Il Ministro alla Pubblica Amministrazione e punto di riferimento di Forza Italia in Piemonte, Paolo Zangrillo è stato duramente contestato in un momento di dibattito all’interno della Festa dell’Unità organizzata dal Partito democratico proprio nel capoluogo piemontese.

Il Ministro alla Festa dell’Unità, dibattito, fischi e contestazioni
Zangrillo, è stato accolto da una parte del pubblico con fischi e insulti mentre prendeva parte a un confronto sullo Ius Scholae.
In verità, sul tema legato alla proposta di Forza Italia riguardo il riconoscimento della cittadinanza italiana dopo il completamento di un certo percorso di studi era filato tutto relativamente liscio (salvo qualche mugugno, ma tutto sommato tollerabile e preventivabile).
Zangrillo ha infatti sottolineato:
“La cittadinanza italiana è un valore, non un automatismo. La proposta di Forza Italia è chiara. La cittadinanza va riconosciuta a chi ha frequentato e superato con profitto 10 anni di scuola in Italia. Perché non basta vivere qui: serve conoscere la lingua, la storia, la geografia e le leggi della Repubblica. Serve condividere i valori e la cultura del nostro Paese. La scuola è il luogo dove questo percorso prende forma. E solo chi lo completa con merito ha davvero diritto a sentirsi italiano”.
Sicurezza e occupazioni abusive, ecco il finimondo
Ma è stato invece quando il dibattito si è spostato sul tema sicurezza e su digressioni riguardanti occupazioni abusive che i toni si sono scaldati e non poco.
Perché se nelle scorse settimane si era sollevato un polverone di polemiche riguardo lo sgombero del centro sociale Leoncavallo a Milano, anche a Torino la questione è di estrema attualità.
E Zangrillo, l’ha ribadito proprio nel sottolineare la necessità di una maggior sicurezza in città:
“Non dobbiamo rendere la vita impossibile ai cittadini, corso Giulio Cesare è diventato pericolosissimo. A mia figlia ho vietato di andarci. Il sindaco però non ascolta le nostre preoccupazioni e per tutta risposta ha legalizzato il centro sociale Askatasuna“.
A quel punto è partita una fortissima contestazione nei confronti del rappresentante del Governo rendendo di fatto impossibile la prosecuzione del dibattito e costringendo lo stesso Zangrillo ad ad abbandonare la kermesse del Pd.
Le parole del ministro
Al termine dell’incontro, Zangrillo ha diffuso una nota nella quale ha ribadito la sua convinzione che il dialogo sia la base della democrazia e ha espresso rammarico per i toni usati nei suoi confronti:
“Fischi, insulti e aggressività verbale non appartengono a un confronto civile, c’è la necessità di riportare la politica su un piano di rispetto reciproco. Dialogo e confronto sono alle basi della nostra democrazia”.
E ancora:
“E’ grave che un partito che si definisce democratico usi linguaggi violenti e ostili verso chi la pensa in un modo diverso”.
La reazione di Giorgia Meloni
Solidarietà al ministro è arrivata dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha condannato l’accaduto.

Anche la premier, tra l’altro leader di un partito, Fratelli d’Italia, ha ricordato come il confronto politico, anche quando acceso, non debba mai scivolare nell’aggressione verbale e ha invitato tutte le parti a contribuire a un clima più costruttivo.
Solidarietà anche dal presidente del Senato e co-fondatore di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa:

“Spiace apprendere che Paolo Zangrillo, Ministro della Pubblica amministrazione e segretario di Forza Italia in Piemonte, sia stato insultato e costretto a lasciare il palco della festa dell’Unità a Torino. Si tratta dell’ennesimo grave episodio di intolleranza nei confronti di chi ha idee politiche diverse. Rinnovo l’invito affinché linguaggi violenti e ostili lascino spazio al confronto, anche duro ma comunque democratico e rispettoso”.
La posizione di Forza Italia
E naturalmente dopo l’accaduto, anche Forza Italia ha voluto stigmatizzare la contestazione nei confronti del proprio esponente.
I capigruppo azzurri a Senato e Camera, Maurizio Gasparri e Paolo Barelli, hanno infatti chiesto al Partito Democratico di prendere ufficialmente le distanze dai comportamenti della platea:

“Il rispetto delle istituzioni dovrebbe essere un principio condiviso e non messo in discussione nemmeno durante manifestazioni di parte”.
Sulla stessa linea d’onda la collega di partito e Ministro all’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini (tra l’altro anche lei spesso vittima di contestazioni):

“E’ triste che un momento pensato per il dialogo e il confronto politico si trasformi in occasione di offesa”.
I commenti del Partito democratico
Il Centrodestra e in particolare Forza Italia in queste ore hanno invitato la segretaria del Pd Elly Schlein a condannare l’accaduto e a prendere le distanze dai contestatori.
Al momento non ci sono ancora state però dichiarazioni ufficiali da parte della numero dem.
A commentare le contestazioni è stata stata però Anna Rossomando sul palco nel dibattito con Zangrillo:

“Zangrillo ha iniziato a fare attacchi violenti nei toni e nei contenuti contro l’Amministrazione al punto che il dibattito si è acceso”.
Solo leggermente più conciliante nei toni, ma non senza stoccate, invece la nota stampa del segretario del Pd a Torino, Marcello Mazzù:

“La Festa dell’Unità è pensata come spazio di confronto politico, non solo interno al PD ma anche con altri soggetti. L’invito a Zangrillo nasceva dal desiderio (da parte del PD) di discutere il tema della cittadinanza, anche se le sue posizioni su questo tema erano più “timide” rispetto a quelle del PD”.
“Per il PD è stato deludente constatare che Zangrillo avrebbe impedito un confronto più specifico, definendolo non prioritario per gli italiani, come per esempio quando ha liquidato alcune questioni relative alle periferie o citato problemi di sicurezza nelle zone come corso Giulio Cesare. Nonostante la tensione, il PD ha invitato la platea a mantenere la calma; io stesso mi sono avvicinato al coordinatore di Forza Italia a Torino, Marco Fontana, per calmare i toni”.