FACCIA A FACCIA

Incontro Meloni-Anm: il Governo resta fermo sulla riforma della giustizia. Sul tavolo anche il caso polizia giudiziaria

Restano intoccabili i tre principi cardine della riforma Nordio. L'Anm chiederà chiarimenti su questo e sull'indiscrezione secondo cui il governo vorrebbe togliere ai pm il controllo sulla polizia giudiziaria

Incontro Meloni-Anm: il Governo resta fermo sulla riforma della giustizia. Sul tavolo anche il caso polizia giudiziaria
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Alle 15:30 di oggi, 5 marzo, la premier Giorgia Meloni e il ministro della Giustizia Carlo Nordio incontrano l’Anm, Associazione nazionale magistrati, guidata da Cesare Parodi. Sarà presente anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Nel teso clima degli ultimi tempi, sul piatto vi sarà la riforma della giustizia che nei giorni scorsi ha portato alla viva protesta delle toghe.

Il Governo non si smuove dai tre principi della riforma

L'incontro - che sarà preceduto alle 11 da quello con l'Unione delle camere penali - arriva appunto in seguito allo sciopero dell'Anm, il quale ha raccolto oltre l'80% di adesioni. Il vertice sarà utile a capire se ci sono margini di manovra su alcuni passaggi della riforma, non condivisa dai magistrati.

Per il governo però l'impianto sostanziale rimane blindato: eventuali modifiche verranno valutate e riguarderanno solo la fase attuativa, ossia la messa a terra della riforma stessa.

Togliere polizia giudiziaria per le inchieste dei pmRestano intoccabili i tre principi cardine contenuti nell'impianto approvato dal Cdm e votato in prima lettura alla Camera: separazione delle carriere tra giudice e pubblico ministero; l’istituzione di una Alta Corte per giudicare gli errori e i comportamenti dei magistrati; due Csm, uno per i giudici e uno per i pm, con la nomina per sorteggio temperato della componente laica, ossia i membri elettivi che attualmente vengono scelti per un terzo dal Parlamento in seduta comune.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio

La riunione di oggi dunque, sembrerebbe essere soprattutto un momento di ascolto dell'Anm da parte del Governo. L'Associazione dal canto suo spiegherà di conseguenza le ragioni tecniche per le quali i magistrati si oppongono alla riforma Nordio, cercando di ripristinare il rapporto dopo gli screzi degli ultimi tempi.

La delegazione dell'Anm attesa a Palazzo Chigi è formata dal presidente Parodi, il segretario Rocco Maruotti, il vicepresidente Marcello De Chiara. Con loro gli altri componenti della giunta Stefano Celli, Giuseppe Tango, Monica Mastrandrea, Dora Bonifacio, Paola Cervo, Sergio Rossetti, Chiara Salvatori. Il presidente Francesco Petrelli guiderà la delegazione dell'Unione delle camere penali in mattinata.

Il caso della polizia giudiziaria

Sul tavolo del vertice si aggiungerà poi il caso della polizia giudiziaria, scoppiato nelle ultime ore. L'Anm dovrebbe chiedere conto dell’indiscrezione secondo cui il governo vorrebbe togliere ai pm il controllo sulla polizia giudiziaria.

"Togliere polizia giudiziaria per le inchieste dei pm? Su questo sono agitato", ha detto Cesare Parodi, presidente dell'Anm. "È un'indicazione giornalistica e in teoria dovrei essere prudente, ma i miei colleghi sono stupiti e sconcertati. Questa indicazione sarebbe in palese contrasto con una norma della Costituzione che non è oggetto della riforma, l'articolo 109", ha aggiunto intervistato a Un Giorno da Pecora.

Con i pm dell'accusa e la controparte della difesa messi sullo stesso piano, si teme che non ci sarà più controllo giudiziario da parte del pubblici ministeri né poteri di impulso in questo senso e soprattutto che le investigazioni di polizia giudiziaria possano finire sotto il controllo dell'esecutivo. L'Anm chiede per questo un "chiarimento" sulla questione. Tra i punti all'ordine del giorno riguardanti la polizia giudiziaria poi vi sarà anche la depenalizzazione di alcuni reati e le cosiddette norme svuotacarceri.

 

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