In arrivo correzione sugli acconti Irpef: provvedimento del Governo per consentire applicazione delle tre aliquote
Dopo le polemiche seguite alla segnalazione di Cgil e Caf, il Mef si prepara a sanare il "pasticcio"

Il Governo tenta di mettere una pezza al caos esploso sugli acconti Irpef. Nelle ultime ore una segnalazione di alcuni Caf e della Cgil aveva fatto nascere il caso. Milioni di contribuenti avrebbero dovuto pagare un acconto più alto per poi ricevere indietro i soldi a conguaglio nel 2026. Questo perché nel pagamenti degli acconti veniva ancora impiegato il sistema a quattro aliquote, superato dalla riforma fiscale introdotta dal Governo.
In arrivo correzione sugli acconti Irpef
La Cgil aveva segnalato l'anomalia, chiedendo un rapido intervento da parte dell'Esecutivo per sanare una situazione che - secondo i calcoli dei sindacati - avrebbe portato a un esborso tra i 75 e i 260 euro in più per contribuente. Soldi non dovuti, che sarebbero stati comunque versati dai cittadini e "restituiti" soltanto tra un anno.
E naturalmente si è subito scatenata la polemica.
La nota del Mef
Sulla vicenda nelle ultime ore è arrivata una nota del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che ha di fatto ammesso il "pasticcio" e promesso un rapido intervento per sanare la situazione in vista delle prime dichiarazioni dei redditi:
"Relativamente all'applicazione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche sono pervenute segnalazioni da parte di alcuni Caf, riportate anche dagli organi di stampa, in merito a un maggior carico fiscale per i lavoratori dipendenti che verrebbero gravati dell'onere di versare l'acconto Irpef per l'anno 2025 anche in mancanza di redditi ulteriori rispetto a quelli già assoggettati a ritenuta d'acconto. In particolare, il predetto maggior onere fiscale deriverebbe, secondo l'interpretazione riportata dai Caf, dall'applicazione della disposizione contenuta nell'articolo 1, comma 4, del d.lgs. 30 dicembre 2023, n. 216, che, prevedendo la riduzione dal 25 al 23 per cento dell'aliquota Irpef per i redditi da 15.000 a 28.000 euro e l'innalzamento della detrazione di lavoro dipendente da 1.880 euro a 1.955 euro, ha stabilito che tali interventi non si applicano per la determinazione degli acconti dovuti per gli anni 2024 e 2025 per i quali si deve considerare la disciplina in vigore per l'anno 2023".
"Al riguardo - si premette che l'incongruenza evidenziata dai Caf deriva dal fatto che le aliquote, gli scaglioni e le detrazioni Irpef sono stati in una prima fase modificati in via temporanea, per un solo periodo d'imposta (2024), e successivamente stabilizzate a regime dal 2025. Inoltre, si fa presente che con la disposizione in questione si intendeva sterilizzare gli effetti delle modifiche alla disciplina Irpef soltanto in relazione agli acconti dovuti dai soggetti la cui dichiarazione dei redditi evidenziava una differenza a debito di Irpef, in quanto percettori di redditi ulteriori rispetto a quelli già assoggettati a ritenuta d'acconto. L'intenzione del legislatore non era, quindi, volta a intervenire nei confronti di soggetti, come la maggioranza dei lavoratori dipendenti e pensionati, che, in mancanza di altri redditi, non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Pertanto, la disposizione di cui all'articolo 1, comma 4, del d.lgs. 216/2023 va interpretata nel senso che l'acconto per l'anno 2025 è dovuto, con applicazione delle aliquote 2023, solo nei casi in cui risulti di ammontare superiore a euro 51,65 la differenza tra l'imposta relativa all'anno 2024 e le detrazioni, crediti d'imposta e ritenute d'acconto, il tutto però calcolato secondo la normativa applicabile al periodo d'imposta 2024".
"In ogni caso - conclude il Mef - in considerazione dei dubbi interpretativi posti, e al fine di salvaguardare tutti i contribuenti interessati, il Governo interverrà anche in via normativa per consentire l'applicazione delle nuove aliquote del 2025 per la determinazione dell'acconto. L'intervento sarà realizzato in tempo utile per evitare ai contribuenti aggravi in termini di dichiarazione e di versamento".