Green pass, ora anche Salvini sposa la linea dura per i No vax
Regioni e Governo impegnate a cercare soluzioni di buon senso che consentano di arginare i contagi e scongiurare chiusure.
Alla fine si è convinto anche lui. Su Covid, restrizioni e l'allarme sulla nuova quarta ondata di contagi anche il leader della Lega, Matteo Salvini ora sposa la linea del rigore sui non vaccinati proposta dal Governo e sollecitata a gran voce dalle Regioni e persino dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Restrizioni per i No vax: si convince anche Salvini
La svolta del Capitano è arrivata nelle scorse ore, sei giorni dopo l'uscita dove il leader della Lega si era espresso contro il Green Pass spiegando che l'obiettivo di Governo e forze politiche "non è discriminare, il tampone è sicuro". E soprattutto a poche ore dalla cabina di regia e dal Consiglio dei ministri che vareranno il Super Green pass.
Ma non solo, più sobriamente e in una visione a più ampio respiro, a fine ottobre, l'ex ministro dell'Interno aveva manifestato la speranza che con l'inizio del nuovo anno il Green Pass potesse essere eliminato e si potesse andare al lavoro e nei luoghi di socialità senza mostrare documenti o certificazioni.
Green Pass, il cambio di prospettiva
Nelle scorse ore, il cambio di prospettiva. Forse figlio non solo del sentimento popolare anche di molti elettori, dell'azione politica e amministrativa di governatori di Regioni importanti e strategiche (su tutti, Massimiliano Fedriga per il Friuli, Luca Zaia per il Veneto e Attilio Fontana per la Lombardia).
Ultimo in ordine di tempo, ma decisamente non meno importante anche l'uscita dei giorni scorsi del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ha detto apertamente come eventuali nuove restrizioni non debbano andare a penalizzare chi, fin dal primo momento, ha sposato la linea del vaccino e della scienza.
Del resto, il mutato orientamento di Salvini, ovvero una linea del rigore per i No vax è arrivata proprio dopo una riunione in videoconferenza con i presidenti di Regione della Lega. Dove sono emerse posizioni di rigore e attenzione che del resto erano già state messe sul tavolo al Ministro Roberto Speranza da tutte le Regioni. In particolare su uso mascherine e divieto di assembramenti.
Lo spettro è evidentemente quello del ritorno alle zone gialle o arancioni, ma l'idea comune è di non andare a penalizzare chi ha aderito fin dall'inizio con senso civico e responsabilità alla campagna vaccinale anti Covid.
Una mazzata per l'economia
Pur senza lasciare il campo ad allarmismi, Salvini sembra essersi convinto a sposare la linea del rigore per i No vax nell'ottica di salvare la stagione turistica invernale, lo shopping natalizio nelle grandi città (con le polemiche per le 19 settimane consecutive in cui Milano al sabato è ostaggio dei cortei) e le attività di cinema, teatri, ristorazione e altri luoghi di socialità.
Un concetto che, a inizio settimana, è stato ribadito anche dal presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, mentre i colleghi Zaia e Fedriga sono alle prese con la gestione dell'impennata di contagi nei loro territori.
"Si lavora insieme con il Governo con buonsenso per evitare chiusure, eccessive complicazioni per gli italiani e messaggi allarmistici", ha commentato Salvini al termine dell'incontro in videoconferenza con i governatori.