IL 18 NOVEMBRE

Ex Ilva, il Governo incontrerà di nuovo i sindacati: “Riprendere il dialogo”

Incontro a Palazzo Chigi dopo lo stallo sul piano di rilancio

Ex Ilva, il Governo incontrerà di nuovo i sindacati: “Riprendere il dialogo”

Dopo lo stallo sul piano di rilancio dell’ex Ilva, il Governo convoca nuovamente Fim, Fiom e Uilm per “riprendere il dialogo” sulle prospettive occupazionali dei lavoratori.

Ex Ilva, il Governo incontrerà di nuovo i sindacati

Il Governo prova a riannodare i fili del dialogo sulla crisi dell’ex Ilva.

Dopo il duro scontro e il rigetto del piano di rilancio da parte dei sindacati, Palazzo Chigi ha convocato per martedì 18 novembre 2025 alle ore 15, nella Sala Verde, un nuovo incontro con le organizzazioni sindacali.

“Il Governo, dando concreto seguito alla disponibilità a proseguire il confronto sull’ex Ilva, riaffermata in occasione dell’incontro di ieri, ha convocato le organizzazioni sindacali al fine di riprendere il dialogo sulle prospettive occupazionali dei lavoratori del Gruppo”, si legge nella nota diffusa dall’Esecutivo.

Scontro sul piano di decarbonizzazione

A far precipitare la situazione è stato il nuovo piano di decarbonizzazione presentato dal Governo alle sigle metalmeccaniche – otto slide in otto pagine – che avrebbe dovuto delineare la strategia per rilanciare il polo siderurgico di Taranto.

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L’ex Ilva

Un documento che i sindacati hanno definito senza mezzi termini un piano di morte per l’ex prima acciaieria d’Europa, accusando l’Esecutivo di voler mascherare dietro l’obiettivo green una drastica riduzione della produzione e dell’occupazione.

Il progetto governativo, definito a ciclo corto, puntava ad accelerare i tempi della decarbonizzazione in quattro anni, mantenendo almeno sulla carta la continuità produttiva e l’obiettivo di trasformare l’Italia nel primo paese europeo a produrre solo acciaio verde.

“Serve un piano vero, l’intervento dello Stato”

Tuttavia, nel documento si prevede anche un aumento significativo del ricorso alla cassa integrazione straordinaria, che passerebbe da 4.550 a 5.700 lavoratori già entro dicembre, per poi arrivare a 6mila unità con la fermata delle batterie di cokefazione a inizio gennaio.

Il Governo ha annunciato l’introduzione di una norma ad hoc per garantire la copertura finanziaria delle integrazioni al reddito. Ma le sigle Fim, Fiom e Uilm hanno reagito duramente, accusando il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso di gestire la crisi senza una visione industriale e chiedendo l’intervento diretto della presidente Meloni.

Non possiamo accettare che la più grande crisi industriale del Paese venga liquidata con otto slide – dichiarano i sindacati – Serve un piano vero, serve l’intervento dello Stato per garantire investimenti, sicurezza e futuro ai lavoratori e al territorio.”

Attesa per il vertice del 18 novembre

Sul fronte politico, Urso ha replicato durante il question time alla Camera, rivendicando piena trasparenza e la presenza di tre potenziali player interessati alla partita per Ilva e Acciaierie d’Italia, anche se finora non è emerso alcun acquirente di peso.

La vertenza ex Ilva resta la più complessa e delicata del panorama industriale italiano. Il polo siderurgico di Taranto si trova in un equilibrio precario tra le esigenze ambientali, la necessità di continuità produttiva e la tutela dell’occupazione.

Il nuovo vertice del 18 novembre sarà dunque un banco di prova decisivo.