DURANTE UNA RIVOLTA

Il caso del video del presunto pestaggio nel Cpr di Gorizia

Agenti in tenuta anti-sommossa costringono un migrante insanguinato a entrare in una stanza. La Questura: "Nessuna violenza"

Il caso del video del presunto pestaggio nel Cpr di Gorizia
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Da mesi, il Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) di Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, è al centro di forti tensioni. Proteste, rivolte, condizioni igienico-sanitarie precarie e sospetti maltrattamenti sono all’ordine del giorno in quella che il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori di Polizia (SIULP) ha definito “una bomba a orologeria”.

 

 

Le pesanti accuse della rete No Cpr

L’ultimo episodio risale alla notte tra il 5 e 6 giugno ed è stato documentato da due video diffusi dalla rete di attivisti "Mai più lager – No ai Cpr". Nelle immagini si vede un uomo trattenuto nel centro, con indosso soltanto degli slip, correre tra le celle visibilmente agitato, inseguito da un gruppo di agenti in tenuta anti-sommossa. Il filmato mostra i poliziotti strattonare l’uomo e spingerlo dentro una stanza.

Un secondo video, diffuso successivamente, lo ritrae disteso a terra, con il volto coperto di sangue. Secondo gli attivisti, si tratta dello stesso individuo, “pestato brutalmente” dopo una delle tante proteste nate in seguito al sospetto focolaio di scabbia esploso nel centro.

Il caso del video del presunto pestaggio nel Cpr di Gorizia
Un frame del video che ritrae l'uomo dal volto insanguinato

Le accuse della rete No Cpr sono pesanti: “Da settimane riceviamo segnalazioni di macchie e pustole pruriginose sui corpi dei detenuti. Le celle sono sporche, pulite solo saltuariamente e spesso dagli stessi ospiti, con magliette e asciugamani”.

Le immagini, denunciano, sarebbero solo un frammento di una realtà quotidiana di degrado e violenza, aggravata da condizioni sanitarie che definiscono “fuori controllo”.

A sostegno delle preoccupazioni espresse dagli attivisti sono intervenuti anche diversi esponenti politici. Angelo Bonelli (AVS) ha presentato un’interrogazione parlamentare urgente al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, chiedendo chiarimenti su quanto accaduto.

I Cpr sono luoghi di detenzione per migranti che non hanno commesso reati. Le immagini di agenti in assetto antisommossa e un uomo con il volto insanguinato sono inaccettabili in uno Stato di diritto”.

Angelo Bonelli

Sulla stessa linea Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Partito Democratico, che ha definito l’episodio “molto grave” e ha invocato la chiusura del centro per “le condizioni di vita e lavoro estreme”.

Linda Tomasinsig, ex sindaca di Gradisca ed esponente del Pd Fvg, ha rincarato la dose:

"Quel video mostra ciò che accade quasi quotidianamente. Il centro è al limite e la situazione è fuori controllo”.

Anche Gianfranco Schiavone, presidente dell’Ics (Consorzio Italiano di Solidarietà), ha dichiarato:

I Cpr sono luoghi di violenza. Lo dimostrano anni di rapporti e denunce, incluso quello del Comitato Europeo contro la Tortura”.

La Questura smentisce ogni accusa

Di tutt’altro avviso la Questura di Gorizia, che ha risposto con una nota ufficiale smentendo categoricamente ogni accusa:

Non c’è stato alcun pestaggio e infatti non esiste alcuna prova documentale. Gli ospiti del Cpr hanno la possibilità di possedere telefonini e avrebbero potuto facilmente riprendere qualsiasi abuso”.

Secondo la versione fornita dalle autorità, la sera del 5 giugno alcuni ospiti del centro avrebbero appiccato incendi nella cosiddetta "zona blu". La Polizia di Stato, con il supporto della Guardia di Finanza, sarebbe intervenuta per garantire la sicurezza del personale dell’Ente Gestore, affrontando lanci di bottiglie e suppellettili da parte dei trattenuti.

Gli ospiti sono stati fatti rientrare nelle loro stanze, come mostrato da un video in cui un soggetto, a torso nudo, viene accompagnato nella propria stanza”, prosegue la questura. “Un’ora dopo, lo stesso soggetto è stato visto disteso a terra e bagnato. Medicato in infermeria per una lesione superficiale di 2 cm al capo, ha dichiarato di essersi ferito cadendo accidentalmente. L’Ente gestore segnala che l’uomo è già stato protagonista di episodi con dinamiche compatibili con atti autolesionistici a fini strumentali”. La polizia aggiunge che un altro video del 6 giugno mostrerebbe una “messinscena enfatizzata con effetti visivi e simulazione di svenimento”.

Infine, la questura annuncia di riservarsi di procedere legalmente contro coloro che hanno accusato le forze dell’ordine di atti di violenza non comprovati. Parallelamente, anche la denuncia del migrante coinvolto – che secondo le autorità avrebbe inscenato la ferita – è attualmente al vaglio.

Il caso continua a sollevare polemiche e spaccature: da un lato le denunce di attivisti, migranti e opposizione politica, dall’altro la versione ufficiale delle forze dell’ordine che parlano di strumentalizzazioni e mistificazioni. Nel frattempo, resta irrisolto il problema di fondo: le condizioni strutturali e sanitarie del centro di Gradisca d’Isonzo, definite da più parti “indegne”, e già oggetto di una bocciatura ufficiale da parte del Consiglio d’Europa.

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