Moglie indagata per caporalato, il Prefetto si dimette da capo dell'Immigrazione
Come prevedibile, reazioni anche sul Governo per l'incredibile vicenda emersa in Puglia.
Immigrazione, capolarato: un caso di cronaca che di fatto si è già trasformato nel giro di poche ore in un vero e proprio polverone politico.
Come prevedibile, la vicenda di Rosalba Bisceglia, 55 anni di Manfredonia, moglie del prefetto Michele Di Bari, dal 2019 capo del Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione ha provocato un vero e proprio terremoto.
Immigrazione, caporalato e la moglie del Prefetto
La donna è destinataria di una misura cautelare emessa dal gip di Foggia di obbligo di dimora, mentre il marito si è dimesso dall'incarico che fa capo al Viminale, al Ministero dell'Interno.
La vicenda è "esplosa" nelle scorse ore dopo la conclusioni delle indagini della Procura e dei Carabinieri di Foggia.
La 55enne è titolare di una azienda agricola che produce olio d'oliva nel Gargano, ed è coinvolta con altre 15 persone nell’operazione contro il caporalato portata a termine dall'Arma nell'ambito della quale sono state arrestate 5 persone, due ora in carcere e tre ai domiciliari. Oltre la sua, dieci le aziende coinvolte.
Immigrazione e caporalato: le indagini
Le indagini dei militari hanno scoperchiato un sistema illegale di reclutamento, utilizzo e pagamento della manodopera messo in piedi da caporali e proprietari di aziende. Le sedici persone coinvolte nell’inchiesta devono rispondere, a vario titolo, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Un esempio su tutti: i lavoratori africani che coltivavano i loro terreni erano sfruttati, vivevano in capanne e ruderi fatiscenti di baraccopoli e i caporali pretendevano da loro anche del denaro sia per il trasporto, 5 euro, che per l’intermediazione, altri 5 euro.
La vicenda, il Prefetto, il Viminale: esploso il caso politico
Come era evidente e prevedibile, l'inchiesta della Procura e dei Carabinieri di Foggia è subito diventata un vero e proprio "bubbone" politico che vede ancora come principale bersaglio (dopo le vicende sbarchi e manifestazioni no vax nelle piazze) il Ministero dell'Interno e la sua attuale titolare Luciana Lamorgese.
Immigrazione, caporalato: le reazioni delle forze politiche
Non si è fatta attendere quella della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni:
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E sempre da Fdi, durissimo anche il commento del capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida: "Non basta che il capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale si dimetta dal proprio incarico. Dopo anni di continue criticità, serve una vera svolta per mettere la parola fine alla scandalosa gestione dei dossier in capo al ministero dell’Interno che ha in Lamorgese la principale responsabile. Si dimetta o sia Draghi a rimuoverla".
A chiedere di fare chiarezza e levare ogni possibile ombra è anche il Movimento 5 Stelle con il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia:
"Sull'azione delle istituzioni non può esserci nessuna ombra. È per questo che apprezziamo la scelta del prefetto Michele Di Bari di dimettersi. Confidiamo nel rapido lavoro della magistratura e invitiamo i partiti ad evitare strumentalizzazioni politiche"
A chiedere un intervento del Ministro in Aula, anche il senatore Francesco Laforgia di Liberi e uguali:
"Rispetteremo come sempre lo svolgimento delle indagini e il lavoro dei magistrati, però ci aspettiamo che la ministra dell'Interno venga in Aula a riferire sulla vicenda e su quale sia lo stato delle direttive sul contrasto al caporalato, che da anni infesta in particolare le regioni del Sud Italia"
Durissima anche la Lega anche se non direttamente attraverso Matteo Salvini: "Sbarchi clandestini raddoppiati. Centomila arrivi negli ultimi due anni. Un’Europa, su questo tema, assente e lontana. E oggi le dimissioni del capo dipartimento dell’Immigrazione. Disastro al Viminale".