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Giornata Mondiale del Rifugiato, Meritocrazia Italia: "Nessun compromesso sui diritti umani"

Mauriello: "Il riconoscimento del diritto alla protezione non è un’opzione politica, ma un dovere giuridico e morale"

Giornata Mondiale del Rifugiato, Meritocrazia Italia: "Nessun compromesso sui diritti umani"
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In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che cade il 20 giugno, istituita dalle Nazioni Unite per celebrare la forza e il coraggio di chi è costretto a fuggire da persecuzioni, guerre o violazioni sistemiche dei diritti umani, Meritocrazia Italia riafferma il proprio impegno per una gestione responsabile, umanamente sostenibile e giuridicamente fondata del fenomeno migratorio e del sistema di protezione internazionale.

La Giornata Mondiale del Rifugiato

I dati più recenti dell’UNHCR confermano che oltre 120 milioni di persone nel mondo sono oggi in condizione di forzato dislocamento. Tra questi, donne, uomini e minori che arrivano in Europa e in particolare in Italia, spesso primo approdo mediterraneo, alla ricerca di protezione e dignità.

"Troppo spesso, tuttavia, l’accoglienza si riduce a una risposta emergenziale, incapace di garantire procedure eque, strutture adeguate e una reale prospettiva di inclusione - spiega il presidente di Meritocrazia Italia Walter Mauriello -  Una modalità non coerente né con i principi fondamentali sanciti dalla Convenzione di Ginevra del 1951, né con gli obblighi dell’ordinamento costituzionale italiano. Il diritto d’asilo, previsto dall’art. 10, comma 3, della Costituzione, non può essere svilito da dinamiche opache, arbitrarie o inadeguate".

"Accogliere significa gestire con lungimiranza, sicurezza, giustizia ed equilibrio. E deve essere il primo passo verso l’integrazione".

Le proposte di Meritocrazia Italia

Meritocrazia Italia ritiene che sia possibile, e necessario, coniugare il diritto alla protezione dei vulnerabili con la tutela dell’ordine pubblico, della coesione sociale e dell’equilibrio istituzionale. Per questo chiede di puntare su:

  •  tempistiche certe e regole uniformi, con l’introduzione di termini massimi vincolanti (30 giorni) per l’esame delle domande di protezione internazionale, con standard procedurali omogenei su tutto il territorio nazionale, al fine di evitare disparità e garantire effettività del diritto;
  •  potenziamento della rete pubblica dell’accoglienza, con superamento delle strutture private non conformi, attraverso la creazione di centri pubblici multidisciplinari, sottoposti a controlli qualitativi permanenti e orientati alla persona;
  •  attivazione di corridoi umanitari sicuri e regolati, in collaborazione con organismi internazionali e la società civile, per sottrarre i più vulnerabili alle reti criminali e alle rotte illegali;
  •  valorizzazione del merito e delle competenze, con attivazione di percorsi formativi e professionali calibrati sui bisogni del tessuto economico nazionale, per favorire l’autonomia individuale e l’utilità sociale;
  •  istituzione di un’autorità indipendente per il monitoraggio del sistema d’asilo con obbligo di trasparenza pubblica su tempi, costi, risultati e indicatori di efficienza ed efficacia del sistema;
  •  standard europei per l’accoglienza, con creazione di centri dignitosi, adeguati, in linea con i parametri di Eurodac e del Regolamento Dublino, sottoposti a monitoraggio continuo da parte di enti terzi indipendenti;
  •  pianificazione territoriale equa, con adozione di piani locali di accoglienza proporzionati, capaci di evitare concentrazioni disfunzionali e di promuovere la distribuzione solidale dei richiedenti asilo tra Regioni e Comuni;
  • selezione e formazione dei migranti per settori con carenza occupazionale, in stretta sinergia con il mondo imprenditoriale e le parti sociali, per favorire l’integrazione attiva e la riduzione delle sacche di marginalità;
  • percorsi obbligatori di integrazione, con partecipazione a programmi di alfabetizzazione linguistica, educazione civica e formazione professionale come condizione per il mantenimento dell’accoglienza;
  •  collaborazione internazionale strutturata, con il consolidamento di accordi di cooperazione con i Paesi di origine e di transito, per distinguere le migrazioni forzate da quelle economiche irregolari e rafforzare i meccanismi di riammissione.

"Il riconoscimento del diritto alla protezione non è un’opzione politica, ma un dovere giuridico e morale, cui deve accompagnarsi una visione strategica, capace di tradurre l’accoglienza in opportunità per tutti", conclude il presidente Walter Mauriello.

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