Il governo ha approvato in Consiglio dei ministri il nuovo decreto per la sicurezza sul lavoro, un pacchetto di misure da 900 milioni di euro l’anno con l’obiettivo di rafforzare la prevenzione, la formazione e i controlli nei luoghi di lavoro.
Il provvedimento arriva in un momento drammatico, segnato da nuove vittime: nella giornata di ieri, 28 ottobre 2025, un giovane di 23 anni è morto nei campi di Cavriana, nel Mantovano, rimasto incastrato in un macchinario agricolo.
Scettici i sindacati, secondo i quali queste misure rimangono poco incisive rispetto alla piaga quotidiana degli incidenti sul lavoro.
Le novità principali del decreto
La ministra del Lavoro Marina Calderone ha illustrato le misure principali, spiegando che “viene istituito un fondo per le borse di studio che corrisponderemo agli orfani di vittime di incidenti sul lavoro”.
Le borse, ha aggiunto, “verranno corrisposte annualmente per importi da 3mila a 7mila euro per frequentare corsi di studio della scuola primaria e secondaria di primo grado, della scuola secondaria di secondo grado, di tutti i percorsi di formazione professionale, universitaria, tecnica superiore e artistica”.
Il decreto punta anche a potenziare l’attività di vigilanza. Calderone ha annunciato che il provvedimento “oltre ad aumentare ancora una volta l’organico dell’Ispettorato nazionale del lavoro di ulteriori 300 unità di funzionari più 8 funzioni dirigenziali, interviene aumentando anche il contingente dei Carabinieri con l’inserimento di ulteriori 100 ufficiali”.
La ministra ha sottolineato che il decreto “porta a bordo misure molto ampie e anche con un impatto economico importante perché a regime peserà 900 milioni di euro per annualità”.
Badge digitale di cantiere e patente a crediti
Una delle innovazioni più significative è l’introduzione del badge digitale di cantiere, obbligatorio per tutte le imprese in appalto e subappalto, pubbliche e private. La tessera di riconoscimento sarà dotata di un codice univoco anti-contraffazione e servirà per registrare automaticamente le presenze nei cantieri, rendendo più semplice verificare la regolarità contributiva e il rispetto delle norme di sicurezza.
Come si legge nel testo, “al fine di garantire la tutela della salute, della sicurezza e dei diritti dei lavoratori, tutte le imprese edili in regime di appalto e subappalto pubblico o privato sono tenute a fornire ai propri dipendenti la tessera di riconoscimento corredata di fotografia, generalità, datore di lavoro, data di assunzione e, in caso di subappalto, relativa autorizzazione”. La tessera, “utilizzata come badge recante gli elementi identificativi del dipendente, è resa disponibile anche in modalità digitale tramite strumenti interoperabili con la piattaforma Siisl”.
Sul fronte delle sanzioni, vengono raddoppiate le multe per chi opera nei cantieri senza la patente a crediti, passando da un massimo di 6mila a 12mila euro.
Stop scuola-lavoro nelle attività ad alto rischio
Il decreto prevede inoltre un divieto per gli studenti di partecipare a progetti di alternanza scuola-lavoro in attività considerate ad alto rischio. L’Inail, parallelamente, lancerà campagne informative nelle scuole per diffondere la cultura della sicurezza.
“La formazione scuola-lavoro deve rappresentare un’occasione di crescita, non di rischio”, ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
Più tutela contro le molestie
Fra le novità figura anche l’obbligo per le imprese di adottare misure di prevenzione contro comportamenti violenti o molesti nei luoghi di lavoro, integrando così le misure generali previste dal decreto del 2008 sulla sicurezza.
L’obiettivo del governo
Calderone ha spiegato che “il nostro obiettivo è prevedere tutele sempre più ampie per le famiglie delle vittime di incidenti sul lavoro, paragonabili a quelle che vengono riconosciute alle vittime di mafia”.
Il provvedimento, ha aggiunto, è frutto di un confronto con le parti sociali e punta a “porre un argine al numero inaccettabile di morti sul lavoro”, che secondo l’Anmil resta “tragicamente alto”, con una vittima ogni otto ore.
La reazione dei sindacati: “Non risolve le cause delle morti sul lavoro”
I sindacati, tuttavia, accolgono il decreto con forte scetticismo.
Per la Fillea Cgil, “il decreto fotografa l’esistente senza intervenire su nessuna delle cause che portano a una media di circa 4 morti al giorno. Non salverà nessuna vittima e continueremo ad ascoltare l’ipocrisia del cordoglio e la retorica dei numeri”.
L’unico aspetto positivo, secondo il sindacato degli edili, è “l’introduzione del badge di cantiere, una tessera con codice anticontraffazione per tracciare presenze e regolarità contributiva”. Ma per il resto “restano irrisolte tutte le altre domande, a partire dall’annunciata stretta sui subappalti, ormai fuori controllo dopo le ultime modifiche del codice dei contratti volute da Salvini”.
Il segretario generale della Fillea, Antonio Di Franco, ha denunciato che “troppi ponteggi sono montati da imprese che si oppongono ai contratti nazionali dell’edilizia e non garantiscono ai lavoratori la necessaria formazione, eludendo obblighi formativi e verifica della congruità della manodopera. Se non viene regolato il subappalto verranno colpiti sempre lavoratori e sicurezza, perché ogni livello di appalto deve avere il suo margine di profitto”.
Di Franco ha inoltre criticato la “mancata istituzione di una procura nazionale che si occupi dei reati in materia di salute e sicurezza” e l’assenza del gratuito patrocinio per i familiari delle vittime, “che oltre al dolore devono sostenere spese legali, spesso contro imprese economicamente potenti in processi che durano anni”.
Sulla patente a punti, la posizione resta negativa:
“Non è uno strumento efficace”, ha affermato Di Franco.
Anche la Cisl ha espresso perplessità:
“Nel provvedimento mancano importanti elementi che avevamo segnalato al ministero”, ha fatto sapere il sindacato.
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