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Irritazione della premier dopo l'intervento-show di una ministra Santanché ormai isolata

Rapporto tra la premier e la titolare del Turismo ai minimi termini

Irritazione della premier dopo l'intervento-show di una ministra Santanché ormai isolata
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Gelo. Irritazione. Logoramento. In attesa che prima o poi (prima auspicano in molti) arrivino le dimissioni.

Una data sicura in calendario non c'è, ma quel che è certo è che il rapporto tra la premier Giorgia Meloni e il Ministro del Turismo Daniele Santanchè (entrambe Fratelle d'Italia) è letteralmente ai minimi termini.

Uno scenario di fronte al quale le dimissioni della titolare del Turismo sembrano un epilogo non più rinviabile sine die.

Meloni-Santanchè, c'eravamo tanto amate...

Come ormai noto, ieri, martedì 25 febbraio 2025, il Ministro ha visto respingere dalla maggioranza la seconda mozione di sfiducia nei suoi confronti (con 206 voti contrari e 134 a favore).

Ma i colleghi di Governo e in particolare la premier Meloni hanno completamente lasciato sola Santanchè coi banchi dell'Esecutivo che hanno visto solo la presenza dei Ministri Bernini (Università e Ricerca, Forza Italia), Abodi (Sport, un tecnico) e Giuli (Cultura, Fratelli d'Italia).

Anche se poi al gruppetto si sono aggiunti i Ministri Tommaso Foti, Orazio Schillaci, Eugenia Roccella e Luca Ciriani.

Il tutto mentre l'opposizione si è scatenata nei suoi attacchi al Ministro (ma anche alla presidente del Consiglio) chiedendone a gran voce un passo indietro schierando i big, mentre il Centrodestra ha precettato i cosiddetti peones, i parlamentari che hanno il compito di eseguire pedissequamente le direttive del partito.

L'irritazione della premier per l'intervento-show del Ministro

Nessuna difesa sui social (basti pensare invece per quanto fatto per il sottosegretario Delmastro ("rimane al suo posto"), silenzio assordante, irritazione conclamata fatta filtrare dai corridoi dei bene informati.

Perché come giurano in molti l'intervento-show della Santanchè nell'Aula della Camera proprio non è andato giù alla premier.

Soprattutto per quei passaggi dove la destinataria delle sue parole non sembra essere stata l'opposizione, ma proprio la stessa presidente del Consiglio.

Come ad esempio, quando la titolare del Turismo ha rilanciato:

"Non mi sento sola, non mi sento abbandonata... a fine marzo farò una riflessione, per poter anche valutare delle mie dimissioni. Ma vi dico una cosa: lo farò da sola, lo farò sola con me stessa".

Anche se poi, correggendo un po' il tiro ha aggiunto:

"Mi farò guidare dal rispetto per il mio presidente del Consiglio, per l’intero Governo, per la maggioranza, ma soprattutto per l’amore che ho per il mio partito".

Le parole della ministra alla Camera

Ecco i passaggi più significativi:

"Io sono l’emblema di tutto ciò che detestate, lo rappresento plasticamente […] Sono una donna libera, porto i tacchi da 12 centimetri, ci tengo al mio fisico, amo vestirmi bene.

Sono anche quella del Twiga e del Billionaire, che voi tanto criticate, [ma] sono aziende che danno posti di lavoro.

Sì, ho una collezione di borse, è chiaro? Ma mio padre, che era l’ottavo figlio di contadini, mi ha insegnato una cosa, che si ruba solo quello che si nasconde e io non ho nulla da nascondere.

Voi non volete combattere la povertà, ma la ricchezza.

Non riuscirete mai a farmi diventare come voi o pensare come voi, avrò sempre il tacco a spillo, il sorriso sulle labbra, sarò battagliera, perché sono felice di vivere".

E ancora:

"In quest'aula sembra che si possa raccontare la qualunque senza nemmeno approfondire cioè che dovrebbe essere evidente a ogni parlamentare, mi spiace per lei onorevole Ricciardi ma io non mi sento sola, anzi: ringrazio i tanti colleghi che sono con me e non mi sento sola neanche in Italia perché nella battaglia del garantismo ci sono la maggioranza degli italiani.

Credo che la gogna mediatica e le paginate sui giornali devastino ancora prima del processo la vita delle persone con cicatrici che non si rimarginano. L'ergastolo mediatico è una condanna che rimarrà tutta la vita da 'fine pena mai'.

Ci vuole una grande forza per non impazzire, ci vuole una grande forza per continuare questa battaglia. Ma sapete da chi mi viene questa forza? Innanzitutto dalla mia famiglia, una cosa in cui voi credete poco. I miei fratelli, mio figlio, il mio compagno. La sofferenza che stiamo vivendo giorno dopo giorno si tramuta in una forza dirompente che potrebbe farci scalare qualsiasi montagna. Io voglio continuare questa battaglia per fare evincere la verità basata su quello che tutti dovremmo volere: uno stato di diritto”.

Il precedente dell'audio in Arabia Saudita

Un'irritazione che segue di poche settimane quanto accaduto a Gedda in Arabia Saudita. L'atteggiamento del Ministro era stato più o meno lo stesso.

In quell'occasione Meloni e Santanchè non si erano incrociate (volutamente) al Villaggio Italia per il 94esimo anniversario di storia dell'Amerigo Vespucci.

E non si erano incrociate nemmeno poche ore dopo a Roma per la riunione della segreteria nazionale di Fratelli d'Italia.

Tutta colpa di un audio di una conversazione della stessa Santanchè con i giornalisti sulla banchina dello Yacht club.

Un audio decisamente eloquente:

"Un pezzo del partito mi vuole fuori? E chissenefrega. Dimissioni? Magari deciderò da sola. La premier dice che questo vicenda impatta sul mio lavoro? Magari lo valuto io".

La tattica del logoramento

Come visto nella giornata di ieri, gli attacchi dei big dell'opposizione sono stati pesantissimi.

Eppure la presidente del Consiglio non ha proferito parola in un silenzio assordante.

I bene informati parlano di una tattica di logoramento della premier per arrivare a logorare il "suo" Ministro che è ormai innegabilmente all'angolo, abbandonata da tutti.

In tutto questo, è arrivata anche l'ironia tagliente del leader di Azione Carlo Calenda:

"Dopo aver affrontato questioni pressanti e complesse come le borsette della Santanche’ si potrebbe organizzare in Parlamento un confronto sulla difesa europea per avere un momento leggero di dibattito su temi ludici. Oggi lo proporremo. Poi potremo ricominciare con le mozioni di sfiducia. Tranquilli".

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