In autunno altre tre elezioni regionali: quanto peseranno sugli schieramenti e sul Governo
Liguria, Emilia Romagna e Umbria: che effetti sulla politica nazionale?
Due date sul calendario ci sono. Quelle di Liguria ( 27/28 ottobre) ed Emilia Romagna (17/18 novembre). Manca la terza, per l'Umbria. E manca ancora, particolare non da poco, anche qualche candidato governatore.
Poi alla corsa (un altro trittico) per le ultime tre elezioni regionali previste entro la fine del 2024 si potrebbe dare di fatto il via. Il centrosinistra parte avvantaggiato almeno in due casi su tre, ovvero Liguria ed Emilia, le regioni di maggior peso, almeno politicamente. La tornata nel complesso non dovrebbe influire molto sulle sorti del Governo Meloni, ma potrebbe cambiare pesi ed equilibri all'interno dei due schieramenti.
Liguria, c'è la data ma non i candidati
Della Liguria complice gli eventi giudiziari che hanno portato a queste elezioni con le dimissioni forzate del governatore Giovanni Toti per un'inchiesta su corruzione, si è già detto molto.
Ma probabilmente ci sarà da dire ancora. Il Centrosinistra corre deciso con l'ex ministro Andrea Orlando che, dopo quello di Conte e del M5S, potrebbe incassare anche il sostegno di Carlo Calenda (Azione) e Matteo Renzi (Italia Viva).
Ma le strategie e le decisioni definitive dell'ex presidente del Consiglio non sono ancora definitive.
Elezioni molto sentite
In Liguria il voto porterà alla formazione di un Consiglio regionale di 30 persone.
Nonostante una dimensione della Regione non larghissima, si tratta di elezioni molto sentite per la posizione molto strategica della Liguria (tra mare, Piemonte e l'Europa) e perché si tratta di una delle Regioni che hanno avuto la maggiore crescita e sviluppo negli ultimi anni in Italia e in Europa.
Anche il Centrodestra ancora senza un nome
Dopo il terremoto Toti, il Centrodestra è ancora nel caos: il nome del candidato governatore non c'è.
Edoardo Rixi della Lega si è tolto dalla mischia indicando l'opportunità di scegliere un "civico".
Ma anche in questo caso di nomi sul tavolo non sembrano essercene molti e forse neppure disponibili ad accettare la sfida.
La Lega, con il placet di Forza Italia, voleva cercare di arrivare a una quadra alla fine di questa settimana, ma da Fratelli d'Italia (pare per impegni di agende) è stato chiesto un rinvio.
Al momento, a data da destinarsi, dunque un segnale forse neanche troppo incoraggiante.
In Emilia Romagna si va a novembre
Qui il voto è previsto per il 17/18 novembre ed è una tornata elettorale che "pesa" perché andrà a decretare il successore di un "pezzo da novanta" come Stefano Bonaccini, governatore uscente approdato all'Europarlamento e perché esprimerà un "parlamentino" composto da 50 consiglieri regionali secondo questa ripartizione tra le province:
- Bologna 9 consiglieri
- Modena 6
- Reggio Emilia 5
- Parma 4
- Forlì-Cesena 4
- Ravenna 3
- Rimini 3
- Ferrara 3
- Piacenza 3
Anche in questo caso il Centrosinistra il nome ce l'ha.
Con il passare delle settimane si è infatti via via concretizzata la candidatura del sindaco di Ravenna Michele De Pascale, che ha già ricevuto la benedizione dell'assessore regionale Vincenzo Colla (anche lui a un certo punto tra i papabili candidati) e soprattutto proprio dell’ex presidente Bonaccini.
A dir la verità, qui il nome ce l'ha anche il Centrodestra.
Anche se con una "virata" un po' a sorpresa. Inizialmente infatti il nome più accreditato sembrava essere quello del capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Tommaso Foti (eletto nella Circoscrizione di Piacenza), ma poi la scelta è caduta su una candidatura civica: quella di Elena Ugolini, già Sottosegretaria all’istruzione durante il Governo Monti, indipendente dai partiti ma sostenuta da tutta la coalizione di centrodestra.
E l'Umbria quando?
Infine c'è l'Umbria che ancora non ha deciso la data e potrebbe accorparsi a una o l'altra tornata elettorale. Con il passare delle settimane è più facile che venga "aggregata" all'Emilia Romagna, a novembre.
Nella Regione finora governata dalla leghista Donatella Tesei verrà espresso un Consiglio di 20 rappresentanti territoriali con almeno 7 seggi assegnati in ogni caso alla minoranza.
Nonostante qualche discussione (soprattutto di coalizione), Tesei dovrebbe veder confermata la propria candidatura.
Il Centrosinistra vorrebbe invece affidarsi a una soluzione "civica": l'identikit corrisponde al nome di Stefania Proietti, attuale sindaco di Assisi. Il primo cittadino però non ha ancora sciolto le sue riserve.
Tanta curiosità infine su Alternativa Popolare il movimento del vulcanico sindaco di Terni Stefano Bandecchi.
Secondo alcuni potrebbe clamorosamente decidere di scendere in campo in prima persona.
Il nodo Renzi
Ma riavvolgiamo il nastro e il filo del discorso. In tutte queste disamine c'è da capire cosa farà Matteo Renzi con Italia Viva.
In Liguria ad esempio la condicio sine qua non che gli è stata posta per essere "imbarcato" nella coalizione che sosterrà Andrea Orlando è quella di "uscire" dalla maggioranza di Centrodestra che a Genova sostiene il sindaco Marco Bucci.
Renzi sembra essere ben disposto a questa soluzione, ma di fatto ha rilanciato sibillino:
"Va bene, ma se mettiamo questa regola deve valere anche per gli altri, per tutti".