cambiamento epocale

Il Pd in Europa: "Sull'intelligenza artificiale no a negoziati coi colossi americani"

Benifei, relatore dell’AI Act: "No a pressioni per ridurre i limiti e dare vantaggi alle Big tech, sui dati delle persone e sul diritto d'autore"

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Intelligenza Artificiale, l'Europa come si sta muovendo? Benifei: "Non cediamo alla linea politica Usa"
Brando Benifei intervistato da Total Eu

L’intelligenza artificiale (IA) non è più una tecnologia di nicchia o una previsione futuristica, ma una realtà già presente nelle nostre vite quotidiane. Secondo numerosi esperti – tra cui il fondatore di Microsoft, Bill Gates – siamo di fronte a un cambiamento epocale che richiede risposte urgenti e coordinate da parte dei governi e delle istituzioni internazionali. Le implicazioni economiche, sociali ed etiche sono tali da spingere sempre più attori – dal mondo accademico alle aziende, fino alla politica – a interrogarsi su come gestire questa transizione con responsabilità e lungimiranza.

E' l'Europa come si sta muovendo?

La visione di Bill Gates

Bill Gates ha recentemente lanciato un forte appello sull’urgenza di regolamentare l’intelligenza artificiale in modo etico. In una conferenza tenutasi ad Harvard e durante un’intervista televisiva, ha previsto che entro i prossimi dieci anni gran parte delle attività umane – dalle professioni amministrative e legali fino a quelle creative – potrebbe essere svolta da sistemi intelligenti. Gates ha parlato di “intelligenza libera”, ovvero un possibile futuro in cui l’accesso universale a capacità cognitive avanzate sarà gratuito e trasformerà radicalmente il nostro rapporto con il lavoro, la scienza, la salute e l’educazione.

Intelligenza Artificiale, l'Europa come si sta muovendo? Benifei: "Non cediamo alla linea politica Usa"
Bill Gates

Tuttavia, questa visione porta con sé anche preoccupazioni: il rischio concreto è che l’IA possa aumentare le disuguaglianze, destabilizzare il mercato del lavoro e spingere fuori gioco intere categorie professionali. La vera sfida, secondo Gates, è politica ed etica: governare questo passaggio senza lasciare nessuno indietro.

L’Europa e la sfida regolatoria: l’AI Act sotto esame

In Europa, la risposta è arrivata attraverso l’AI Act, il primo grande regolamento al mondo dedicato alla regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Entrato ufficialmente in vigore nell’agosto 2024, il testo è stato salutato come un traguardo pionieristico per l’Unione Europea. Tuttavia, l’attuazione pratica di alcune delle sue disposizioni sta già sollevando forti critiche.

Uno degli aspetti più contestati riguarda il Codice di buone pratiche, un documento che dovrebbe guidare i fornitori di IA nel rispetto delle norme su sicurezza, trasparenza, rispetto del copyright, gestione dei dati e prevenzione dei rischi sistemici per diritti fondamentali, democrazia e libertà di informazione. Questo Codice è stato redatto in tre versioni dallo speciale AI Office, una struttura della Commissione Europea composta da esperti informatici, legali e politici. Ma proprio sulla terza bozza si è scatenata la bufera.

A marzo 2025, l’organizzazione Reporters Sans Frontières (RSF) si è ritirata dal forum consultivo che affianca l’AI Office, denunciando l’eccessiva influenza dell’industria tech nel processo decisionale e la mancanza di tutele per la libertà d’informazione. Secondo RSF, il Codice “non contiene una sola disposizione concreta per combattere i pericoli comprovati che l’IA pone all’accesso a informazioni affidabili”.

Una critica analoga è arrivata anche da quattro gruppi politici del Parlamento europeo – Popolari, Socialdemocratici, Liberali e Verdi – che, in una lettera firmata dall’eurodeputato Brando Benifei (Partito Democratico), relatore dell’AI Act, e altri protagonisti del negoziato, hanno espresso forte preoccupazione:

“Non è mai stata intenzione del legislatore rendere volontaria la valutazione dei rischi per la democrazia e i diritti fondamentali da parte dei fornitori di IA”.

IL PUNTO DI BENIFEI (A CURA DI TOTAL EU)

"L'Unione Europea non deve tornare indietro sull'applicazione delle sue normative digitali. Recentemente abbiamo visto le multe, comminate attraverso l'applicazione dell'AI. Ma questo vale anche per altre normative, oggi ci sono pressioni per ridurre l'implementazione dell'AI Act. Lo scopo è ridurre la portata delle sue regole, per dare vantaggi indebiti alle Big Tech americane. Un esempio? L'uso dei dati personali delle persone, ma anche i contenuti protetti dal diritto d'autore. Noi abbiamo bisogno, invece, di remunerare il lavoro creativo umano. Serve maggior trasparenza, sia per le imprese che per i cittadini e consumatori. Non pensiamo che queste norme possano entrare all'interno di un negoziato commerciale con gli Usa. E' fondamentale che l'Europa dimostri al mondo la volontà di mantenere un proprio modello di regolamentazione digitale, che rispetta alcuni principi che sono alla base dell'UE. Fra queste normative antitrust, concorrenza corretta e tutela dei consumatori", ha chiarito Benifei ai microfoni di Total Eu.

Il dem teme un possibile “cedimento alla linea politica degli Stati Uniti”, che spingerebbe per una regolamentazione più permissiva, a favore dei colossi tecnologici. Sarebbe un paradosso – sottolinea – poiché proprio l’Unione Europea ha voluto distinguersi con una normativa pensata per proteggere i cittadini dai rischi di un utilizzo indiscriminato dell’IA, come accade in altri contesti meno regolamentati.

La novità "multe"

Un esempio recente e concreto riguarda il "sistema multe". L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando i sistemi di controllo stradale, rendendo possibile il rilevamento non solo degli eccessi di velocità, ma anche di numerose altre infrazioni come l’uso del cellulare alla guida o i parcheggi irregolari. In Italia, da marzo 2025, sono stati introdotti i Tutor 3.0 su 26 tratte autostradali: rispetto ai vecchi tutor, questi calcolano la velocità media e grazie a IA e nuove telecamere possono rilevare anche sorpassi vietati, errori di corsia, veicoli contromano (soprattutto in gallerie lunghe) e sovraccarichi nei mezzi pesanti.

Intelligenza Artificiale, l'Europa come si sta muovendo? Benifei: "Non cediamo alla linea politica Usa"
Multe Autovelox

In Francia, è partita la sperimentazione degli Équipement de Terrain Urbain (Etu), autovelox intelligenti e discreti installati inizialmente a Tolosa e poi previsti anche a Marsiglia, Lione e altre città. Questi dispositivi, mimetizzati tra lampioni e arredo urbano, sono progettati per monitorare tratti urbani ad alto tasso di incidenti e possono rilevare più infrazioni contemporaneamente (es. passaggio col rosso e velocità eccessiva).

In futuro, saranno in grado di multare anche per uso del cellulare, mancato uso della cintura o soste vietate, rendendo possibili multe cumulative per più infrazioni in un’unica rilevazione.

Un’informazione costante da Bruxelles

Per seguire in modo puntuale e trasparente l’evoluzione di questo importante dossier e di tutti i principali temi politici europei, è attivo il lavoro di Total EU, casa di produzione specializzata nella copertura degli eventi delle istituzioni europee (Parlamento, Commissione, Consiglio), sia a Bruxelles che a Strasburgo.

Coordinata dal giornalista Alessio Pisanò, con oltre dieci anni di esperienza sugli affari comunitari, Total EU offre un servizio quotidiano per rimanere aggiornati su ciò che accade nel cuore dell’Europa. Questo progetto rappresenta un punto di riferimento essenziale per comprendere le strategie in atto e il modo in cui l’Europa intende affrontare le sfide del futuro – tra cui, senza dubbio, quella dell’intelligenza artificiale.

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