Che terremoto in Sicilia. Ma i gradi delle scale sismiche (fortunatamente) nulla c’entrano.
Quelle della politica, invece sì, eccome. E hanno riportato suo malgrado alla ribalta uno dei personaggi più discussi e controversi della storia politica dell’isola.
Perché Salvatore “Totò” Cuffaro è finito nuovamente sotto la lente della giustizia e della Magistratura.

Per la Procura di Palermo, l’ex presidente della Regione, avrebbe guidato un sistema di potere politico-mafioso legato agli appalti pubblici in sanità e nei consorzi regionali.
Quello che i magistrati nelle loro carte investigative hanno definito come un “comitato d’affari occulto”.
L’inchiesta a Palermo, il blitz all’alba a casa dell’ex governatore
È scattata all’alba un’operazione dei Carabinieri del Ros nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Palermo su un presunto sistema di corruzione e condizionamento amministrativo nella gestione di nomine e appalti pubblici in Sicilia.
Quella che fa più scalpore già dalla giornata di ieri è che tra i 18 indagati figura l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, a cui è stato notificato un decreto di perquisizione e un invito a comparire per l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari.
Le ipotesi dell’accusa, la “rete” di Cuffaro
Sotto la lente della magistratura è finito tanto del percorso politico dell’ex governatore (è stato alla guida della Regione Sicilia dal 2001 al 2008), ora presidente della nuova Democrazia Cristiana.
Secondo l’ipotesi accusatoria, Cuffaro avrebbe infatti utilizzato la rete di rapporti costruita nel corso della sua attività spesa nel servizio pubblico per orientare concorsi, gare e nomine in settori strategici della pubblica amministrazione.
In particolare, sempre secondo il quadro investigativo delineato dagli inquirenti, nei settori della sanità e opere pubbliche. Il tutto a beneficio di imprenditori e dirigenti a lui vicini.
In cambio, si legge ancora dalle carte della Procura, “avrebbe consolidato il proprio peso politico ed elettorale”.
Il “comitato d’affari occulto”, gli altri indagati
Ma oltre a Cuffaro, sta rimbombando l’eco legata anche alle altre persone coinvolte dall’inchiesta.
Tra gli indagati compare anche l’ex ministro all’Agricoltura (durante un Governo Berlusconi) Saverio Romano, oggi parlamentare di Noi Moderati.

Per entrambi i magistrati hanno richiesto la misura dei domiciliari, che potrà essere disposta solo dopo l’interrogatorio, come prevede la normativa vigente.
L’indagine, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, ipotizza l’esistenza di un “comitato d’affari” capace appunto di influenzare le scelte amministrative della Regione.
Le carte dell’inchiesta descrivono un sistema di relazioni volto a “condizionare l’attività di indirizzo politico-amministrativo attraverso nomine mirate e rapporti preferenziali con aziende fornitrici della pubblica amministrazione”.
Altri indagati risultano Vito Raso, oggi segretario particolare dell’assessore regionale alla famiglia, Nuccia Albano, e Antonio Abbonato, già responsabile della IV circoscrizione di Palermo.
In un filone investigativo legato agli appalti sanitari filone risultano invece coinvolti, tra gli altri, Roberto Colletti, ex direttore generale dell’azienda, e Antonio Iacono, presidente della commissione esaminatrice.
Entrambi sono accusati di aver accettato promesse di incarichi o sostegni politici per favorire determinate assunzioni.
Le vicende sotto la lente della Magistratura
In tutto il quadro investigativo, due sono le vicende sulle quali gli inquirenti hanno maggiormente concentrato la loro attenzione:
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una gara d’appalto bandita dall’Asp di Siracusa, che sarebbe stata orientata a favore della società Dussmann Service S.r.l., in cambio di vantaggi occupazionali e subappalti a imprese considerate “amiche”.
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un concorso per operatori socio-sanitari all’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo, che secondo gli inquirenti sarebbe stato manipolato per far assumere candidati segnalati proprio dall’ex governatore della Regione.
I commenti dei protagonisti: “Zittire gli sciacalli”
Anni fa a seguito di un’altra inchiesta giudiziaria che lo aveva interessato (e parzialmente travolto), in un’intervista Cuffaro aveva spiegato che “solo chi non fa, non sbaglia”.
Oggi, di sue dichiarazioni ufficiali non ce ne sono, ma l’ex governatore attraverso i suoi legali, ha dichiarato piena fiducia nella magistratura.
Chi parlerà in pubblico invece è l’ex Ministro Romano che, dove aver appreso dell’indagine dai media, ha annunciato una conferenza stampa per chiarire la propria posizione.
Anzi, in pubblico ha già parlato in un post su Facebook per annunciare il momento d’incontro con i giornalisti, commentando la cosa in modo più che eloquente:
“Per chiarire, per chiedere spiegazioni, oltre che per zittire gli sciacalli”.
Da quanto si è appreso Cuffaro dovrà comparire davanti al Gip il 14 novembre.