Franceschini spariglia le carte: "La Destra la battiamo marciando divisi" (e Conte plaude)
L'ex segretario: "È sufficiente stringere un accordo sul terzo dei seggi che si assegnano con i collegi uninominali" (poi dopo il voto, il premier lo si decide in parlamento)

Sinistra, o meglio ancora Pd, se ci sei, batti un colpo. Detto fatto.
Ultimamente i democratici non brillano particolarmente per invettive nel confronti del Governo (sia per forza che per temi), eppure - per usare un'espressione abusata - c'è vita su Marte: è bastata la proposta lanciata dall'ex Ministro Franceschini ad aprire il dibattito nel partito con un occhio a legge elettorale e future elezioni. Del resto, il tema è caldo, nei giorni scorsi anche l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva lanciato la proposta di tornare alle "preferenze", forte del pensiero favorevole sul tema anche della premier Giorgia Meloni.
Il lodo Franceschini, un'apparente "divisione" per centrare il bersaglio
Ecco allora che l'ex Ministro ed ex segretario ha messo sul tavolo l'idea di una strategia diversa in vista delle prossime Politiche.
Una proposta che va esattamente in direzione opposta del campo larghissimo. Ma solo apparentemente può sembrare uno "strappo" o una contraddizione come spiegato dallo stesso Franceschini:
"Si dice spesso che la Destra si batte uniti. Io sono invece convinto che la destra la battiamo marciando divisi. I partiti sono diversi e lo resteranno, è inutile fingere che si possa fare un’operazione come fu quella dell’Ulivo".
Una considerazione spiegata ulteriormente guardando alle "divisioni" tra le diverse forze in campo su grandi temi di politica interna o estera. Sulla seconda ad esempio negli ultimi tempi sono emerse le divergenze e le contraddizioni più evidenti tra Pd e M5S:
"Si vada ognuno per proprio conto, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale. È sufficiente stringere un accordo sul terzo dei seggi che si assegnano con i collegi uninominali per battere i candidati della destra".
Niente "strappi" o corse solitarie, una proposta "calcolata"
Ma come detto, non si tratterebbe dunque di "strappi", "colpi di testa" o corse in solitaria, ma piuttosto di una proposta ponderata e studiata a tavolino che riguarderebbe i seggi (1/3) che si assegnano con il sistema uninominale con i partiti poi "liberi" di correre da soli sul proporzionale.
Del resto, Franceschini è da sempre arguto e sapiente stratega delle grandi operazioni del Pd: tanto per intenderci quelle che hanno visto protagonisti Pierluigi Bersani, Matteo Renzi e la stessa Elly Schlein a un certo punto "benedetta" quasi a sorpresa alla guida del partito (a proposito, nei giorni scorsi gliele ha "cantate" anche Elodie: "Sono di sinistra, ma non voterei mai Elly Schlein perché le manca il carisma. Ho idee diverse, ma devo ammettere che invece Giorgia Meloni di carisma ne ha eccome").
Ecco allora che il ragionamento nella sua finezza politica è semplice: l'alleanza va siglata, ma è inutile inseguire convergenze su tutto. Si stabiliscano pochi punti, poi ognuno corra per sé con i suoi temi da proporre agli elettori.
Una strategia che avrebbe ricadute anche sulle valutazioni riguardo il candidato premier. Anche qui il ragionamento è semplice, ma soprattutto molto pratico: visto che attualmente la legge non obbliga a indicarlo, l'idea è di vedere dopo le elezioni in base ai voti raccolti da ciascun partito.
Prodi scettico, il professore dice no
A stretto giro di posta, l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi non ha nascosto il suo scetticismo (ma in molti nel Pd sono tiepidi e la stessa segretaria del partito Elly Schlein si è mostrata molto dubbiosa) verso la proposta di Franceschini:

"La disunione non fa la forza, i leader del Centrosinistra non rinuncino all'idea di un'alleanza con un programma comune. Altrimenti, si possono anche vincere magari le elezioni, ma si uccide il Paese".
Idea stuzzicante, Conte per il M5S dice sì
A sorpresa ma forse nemmeno troppo l'idea ha trovato nelle scorse ore l'apprezzamento dell'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte:
"È una proposta che guardo con attenzione, perché è un tentativo di rendere compatibili le differenze. L'importante è condividere l'obiettivo di porre al centro dell'azione politica il cambiamento della società".

E ancora, sullo scetticismo di Prodi:
"Ci stiamo confrontando, ma sarebbe cinico presentarsi in coalizione ed esibire una unità fittizia senza misurarsi concretamente anche sulle questioni che ci dividono. Sarebbe una finta alleanza che si sfalderebbe il giorno dopo le elezioni. Ad ogni modo la storia e l'identità del M5S vanno rispettate. Il confronto con le altre forze è possibile solo in un quadro di chiarezza e di coerenza".