Ha voluto incontrare i “suoi” giornalisti e stare un po’ con loro. E il messaggio che ha voluto lanciare è stato chiaro:
“Continueremo a informare senza farci intimidire”.
Nel pomeriggio di ieri, domenica 30 novembre 2025, John Elkann, l’amministratore delegato di Exor, la holding finanziaria olandese che in Italia è controllata dalla famiglia Agnelli e di fatto editore de La Stampa ha fatto visita alla sede del quotidiano a Torino in via Lugaro.
La visita dell’editore dopo il raid dei ProPal
Elkann ha portato la solidarietà della famiglia Agnelli alla redazione e al gruppo Gedi (editore anche di Repubblica) dopo il raid vandalico di un gruppo ProPal nel pomeriggio di venerdì 28 novembre.
In quell’occasione i cancelli dell’edificio sede del quotidiano erano stati ricoperti con secchi di letame, mentre sui muri erano comparse diverse scritte: in rosso “Fuck Stampa” e in verde “Free Shahin“.

Poi una decina di persone avevano forzato un ingresso secondario facendo irruzione all’interno della redazione: qui avevano rovesciato pile di giornali e libri, buttati a terra documenti e materiali dalle scrivanie, imbrattate le pareti con vernice spray.
Il raid era stato filmato dal Kollettivo studentesco autonomo e diffuso sui social e grazie anche all’immagini della videosorveglianza la Digos aveva provveduto a identificare 34 persone poi denunciate.
La solidarietà di Elkann, il suo discorso ai giornalisti
Elkann ha portato solidarietà ai giornalisti, ai dipendenti e ha assicurato che verranno potenziate le misure di sicurezza.

E infatti già oggi, lunedì 1 dicembre 2025, è in programma un incontro con il Comitato di redazione per condividere protocolli di sicurezza ulteriormente rafforzati.
Poi il rappresentante della famiglia Agnelli ha aggiunto:
“Continueremo a informare i lettori senza farci intimidire da nulla e da nessuno. A questi atti di violenza la risposta del giornale è la stessa: non arretrare neanche un centimetro dalle sue convinzioni e dai suoi valori”.
Il motivo dell’irruzione dei ProPal
Come detto, l’irruzione dei manifestanti ProPal era avvenuta venerdì 28 novembre, intorno alle 14, al grido di “Free Palestina” e “Giornalisti complici dell’arresto in Cpr di Mohamed Shahin“.
Nel video diffuso sui social il Kollettivo studentesco autonomo ha spiegato di aver colpito La Stampa perché, a loro dire, avrebbe dipinto Mohamed Shahin come “uno spaventoso terrorista“.
Mohamed Shahin, 47 anni, imam della moschea di San Salvario, è infatti al centro di un acceso dibattito politico.

Dal 24 novembre è trattenuto nel CPR di Caltanissetta in attesa di espulsione: secondo il Viminale sarebbe “una minaccia concreta, attuale e grave per la sicurezza dello Stato“.
Realtà laiche e religiose a Torino, tra cui ARCI, ANPI e il vescovo di Pinerolo, considerano invece Shahin come un “uomo di dialogo” e un punto di riferimento per l’integrazione, smentendo l’accusa di “radicalizzazione connotata da una spiccata ideologia antisemita” (una delle motivazioni riportate nel decreto di espulsione).
Il raid alla Stampa come “monito”, la “stecca” di Francesca Albanese
Ma a far discutere in queste ore e non poteva essere altrimenti è l’uscita della relatrice dell’Onu Francesca Albanese.

Intervenuta dal palco dell’evento Ricostruire la giustizia all’’Università Roma Tre, a proposito dell’assalto alla redazione del quotidiano piemontese ha commentato:
“Non bisogna commettere atti di violenza nei confronti di nessuno, ma quanto accaduto a Torino sia anche un monito alla stampa per tornare a fare il proprio lavoro”.
Salvini sulle parole della relatrice Onu: “Ci vuole un bravo medico”
A stretto giro di posta non poteva mancare la replica da parte del Governo.
Il primo a bacchettare Albanese è stato il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.

In un posto stampa quando gli sono state riportate le parole di Albanese, il rappresentante dell’Esecutivo inizialmente ha cercato quasi di giustificare quanto commentato da Albanese riguardo al raid:
“Credo che il monito fosse riferito alla brutta piega che stanno prendendo certe situazioni…”.
Ma quando gli è stato fatto notare che l’avvertimento era riferito davvero all’attività e al lavoro dei giornalisti, Salvini è sbottato:
“Beh, allora credo che questa signora debba farsi vedere da un medico. Ma ce ne vuole uno davvero bravo”.
Anche la premier Meloni contro le parole di Albanese
Non meno dura è stata anche la replica della premier e leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni:

“Chiunque cerchi di riscrivere la realtà per attenuare la gravità di quanto accaduto compie un errore pericoloso”.
E ancora, in maniera più articolata sulla sua pagina Facebook ha osservato:
“È molto grave che, di fronte a un episodio di violenza contro una redazione giornalistica, qualcuno arrivi a suggerire che la responsabilità sia – anche solo in parte – della stampa stessa. La violenza non si giustifica. Non si minimizza. Non si capovolge. La libertà di stampa è un pilastro della nostra democrazia e va difesa sempre, senza ambiguità”.