LE RAGIONI DELLA SPACCATURA

I guai del Pd e la spallata di Conte, che sogna il sorpasso alle Europee

Conte sogna un domani a Palazzo Chigi e può riuscirci solo col sostegno del Pd. Ma allora invece che ingraziarsi i dem, perché spara a zero contro di loro un giorno sì e l'altro anche?

I guai del Pd e la spallata di Conte, che sogna il sorpasso alle Europee
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Il futuro del Centrosinistra e delle dinamiche tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle passa per Torino e Bari.

Tra Piemonte e Puglia si gioca infatti la partita tra Pd vs M5S per la leadership nel Centrosinistra nel breve periodo e per iniziare a pianificare le strategie per le prossime Politiche.

Conte-Schlein, dal campo largo alla guerra per la leadership

Dal successo del campo largo in Sardegna l'asse dem-pentastellati aveva sognato il colpaccio anche in Abruzzo, ma la conferma del governatore Marsilio per il Centrodestra ha rimescolato tutte le carte in gioco.

Anche perché nel frattempo, gli scossoni giudiziari su Bari e Torino (e più in generale su Puglia e Piemonte) hanno portato a un clamoroso e forse inaspettato irrigidimento nei rapporti tra Giuseppe Conte ed Elly Schlein.

La "cancellazione" delle primarie a Bari da parte dell'ex presidente del Consiglio è stato il primo punto di un'alleanza che sta iniziando a sgretolarsi.

E poco importa che dem e 5S stiano cercando disperatamente di trovare un "terzo nome" che metta d'accordo tutti e riesca a ovviare alla cancellazione delle consultazioni preliminari.

Dopo la Puglia, il Piemonte: i guai del Pd

Dopo la Puglia il Pd ora trema per il Piemonte.

Come raccontato da Prima Torino infatti il consigliere e capogruppo del Pd in Piemonte, Raffaele Gallo ha deciso di rinunciare alla sua candidatura e si è dimesso in anticipo anche dal suo posto in Aula.

Lo ha ufficializzato dopo il clamore per il filone investigativo che sta interessando il padre Salvatore per un'inchiesta giudiziaria sul voto di scambio a Torino e nella Regione.

Un'inchiesta che portando un vero terremoto, all'emergere di un vero e proprio "sistema" perché dietro alla promessa di un voto c'era la promessa di favori personali, regalie, nomine in Consigli di Amministrazione e via dicendo.

Gli scossoni giudiziari  e i sondaggi, Conte prova la spallata

Il dato di fatto oggettivo è che gli scossoni giudiziari che stanno interessando in queste settimane il Partito democratico (e in Puglia c'è stato anche il pasticciaccio del comizio del governatore Emiliano e del racconto della visita a una sorella di un boss) hanno rimescolato e non poco le dinamiche in coso.

In particolare, quanto il Centrosinistra aveva "costruito" in questi mesi tanto da portare alla coniazione del termine "campo largo" appunto per le elezioni (vinte) in Sardegna.

Un esperimento cui era seguito addirittura un "campo larghissimo" con l'adesione anche di Azione e Italia Viva per cercare il colpaccio in Abruzzo. Esperimento "allargato" durato però lo spazio di un "amen" visto che per la Basilicata Calenda e Renzi hanno invece deciso di appoggiare il Centrodestra.

L'altro scossone al Pd in queste ultime ore potrebbe invece darlo direttamente Giuseppe Conte.

Il Pd ci mette una pezza: il codice di autoregolamentazione

Intanto i dem corrono ai ripari: obiettivo, scremare a monte, evitare il più possibile mele marce. Come? Con un codice di autoregolamentazione per i candidati. Il Pd l'aveva messo a punto per la segreteria del partito commissariata in Campania, ma le stesse regole (rigide, ma di buonsenso) saranno applicate in tutta Italia.

Tra queste, l'acquisizione del casellario giudiziario e del certificato penale dei candidati, oltre a un'autodichiarazione con cui si impegnano a denunciare alle sedi competenti e agli organi di Partito eventuali fenomeni di condizionamento del voto, di voto di scambio, di intimidazione nel corso della campagna elettorale o altri tentativi di intimidazione, di corruzione o di concussione nel corso del proprio mandato elettivo o amministrativo.

I candidati dovranno sottoscrivere il “codice etico” del partito e dovranno dichiarare di non essere in condizioni di incandidabilità rispetto al codice di autoregolamentazione antimafia e dovranno impegnarsi a comunicare agli organi di garanzia del partito ogni eventuale variazione della propria posizione.

Europee, i pentastellati provano il sorpasso

I sondaggi infatti danno appaiati Pd e M5s e a questo punto l'ex presidente del Consiglio sogna un clamoroso sorpasso alle Europee.

E in ultima analisi pare proprio questa la molla che ha motivato la spaccatura di Conte con la Schlein: il tentativo di aumentare il consenso all'interno dell'opposizione sopra qualsiasi logica di coalizione.

Non è un segreto che Conte sogni di tornare a Palazzo Chigi ed è elementare pensare che non possa farlo da solo: l'unica chance è che il Pd offra il proprio sostegno, rinunciando ad esprimere il candidato premier (anche perché di figure forti i dem finora non sono riusciti ad esprimerne)

Ma allora invece che ingraziarsi i dem, perché Conte spara a zero contro di loro un giorno sì e l'altro anche? Evidentemente perché la partita per il dopo Meloni è lontanissima e nel breve periodo è molto più funzionale marcare le differenze con i democratici tentando di capitalizzare il consenso fra l'elettorato non di centrodestra (tanto per "fare pace" c'è sempre tempo).

Le inchieste sulla compravendita di voti in Piemonte e Puglia che hanno visto coinvolti alcuni esponenti locali del Pd hanno offerto il pretesto, che il gioco valga la candela per i pentastellati lo si saprà solo una volta chiuse le urne per Strasburgo.

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