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Ilva, il sindaco di Taranto ritira le dimissioni: "Ma non firmo l'accordo"

"Proporrò un rinvio, è finito il tempo delle scelte calate dall'alto"

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Ilva, il sindaco di Taranto ritira le dimissioni: "Ma non firmo l'accordo"
Piero Bitetti

Il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, ha deciso di ritirare le dimissioni presentate nei giorni scorsi. Una scelta arrivata dopo giorni di forti tensioni politiche, proteste ambientali e confronti istituzionali legati alla complessa vicenda dell’ex Ilva, lo storico impianto siderurgico al centro di un difficile processo di transizione ambientale.

Le motivazioni del dietrofront

Bitetti ha spiegato la sua decisione in un video pubblicato su Facebook il 31 luglio 2025, poco prima di partecipare al tavolo ministeriale convocato a Roma dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il sindaco ha ribadito la propria contrarietà all’attuale versione dell’accordo di programma per la decarbonizzazione dello stabilimento:

“Sono a Roma per rappresentare la città di Taranto. Al ministro dirò che l'accordo di programma, così come strutturato, non ci soddisfa e pertanto io non lo firmerò, così come hanno detto gli altri rappresentanti degli enti territoriali ai quali va il mio sentito ringraziamento. Proporrò al Mimit e ai firmatari il rinvio della seduta sull'accordo di programma”.

Bitetti ha poi chiarito la sua visione su cosa dovrebbe essere fatto per il futuro dell’ex Ilva:

“Voglio dire che il cambiamento non si predica, ma si realizza con proposte concrete e sostenibili. E sono qui anche per presentare un piano che consente di abbattere drasticamente i livelli di inquinamento nel percorso che ci porterà, che ci deve portare alla decarbonizzazione dell'ex Ilva, e quindi alla eliminazione dell'area a caldo. Questo è l'impegno che abbiamo preso con i tarantini e questo è ciò che va fatto.”

Il sindaco ha espresso in modo netto il proprio rifiuto a soluzioni calate dall’alto che non tengano conto delle esigenze del territorio:

“È finito il tempo delle scelte calate dall'alto che umiliano Taranto rendendola zona di sacrificio. Di sacrifici ne abbiamo fatti fin troppi e la salute e l'ambiente non possono essere mortificati sull'altare del profitto e dell'interesse nazionale. Per cambiare e conseguire risultati apprezzabili ci vorrà del tempo ma questo lo sapevamo”.

La questione delle dimissioni e le minacce ricevute

Il gesto delle dimissioni, ha spiegato Bitetti, è stato provocato da un grave episodio avvenuto il 28 luglio, quando è stato duramente contestato da alcune associazioni ambientaliste. Il sindaco ha anche sporto querela in Questura per quanto accaduto, sottolineando che il suo passo indietro non aveva motivazioni politiche:

“Le dimissioni sono state legate solo ed esclusivamente a quell'episodio. Volevo rappresentare con un gesto eclatante che queste misure, queste forme di protesta vanno condannate: le proteste vanno certamente sempre ascoltate ma gesti di violenza, minacce e intimidazioni assolutamente no.”

Ha poi aggiunto:

“Non ci sono motivi di carattere politico. Ho un documento sottoscritto dall'intera maggioranza che mi dà un mandato e non ci sono dubbi di sorta sulla tenuta della coalizione”.

Il vertice al Mimit e il confronto sull’accordo

Nel pomeriggio dello stesso giorno, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, si è tenuto il tanto atteso incontro per definire l’accordo interistituzionale sulla transizione ecologica dell’ex Ilva. Oltre al ministro Urso e al sindaco Bitetti, erano presenti il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, i commissari straordinari di Adi e Ilva in amministrazione straordinaria, oltre a rappresentanti del ministero della Salute, della Provincia di Taranto, del Comune di Statte e dell’Autorità Portuale del Mar Ionio (questi ultimi collegati da remoto).

A margine del vertice, è stata diffusa una nota ufficiale del Mimit. Si legge che, in base a quanto emerso durante la riunione, il Ministero ha dato mandato ai commissari di Adi in AS di recepire gli obiettivi di piena decarbonizzazione nell’aggiornamento della gara in corso.

Inoltre, su richiesta degli enti locali, è stata fissata una nuova riunione per il 12 agosto. Questo per consentire agli organi assembleari locali (come i consigli comunali) di esprimersi in modo compiuto sul piano di decarbonizzazione e anche sulla possibile collocazione del nuovo Polo del DRI, uno degli elementi chiave del progetto industriale.

Il ministro Urso ha commentato così l’esito dell’incontro:

“Andiamo avanti nell'augurio di raggiungere il maggior consenso possibile nel piano di decarbonizzazione dell'ex Ilva. Il negoziato proseguirà a oltranza per coniugare la transizione ambientale con la sostenibilità economica e produttiva. Con il consenso di tutti gli attori istituzionali, daremo indirizzo ai commissari di aggiornare subito la gara ai fini della piena decarbonizzazione. Questo accadrà nella prossima settimana”.

Urso ha anche annunciato che il giorno successivo, a Palazzo Chigi, si terrà un incontro con i sindacati per illustrare i risultati raggiunti e ascoltare le loro proposte.

Bitetti non firma

A chiusura dell’incontro al Mimit, il sindaco di Taranto ha confermato di non aver firmato alcun accordo, sottolineando la necessità di analizzare attentamente i documenti:

“Non ho firmato nulla. Sono senza penna. Abbiamo rinviato il confronto al 12 agosto per poter approfondire la nuova bozza di accordo di programma, così da consentire ai consiglieri comunali di valutare con attenzione. È necessario avere contezza di quelle che saranno le garanzie per la città di Taranto e i suoi abitanti. Ci hanno consegnato la bozza ma non ho avuto modo di leggerla ancora, sono documenti che richiedono un approfondimento serio con persone competenti.”

La partita sull’ex Ilva resta dunque apertissima, tra le richieste dei territori, gli impegni del governo e la pressione sempre più forte dell’opinione pubblica per una transizione ecologica reale, sostenibile e condivisa.