Kabira.

Israele riapre il valico di Zikim per gli aiuti umanitari a Gaza
Devastazione a Gaza

Gli analisti avvertono che il numero reale di edifici colpiti potrebbe essere ancora più alto, poiché alcune aree non sono state ancora esaminate. Alcuni esperti internazionali ipotizzano che le demolizioni possano violare i termini del cessate il fuoco, negoziato con la mediazione di Stati Uniti, Egitto, Qatar e Turchia.

Interpellato dalla BBC, un portavoce dell’esercito israeliano ha replicato che “l’IDF sta agendo in conformità con il quadro del cessate il fuoco”, sottolineando che le operazioni in corso avrebbero finalità di sicurezza.

Il ruolo dell’Italia

L’Italia ha confermato il proprio impegno nella ricostruzione postbellica e nell’assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza. Da Niagara-on-the-Lake, in Canada, dove si è tenuta la riunione dei ministri degli Esteri del G7, il titolare della Farnesina Antonio Tajani ha annunciato:

“L’impegno italiano in Medio Oriente sarà un impegno importante. Potrà riguardare la formazione della polizia palestinese o un contributo diretto all’amministrazione civile. L’Italia sarà sicuramente parte costruttiva, anche perché organizzeremo la conferenza del Cairo per la ricostruzione”.

Il ministro ha ricordato che Roma ha già stanziato 60 milioni di euro per la ricostruzione della Striscia, di cui 5 milioni inviati nei mesi scorsi.

“L’Italia svolgerà un ruolo importante. Ne parleremo e concorderemo tutte le iniziative con i nostri interlocutori, che non sono solo i Paesi del G7 ma anche i Paesi musulmani”, ha aggiunto Tajani, sottolineando che “i camion italiani a Gaza continueranno ad aiutare la popolazione civile in ogni modo possibile”.

Il messaggio di Mattarella

Sullo stesso tema è intervenuto anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della Giornata del Ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace.

Nel messaggio inviato al ministro della Difesa Guido Crosetto, il Capo dello Stato ha ribadito il valore dell’impegno italiano nelle aree di crisi:

“L’Italia, fedele alla propria tradizione di dialogo e di cooperazione, continuerà a contribuire con determinazione alle missioni internazionali mettendo a disposizione, nelle aree di crisi, il proprio personale militare e civile. Un impegno che riflette i valori sanciti dalla nostra Costituzione e il profondo senso di umanità che anima la nostra comunità nazionale”.