diritti al palo

Governo impugna legge toscana sul suicidio assistito. Ira di opposizioni e alleati, Zaia: "Se rivendicano competenze, facciano la legge"

Il governatore Giani: "Invece di lavorare su una legge nazionale attesa da anni, si colpisce chi prova a dare risposte”

Governo impugna legge toscana sul suicidio assistito. Ira di opposizioni e alleati, Zaia: "Se rivendicano competenze, facciano la legge"
Pubblicato:

Il Governo italiano ha deciso di impugnare la legge regionale della Toscana sul fine vita, approvata il 14 marzo 2025. Il provvedimento, il primo del suo genere in Italia, stabilisce le modalità organizzative per consentire il suicidio medicalmente assistito secondo quanto previsto dalle sentenze della Corte Costituzionale, in particolare la n. 242 del 2019 e la più recente n. 135 del 2024. Vale la pena ricordare che il nodo non è la possibilità di accedere a questo diritto, per i malati, ma ruota intorno - esclusivamente - a tempistiche e modalità.

Secondo l’Esecutivo, tuttavia, la norma viola le competenze esclusive dello Stato in materia di ordinamento civile e penale. La decisione, formalizzata in un comunicato del Consiglio dei Ministri lo scorso 9 maggio 2025, ha immediatamente innescato un’ondata di reazioni politiche, istituzionali e civiche.

A tuonare anche membri della maggioranza, come Luca Zaia, pezzo da novanta della Lega.

Cosa dice la legge toscana impugnata dal Governo?

La Legge Regionale n. 16/2025 della Toscana rappresenta un tentativo concreto di colmare un vuoto normativo nazionale e di dare attuazione alle indicazioni della Corte Costituzionale, che fin dal 2019 ha sollecitato il Parlamento a intervenire con una legge organica in materia di fine vita. La legge toscana si propone di garantire l’accesso alla procedura di suicidio medicalmente assistito per pazienti che si trovino in condizioni particolarmente critiche, nel rispetto della dignità e dell’autodeterminazione della persona.

Per accedere a questo percorso, devono essere soddisfatti precisi requisiti: la persona deve essere affetta da una patologia irreversibile, con sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili, e dipendere da trattamenti di sostegno vitale. Deve inoltre essere capace di esprimere una volontà libera e consapevole.

La procedura prevede che l’interessato (o un suo delegato) presenti una domanda alla propria azienda sanitaria locale, che a sua volta la trasmette a una Commissione multidisciplinare permanente e al Comitato per l’etica clinica. La Commissione ha venti giorni di tempo per valutare se sussistano tutti i requisiti stabiliti dalla legge. Le prestazioni previste sono gratuite.

Il precedente giuridico: la sentenza della Consulta

La base legale a cui la Toscana fa riferimento è la storica sentenza n. 242 del 2019 della Corte Costituzionale. In essa, i giudici hanno stabilito che non è punibile, in determinate circostanze, chi agevola il suicidio di una persona capace di intendere e volere, affetta da una patologia irreversibile, sottoposta a trattamenti di sostegno vitale, che viva sofferenze intollerabili e abbia manifestato chiaramente la volontà di porre fine alla propria vita. La Consulta aveva inoltre invitato il Parlamento a legiferare con urgenza, ma a distanza di sei anni nessuna delle proposte depositate ha avuto un iter concreto.

Fine vita, Governo impugna legge in Toscana. Ira di opposizioni (e degli alleati) Zaia: "Se rivendicano competenze, facciano la legge"
Liberi Subito, appello per una legge regionale

In questo vuoto legislativo si è inserita l’attività dell’Associazione Luca Coscioni, che ha promosso la campagna “Liberi subito” raccogliendo firme in diverse Regioni italiane per presentare leggi regionali ispirate a quei criteri. La Toscana è, al momento, l’unica Regione ad aver tradotto quelle indicazioni in una legge approvata.

Lo scontro istituzionale

La decisione del Governo Meloni di impugnare la norma toscana ha acceso un acceso dibattito politico. Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha definito la scelta dell’esecutivo “paradossale”, accusando il Governo di ostacolare chi ha cercato di applicare quanto stabilito dalla Corte Costituzionale:

“Invece di lavorare su una legge nazionale attesa da anni, si colpisce chi prova a dare risposte”.

Fine vita, Governo impugna legge in Toscana. Ira di opposizioni (e degli alleati) Zaia: "Se rivendicano competenze, facciano la legge"
Eugenio Giani

Sulla stessa linea il presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, mentre a livello nazionale si sono levate numerose voci di protesta da parte delle opposizioni.

Marco Furfaro, deputato del Partito Democratico, ha parlato di “una violenza sulle persone che soffrono”, mentre Angelo Bonelli (Alleanza Verdi-Sinistra) ha definito la mossa del governo “un atto di ferocia ideologica”. Per Marietta Tidei (Italia Viva), la decisione è un segno di miopia e insensibilità.

Carlo Calenda, leader di Azione, ha sollevato una questione etica:

“Abbiamo bisogno di una legge sul fine vita, è questione di umanità e di decenza”.

Riccardo Magi, di +Europa, ha puntato il dito contro l’incoerenza dell’esecutivo, accusandolo di ipocrisia rispetto al tema dell’autonomia regionale. I parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno parlato di “uno schiaffo medioevale a chi soffre”.

Ira degli alleati: capofila il leghista Luca Zaia

Ma le critiche non arrivano solo dall’opposizione. Una voce fuori dal coro, e di peso all’interno della stessa maggioranza, è quella del presidente del Veneto, Luca Zaia. In un’intervista al Corriere della Sera, Zaia ha affermato:

“Bisogna uscire dall’ipocrisia tutta italiana di far finta che il suicidio assistito non esista. Esiste eccome. Le Regioni se ne devono occupare ogni giorno. Se il governo impugna la legge toscana per rivendicare la propria competenza, allora eserciti quella competenza e faccia una legge nazionale”.

Zaia ha anche ricordato che in Veneto si era tentato un percorso simile, con una proposta di legge regionale promossa sempre con il supporto dell’Associazione Coscioni. Anche in quel caso, però, la norma non ha superato il voto in Consiglio Regionale.

“Questo – ha sottolineato Zaia – non è un tema di destra o sinistra. È un tema etico. In entrambi gli schieramenti ci sono persone favorevoli e contrarie. Serve una discussione seria e condivisa”.

Fine vita, Governo impugna legge in Toscana. Ira di opposizioni (e degli alleati) Zaia: "Se rivendicano competenze, facciano la legge"
Campagna Pro Life contro Zaia, favorevole alla legge sul suicidio assistito

Testamento biologico e cure palliative in Toscana

La Regione Toscana non si è limitata alla legge sul suicidio assistito. È da tempo impegnata anche nella diffusione del testamento biologico, le cosiddette Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), previste dalla legge nazionale n. 219/2017. Ogni cittadino maggiorenne e capace di intendere e volere può redigere una DAT per esprimere in anticipo la propria volontà su trattamenti sanitari da ricevere o rifiutare, qualora un giorno non fosse più in grado di decidere autonomamente.

Le DAT possono essere compilate come atto pubblico o scrittura privata autenticata da un notaio, oppure consegnate in forma semplice all’Ufficio di Stato Civile del proprio Comune. È anche possibile nominare un fiduciario che agisca in nome del disponente. In Toscana è attivo un centro di ascolto regionale (055 4385067) per fornire informazioni e orientamento. Le DAT vengono registrate nella Banca Dati Nazionale del Ministero della Salute.

Fine vita, Governo impugna legge in Toscana. Ira di opposizioni (e degli alleati) Zaia: "Se rivendicano competenze, facciano la legge"
Testamento biologico

Infine, la Regione ha anche potenziato la rete delle cure palliative, attraverso un piano che punta a raggiungere entro il 2028 una copertura del 90% del fabbisogno. I servizi includono assistenza domiciliare tramite le Unità di Cure Palliative, hospice residenziali, cure palliative ospedaliere e supporto psicologico per pazienti e familiari. Per informazioni è disponibile anche un numero verde regionale (800 880101).

Uno snodo cruciale

La vicenda della legge toscana sul fine vita mette in evidenza una profonda frattura istituzionale, politica e culturale. Da un lato, il Governo rivendica il primato legislativo dello Stato su materie di rilievo penale e civile; dall’altro, una Regione che si fa carico delle richieste dei cittadini e delle indicazioni della Consulta. In mezzo, il vuoto lasciato da un Parlamento che da anni rinvia ogni intervento su un tema che tocca la vita – e la morte – di persone reali.

La partita non è solo giuridica. È una questione di coscienza collettiva. E, come ha detto Zaia, se non si affronterà per scelta, finirà per imporsi per necessità.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali