LEGGE DI BILANCIO

Giorgetti: “Sulla Manovra noi massacrati, ma siamo nel giusto”

Il ministro: "Chi prende 2mila euro al mese non è ricco". Schlein: "Ora di ridistribuire la ricchezza"

Giorgetti: “Sulla Manovra noi massacrati, ma siamo nel giusto”

“La prossima manovra finanziaria del governo Meloni non favorisce i ricchi“.

A dirlo chiaramente è Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, che durante un’intervista al Festival Bergamo Città d’Impresa ha difeso con decisione l’impianto della Legge di Bilancio 2026.

Secondo Giorgetti, l’obiettivo della manovra è sostenere il ceto medio e i redditi medi, non privilegiare le fasce più alte della popolazione, come invece sostengono le opposizioni.

“Bisogna capire se consideriamo ricco chi guadagna 45mila euro lordi l’anno”, ha spiegato il Ministro, invitando a valutare “la manovra nel suo complesso e non per singoli interventi”.

Per capirci: tra imposte, addizionali e contributi, uno stipendio lordo di 45.000 euro l’anno corrisponde a un netto in busta paga di poco superiore ai duemila euro.

Giorgetti: “Sforzo concreto per i redditi fino a 50mila euro”

Il titolare del MEF ha rivendicato la coerenza e la continuità con le politiche economiche degli ultimi anni, ricordando che nel 2024 erano stati destinati 18 miliardi di euro per il taglio del cuneo contributivo sui redditi fino a 35mila euro.

“Quest’anno – ha aggiunto – abbiamo fatto un passo in più, estendendo la misura fino ai 50mila euro. È un intervento concreto a favore del ceto medio”.

Il Ministro ha poi sottolineato che la manovra non si limita al taglio delle tasse:

“Va letta nel suo insieme, perché prevede un doppio intervento: da un lato una riduzione fiscale, dall’altro incentivi per il rinnovo dei contratti di lavoro, in particolare per chi guadagna fino a 28mila euro l’anno”.

“Massacrati da chi può farlo, ma siamo nel giusto”

Alle critiche delle opposizioni, Giorgetti ha risposto con fermezza:

“Abbiamo cercato di aiutare chi guadagna cifre ragionevoli, non i ricchi. Ma siamo stati massacrati da chi ha il potere di farlo. Non importa: siamo convinti di essere nel giusto”.

Secondo il Ministro, la manovra Meloni 2026 punta a riequilibrare la pressione fiscale e sostenere le famiglie e i lavoratori che più hanno risentito dell’inflazione e dell’aumento dei costi energetici.

Schlein (PD): “Guardate i dati Istat, non quelli del PD”

Non si è fatta attendere la replica di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, che da Napoli – durante il congresso dei Giovani Democratici – ha contestato la linea del governo:

“Il ministro Giorgetti dovrebbe guardare i dati dell’Istat, non quelli del Pd. L’Istat ha certificato che l’intervento sull’aliquota Irpef favorisce per l’85% le famiglie più ricche della fascia interessata”.

Schlein ha aggiunto che la manovra produce benefici sproporzionati:

“Chi guadagna 30mila euro avrà 30 euro in più l’anno, chi ne guadagna 199mila ne avrà 440. È evidente che si avvantaggiano i redditi alti”.

La leader dem ha poi puntato il dito sulla pressione fiscale, che secondo i dati del Governo “ha raggiunto il massimo degli ultimi dieci anni, al 42,8%”.

“Giorgetti lo sa bene – ha concluso – perché è lui che ha firmato quei documenti”.

Manovra per il ceto medio o per i più ricchi?

Il confronto tra governo e opposizione sulla Legge di Bilancio 2026 resta aperto. Da un lato Giorgetti rivendica una manovra equa e orientata alla classe media; dall’altro Schlein accusa l’esecutivo Meloni di privilegiare ancora una volta i redditi più alti.

Quel che è certo è che il dibattito sulla politica economica italiana continuerà a essere centrale nei prossimi mesi, con particolare attenzione agli effetti concreti della manovra su famiglie, lavoratori e imprese.