Sorpresa nella Manovra

Ma era proprio necessario eliminare il limite dei 240mila euro di stipendio per i supermanager pubblici?

La novità farà certamente discutere perché molto spesso i compensi extralarge nella pubblica amministrazione non sempre si traducono in risultati.

Ma era proprio necessario eliminare il limite dei 240mila euro di stipendio per i supermanager pubblici?
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La "manovra" corre alla Camera, ma uno dei suoi provvedimenti in queste ore sta facendo discutere e una domanda sorge spontanea: era davvero necessario eliminare il tetto dei 240mila euro di stipendio per i super manager pubblici?

Salta il tetto sullo stipendio dei manager: via libera dalla Camera

Di fatto, attraverso il voto di fiducia che caratterizzerà il passaggio della manovra alla Camera, i deputati si troveranno oggi (mercoledì 29 dicembre 2021) a confermare quanto era stato emendato in Senato.

A livello d'immagine, si tratta di una situazione che sta facendo arricciare il naso alle parti politiche non solo dell'opposizione, ma anche della maggioranza: il concetto è che è tutto "blindato" con buona pace dell'autonomia del Parlamento.

Maxi stipendio e super manager

Ma torniamo al tema dei maxi stipendi ai manager statali, attuale e molto dibattuto, in particolare per gli scarsi risultati che spesso hanno portato dirigenti da maxi stipendi a realtà pubbliche dove erano stati "messi" per risollevarne le sorti.

L'eliminazione del "tetto" dei 240mila euro di stipendio massimo per i dipendenti pubblici e di conseguenza anche per i superconsulenti della Pubblica amministrazione avrà senz'altro conseguenze, almeno nel dibattito politico.

E specie in un periodo storico-economico (segnato dalla crisi e dalla pandemia) dove a tutti, (quasi) indistintamente è stato chiesto di fare più di un sacrificio.

Il tetto dei 240mila e... l'Istat

A dir la verità, formalmente la soglia massima degli emolumenti resterà quella dei 240mila euro, ma la possibilità dei ritocchi verso l'alto attraverso l'Istat finiranno con alzare tale soglia.

Un primo adeguamento Istat nel breve medio periodo (a partire dal 2023) è ipotizzato intorno a una percentuale del 3,48%, dunque le retribuzioni dovrebbero sfiorare i 250mila euro.

Ora, dopo anni di battaglie, l'emendamento sul tetto dei maxi stipendi riproporrà temi già ampiamente dibattuti come quelli di "casta", "super privilegi", "scarsi risultati", "spreco nelle pubbliche amministrazioni".

Dibattiti che trovano spesso il loro sfogo sull'utilità ed efficienza della "macchina statale" e spesso dei suoi tanti "carrozzoni" oltre che di realtà pubbliche che più di una volta non hanno certo brillato per i loro risultati (basti pensare ad Alitalia) in termini di competitività.

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