Polemiche furibonde

Il ministro Roccella: “Le gite ad Auschwitz servivano a dire che l’antisemitismo era solo fascista”

La frase durante il convegno organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Liliana Segre: "La memoria fa male solo a chi ha scheletri negli armadi"

Il ministro Roccella: “Le gite ad Auschwitz servivano a dire che l’antisemitismo era solo fascista”

Una frase shock, che ha suscitato profonda indignazione e scatenato forti polemiche. Durante il convegno organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella ha definito “le gite scolastiche ad Auschwitz incoraggiate e valorizzate per trasmettere l’idea che l’antisemitismo fosse un fenomeno storico confinato al fascismo”.

Roccella ha aggiunto:

“Il gusto con cui si usa la parola genocidio, ributtandola in faccia a chi del genocidio ha un’esperienza documentata e precisa, è sconvolgente”.

La polemica sulle “gite scolastiche” ad Auschwitz

La parte più contestata del suo intervento riguarda i viaggi della memoria ad Auschwitz, che la ministra ha definito in modo provocatorio “gite scolastiche”.

“Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz, cosa sono state? Sono state gite? A che cosa sono servite?” Queste iniziative sono state incoraggiate e valorizzate per trasmettere l’idea che l’antisemitismo fosse un fenomeno storico confinato al fascismo”.

Le parole hanno immediatamente suscitato reazioni politiche trasversali, accusando la ministra di “offendere la memoria delle vittime della Shoah”.

Le reazioni politiche: “Parole deliranti e pericolose”

Il senatore Francesco Verducci (Partito Democratico), vicepresidente della Commissione straordinaria contro razzismo e antisemitismo, ha parlato di “parole deliranti”.

“Negano una verità storica incontrovertibile. I viaggi di istruzione ad Auschwitz servono a onorare la memoria delle vittime del nazifascismo e a educare le nuove generazioni. Mai si era arrivati a violare la memoria di Auschwitz per una polemica politica”.

Anche la deputata Silvia Roggiani (PD) ha condannato con fermezza le affermazioni di Roccella:

“Sostenere che i viaggi della memoria servano solo a confinare l’antisemitismo nel fascismo è un insulto alla storia e alla memoria. Quelle visite non sono gite, ma un atto di educazione civile”.

La replica della ministra Roccella: “Parole strumentalizzate”

Di fronte alle critiche, la ministra ha replicato parlando di una strumentalizzazione politica delle sue parole:

“Mi rendo conto che la sinistra non sappia più che pesci prendere. Si preferisce far finta di non capire pur di attaccare”.

Roccella ha poi precisato la sua posizione, riconoscendo il valore educativo dei viaggi della memoria:

“I viaggi ad Auschwitz sono fondamentali per trasmettere alle giovani generazioni la memoria dell’orrore del Novecento. Tuttavia, condannare l’antisemitismo del passato senza affrontare quello di oggi – che si manifesta anche in chi sostiene Hamas o alimenta odio con pretesti geopolitici – significa strumentalizzare la storia”.

Liliana Segre risponde: “La memoria fa male solo a chi ha scheletri negli armadi”

Durissima la reazione della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah, che ha espresso incredulità per le parole della ministra:

“Stento a credere che una ministra della Repubblica possa definire ‘gite’ i viaggi di istruzione ad Auschwitz. Quale sarebbe la colpa di voler educare alla memoria?”.

Segre ha poi ricordato che durante la Seconda guerra mondiale i nazisti, con la collaborazione dei fascisti della RSI, costruirono una vera e propria “industria della morte” contro ebrei, rom, sinti e altre minoranze.

“La memoria storica è la base della formazione delle nuove generazioni. Fa male solo a chi ha scheletri negli armadi”.

Non si è fatta attendere la risposta della ministra:

“Chiamerò al telefono la senatrice e molto volentieri andrò in audizione sull’antisemitismo di ieri e sull’antisemitismo di oggi. Immaginare che le mie parole fossero negazioniste è ridicolo, prima che strumentale. Chiarirò ogni dubbio”.