Il Governo impugna la legge sul terzo mandato in Trentino, ma la Lega non è d'accordo: scontro in maggioranza
La decisione dell’Esecutivo divide la coalizione e accende il dibattito sull’autonomia: al centro la candidatura di Fugatti e le ripercussioni su altre Regioni a Statuto Speciale

Oggi, 19 maggio 2025, il Consiglio dei ministri ha deliberato di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge approvata dalla Provincia autonoma di Trento che estende da due a tre il numero massimo di mandati consecutivi per il presidente della Provincia. La norma, sostenuta dalla Lega, aprirebbe la strada a una terza candidatura di Maurizio Fugatti.
La decisione del Governo è maturata al termine di una riunione accesa, caratterizzata da un forte confronto tra i ministri. La delibera è stata approvata nonostante l’opposizione della Lega, che ha votato contro.
Il Governo impugna la legge sul terzo mandato in Trentino
Si trattava dell’ultimo giorno utile per presentare ricorso alla Consulta. L’obiettivo dell’esecutivo è contestare la legittimità della legge trentina alla luce dei principi stabiliti dalla Corte nella recente sentenza sul terzo mandato in Campania, che ha portato allo stop della norma pro-De Luca. Tuttavia, il caso trentino si inserisce in un contesto diverso, trattandosi di una Provincia autonoma, quindi dotata di un proprio statuto speciale.
Fugatti: “Un atto politico contro l’autonomia del Trentino”
Il presidente Fugatti ha reagito con fermezza, parlando di un "atto istituzionale molto pesante contro le prerogative dell'autonomia trentina" e attribuendo alla decisione del governo una valenza politica più che tecnica. Ha ricordato che, secondo quanto emerso anche nella sentenza sulla Campania, le autonomie speciali avrebbero competenza legislativa esclusiva in materia di ordinamento degli organi di governo.

Zaia: “La Consulta difficilmente darà ragione al governo”
Anche Luca Zaia, presidente del Veneto e collega leghista di Fugatti, ha espresso dubbi sulla legittimità del ricorso governativo. Dal palco del Festival delle Regioni, ha dichiarato che la Corte costituzionale potrebbe avere difficoltà a sostenere la posizione dell’Esecutivo in questo caso. Ha poi ribadito il proprio sostegno a Fugatti e Massimiliano Fedriga, sottolineando l’importanza del principio di libertà per le Regioni e Province a statuto speciale.

FdI: “Il limite dei mandati deve valere per tutti”
Diversa la posizione di Fratelli d’Italia. Galeazzo Bignami, capogruppo alla Camera, ha ribadito che il limite ai mandati deve essere applicato ovunque, tranne nei casi in cui siano previste esplicite deroghe dallo statuto speciale. In assenza di queste, l’impugnazione è, a suo dire, "la logica conseguenza".
Tensioni nella maggioranza
La mossa del governo ha acuito le tensioni interne alla coalizione di centrodestra. La Lega, storicamente contraria al limite dei mandati, ha già subito la decisione della Consulta che ha bloccato una possibile nuova candidatura per De Luca in Campania e, potenzialmente, anche per Zaia in Veneto. Roberto Calderoli, leghista e ministro per gli Affari regionali, aveva espresso in precedenza perplessità sull’impugnazione, definendola priva di motivazioni tecniche e motivata invece da considerazioni politiche.
L’approvazione della legge trentina ad aprile – voluta dalla Lega – aveva già generato tensioni tra gli alleati, con tre consiglieri di Fratelli d’Italia che si erano apertamente dissociati.
Le possibili conseguenze sul Friuli Venezia Giulia
La decisione del governo potrebbe avere un impatto anche sul Friuli Venezia Giulia, un’altra Regione a statuto speciale, dove il governatore leghista Massimiliano Fedriga potrebbe valutare una terza candidatura.
“Il governo delle Regioni speciali e l’organizzazione dell’autogoverno spettano al Consiglio regionale o provinciale,” ha commentato Fedriga, sottolineando come questa interpretazione sia coerente con quanto indicato dalla Corte nella sentenza sul caso Campania.

In caso di bocciatura della legge trentina da parte della Consulta, il precedente potrebbe compromettere anche le ambizioni di Fedriga, benché una norma locale – approvata in Friuli – potrebbe ancora consentirgli di candidarsi. Fratelli d’Italia, tuttavia, sostiene che il principio del limite dei mandati vada esteso uniformemente, posizione che lascia fredda la Lega e alimenta ulteriori frizioni.
In definitiva, l’impugnazione della norma trentina non è solo una questione giuridica, ma il nodo simbolico e politico di un confronto molto più ampio: quello tra autonomie regionali e centralismo.