Incontro Meloni-Erdogan a Roma su intese commerciali, immigrazione e dossier internazionali
Salvini: "Fa bene l'Ungheria a uscire dalla corte penale internazionale". Ma Tajani lo smentisce

Un nuovo capitolo si apre nelle relazioni tra Italia e Turchia, con ambizioni da 40 miliardi di dollari di scambi commerciali e un’agenda politica che guarda a Gaza, Ucraina, Libia e migrazioni.
Ma, mentre Meloni incontra Erdoğan, i suoi vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani tornano a scontrarsi.
Incontro Meloni-Erdoğan, 35 milioni in gioco
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan è stato ricevuto ieri, martedì 29 aprile 2025, dalla premier Giorgia Meloni a Villa Pamphilj per il quarto vertice intergovernativo italo-turco.
Nel corso dell'incontro, hanno siglato nove memorandum d’intesa che spaziano dalla difesa allo spazio fino alle infrastrutture strategiche in Africa. Il traguardo principale è quello dei 35 milioni di euro di scambi nel medio periodo.
Tra gli accordi più rilevanti, la joint venture fra le aziende Leonardo e la turca BayKar per la produzione di droni e il progetto di connettività digitale Sparkle-Turkcell: una dorsale di 4mila chilometri che collegherà l’Europa al Medio Oriente.
La discussa dichiarazione congiunta
Meloni ha ringraziato Erdoğan per l’impegno nel contenere le partenze di migranti irregolari dalla Turchia, definendolo "un contributo concreto alla stabilità mediterranea" e ha accolto l’invito a visitare Ankara, esteso anche a Mattarella.
Tuttavia, non mancano le contraddizioni. Il capitolo sui diritti umani contenuto nella dichiarazione congiunta dei due leader – insieme a pace, sicurezza e sviluppo come pilastri dell'ONU – è apparso particolarmente delicato.
L’arresto per corruzione del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, principale oppositore politico di Erdoğan, ha provocato una rivolta popolare in Turchia e forti critiche dalle opposizioni italiane che avevano chiesto alla premier di sollevare il caso.
Cooperazione su terrorismo e migrazione
La scelta di Meloni è però ricaduta sulla necessità di concentrarsi sui punti in comune. Roma e Ankara si sono trovate in sintonia su diversi dossier: dalla difesa dell'integrità territoriale dell'Ucraina all'esigenza di una soluzione politica per la crisi di Gaza.
La cooperazione sul contrasto al terrorismo e ai flussi migratori, inoltre, si intensifica mentre si punta a rafforzare l’autonomia industriale europea e mediterranea. A suggellare la rinnovata alleanza, anche l’organizzazione congiunta degli Europei di calcio del 2032.
Nuovo scontro tra Salvini e Tajani
Nel frattempo, sul fronte interno, una nuova frizione scuote la maggioranza. Si tratta dell'ennesimo scontro tra i vice della Premier, Matteo Salvini e Antonio Tajani.
Salvini ha definito “giusta e coraggiosa” la decisione dell’Ungheria di ritirarsi dalla Corte penale internazionale, sostenendo che Budapest "difende sovranità e libertà".
Il post su X del ministro:
Scelta di giustizia e libertà, di sovranità e coraggio. pic.twitter.com/Kx45AV2bYQ
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) April 29, 2025
La divergenza sulle decisioni dell'Ungheria
La presa di posizione, in linea con l’alleato ungherese Viktor Orbán, ha subito attirato la replica del ministro Antonio Tajani, leader di Forza Italia.
“Quella di Salvini è una sua opinione. La mia è differente ma non è che devo commentare tutto. Io non credo che dovremmo uscire dalla Cpi, l'Italia deve rimanere nella Cpi", ha dichiarato lanciando una frecciatina al leader del Carroccio.
L’Ungheria è il primo Stato membro dell’Unione Europea ad abbandonare la Cpi, organismo che negli ultimi anni ha emesso mandati di arresto contro figure come Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu, generando forti reazioni da parte di Usa e Israele, non firmatari dello statuto.