Il nuovo ministro all'Istruzione non si ferma: "Vietare l'uso dei cellulari in classe"
Valditara aveva già lanciato la "fatwa" contro chi non ha completato gli studi per il reddito di cittadinanza e proposto di mandare i bulli a scuola a fare lavori socialmente utili.
Linea "dura" del ministro all'Istruzione Giuseppe Valditara contro chat e furbetti dei compiti in classe: gli studenti non potranno tenere i cellulari durante le ore di lezione.
E' la proposta del rappresentante della Lega al Governo per dare "un freno" alle distrazioni in classe e per contrastare anche chi ne approfitta per copiare dal web in occasione di verifiche scritte e verifiche di profitto.
Distrazione e altro, la linea dura del neo ministro sui cellulari
La proposta del neo ministro va nell'ottica di riportare un clima di attenzione e rigore in classe, evitando facili distrazioni sul web e sui social.
Ma non solo, il provvedimento garantirebbe anche il massimo rigore in occasione di verifiche scritte e compiti, anche se su questo versante sono già numerosi i docenti che in tali circostanze hanno l'accortezza di "ritirare" temporaneamente (ma non senza polemiche) i telefoni ai ragazzi.
Valditara ha commentato così la sua proposta:
"Va nella direzione di garantire a studenti e un docenti un tempo di studio in classe senza distrazioni".
L'agenda del ministro: i bulli a scuola e i lavori utili
Del resto, quella del ministro sul fronte scuola e i comportamenti "non ortodossi" dei giovani studenti è un'agenda che in queste settimane è particolarmente "piena".
Basti pensare che in questi giorni c'è un altro tema molto attuale e "caldo", ovvero la proposta di prevedere lavori socialmente utili per quegli studenti che si rendono protagonisti di gravi casi di bullismo o violenza.
Un progetto articolato e ambizioso che prevede anche la collaborazione di imprese (Confindustria ha già manifestato parere favorevole all'idea) e sindacati. Nello spiegare la ratio del provvedimento, Valditara ha parlato anche di "umiliazione pubblica" come esperienza educativa. Una dichiarazione che ha suscitato più di una polemica:
"Le istituzioni non passano oltre, non se ne lavano le mani ma chiedono il coinvolgimento di quello che è essenziale nelle repressione delle devianze: il controllo sociale, la stigmatizzazione pubblica. Questo ragazzo ha compiuto un atto assolutamente da condannare, questo ragazzo ha sbagliato, e nessuno è legittimato a dire che in fondo aveva le sue ragioni".
"Quel ragazzo deve essere seguito: noi dobbiamo ripristinare non solo la scuola dei diritti, ma anche dei doveri. Deve fare lavori socialmente utili: perché soltanto lavorando per la collettività, per la comunità scolastica, umiliandosi anche — evviva l’umiliazione, che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità - è lui lì che si prende la responsabilità dei propri atti e fa lavori per la collettività. Da lì nasce il riscatto, la maturazione, la responsabilizzazione. Insomma, io credo che noi dobbiamo seriamente predisporre un pacchetto di misure perché così non si può più andare avanti, non solo per il rispetto di chi lavora nelle scuole ma anche per il futuro dei nostri ragazzi".
Giro di vite anche sul reddito di cittadinanza
Ma non è solo la questione ormai annosa dei cellulari in classe a dettare la linea del titolare dell'Istruzione.
Il rappresentante del Governo in queste ore ha anche ribadito la sua proposta di togliere il reddito di cittadinanza ai giovani che non hanno completato il loro percorso scolastico obbligatorio:
"O colmano questo gap o perdono il reddito".