Elezioni Veneto 2025, Zaia: "No veto terzo mandato da bocche sfamate da 30 anni dal Parlamento"
La Lega, sempre più verso la rottura con Fratelli d'Italia, pronta a correre da sola. Sullo sfondo il sostegno di... Calenda: "Ma solo a una Lega zaiana senza Salvini"
C'è anche il Veneto tra le sei Regioni che nel 2025 vedranno i loro cittadini chiamati alle urne per rinnovare le Giunte con i corrispettivi governatori. Rispetto al passato, tuttavia, la tornata elettorale di quest'anno per il Veneto potrebbe rappresentare un vero scossone. Il motivo è semplice ed è da collegare al nome di Luca Zaia (Lega), Presidente di Regione in carica ininterrottamente per quasi quindici anni, cioè dal 2010 a oggi.
Dal 2025, però, potrebbe non ricoprire più questo ruolo a causa della legge nazionale che impone il limite di due mandati per i governatori regionali (ricordiamo che la norma è entrata in vigore quando Zaia era già al suo secondo incarico, il quale però, stando alla legge, si è trasformato in un nuovo primo mandato. Nel 2020, poi, è stato rieletto in quella che è diventata la sua seconda nomina, nonché definitiva).
Considerando che non sono previsti stravolgimenti sulla legge dei mandati, la domanda sorge spontanea: chi sostituirà Zaia? Ma soprattutto, la coalizione di centrodestra che sta guidando il Paese manterrà la sua solidità alle prossime elezioni o assisteremo a una scissione regionale con la Lega in corsa da sola? Seppur non ricandidabile, Zaia (e la sua grande popolarità in Regione) potrebbe giocare un ruolo decisivo alle urne.
Elezioni regionali Veneto, centrodestra unito o Zaia e la Lega corrono da soli?
La conferenza stampa di martedì 14 gennaio 2025, tenuta dal governatore Luca Zaia a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale, ha infiammato la corsa elettorale in Veneto nell'anno in cui i cittadini sono chiamati a votare. Uno dei punti focali in vista delle prossime elezioni, infatti, riguarderà la compattezza della coalizione di centrodestra, la quale si trova ora a vivere una prima possibile spaccatura da quando nel 2022 ha vinto le politiche, con Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) nominata Presidente del Consiglio.
Ad accendere gli animi è soprattutto la questione dell'impossibilità del terzo mandato per i governatori e Zaia ci è dentro in pieno in questa circostanza.
"È inaccettabile che si blocchino i mandati ad amministratori eletti dal popolo perché si creano centri di potere, è inaccettabile che la lezione venga da bocche sfamate da 30 anni dal Parlamento - ha tuonato Zaia nel punto stampa a Palazzo Balbi -. Il terzo mandato è un'anomalia tutta nostra. L'unica con il vincolo di due mandati sono i sindaci di città con 15mila abitanti e alcuni governatori. Ci sono le Province autonome e le Regioni a statuto speciale che possono definire la loro legge elettorale in maniera diversa. Non perdo sonno, ho l'imbarazzo dei cittadini: se questo è un mood, deve essere un mood per tutti. Ci sono altre cariche, il presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica, i consiglieri e gli assessori regionali".
Sul Veneto, quindi, la tensione interna al centrodestra "si taglia con un grissino". Da una parta ci sono Zaia (che in Veneto gode di particolare consenso, non a caso nel 2024 è stato considerato ancora il governatore più amato d'Italia) e la Lega che storicamente in questa regione hanno un consistente bacino di sindaci e consiglieri comunali e intendono mantenere salda la loro influenza; dall'altra Fratelli d'Italia e Forza Italia, con il partito della Premier che, nonostante sia il primo nelle Regioni del Nord, in quest'area geografica non è rappresentata dal alcun governatore e quindi rivendica un suo candidato come esponente del centrodestra anche nella corsa alle regionali.
"Il fatto che Fratelli d'Italia reclami la regione è legittimo - ha riferito Zaia -, ma allora, se ci diranno che non abbiamo amministrato bene, le strade si separano. È impensabile che arrivi qualcuno inamidato e dica: 'Sono io il candidato'. Questo creerebbe tensioni".
Ma quindi c'è lo spazio per una corsa in solitaria della Lega in Veneto?
"Sono a disposizione del mio movimento, non ho fatto ipotesi di corse in solitaria o altro - ha dichiarato l'attuale Presidente di Regione Veneto -. In questa fase è bene che si faccia sintesi. Sottovalutare il tema del Veneto è assurdo, magari sbloccano il terzo mandato. Vedremo che cosa deciderà di fare il mio partito. Se ci fosse lo sblocco dei mandati è ovvio che mi ricandiderei, darei risposta ai tanti cittadini che mi chiedono di farlo".
Nonostante il governatore non sia più ricandidabile, non è escluso che la Lega, in questi mesi di campagna elettorale, si muova con un proprio candidato sospinto da Zaia e da una sua lista: tra i papabili ci potrebbe essere Mario Conte, sindaco di Treviso, alleato da sempre di Zaia.
De Carlo (FdI): "Spiace che Zaia abbia personalizzato il tema"
Alle parole del governatore in conferenza stampa non sono mancate delle repliche quasi immediate, soprattutto dall'altra frangia della coalizione di centrodestra. Il primo a parlare è stato il senatore Luca De Carlo, coordinatore regionale in Veneto di Fratelli d'Italia:
"Spiace che il presidente abbia oggi personalizzato il tema del terzo mandato. La norma che lo disciplina esiste da tempo e non riguarda singoli casi specifici. Non è mai una buona idea adeguare le leggi alle esigenze contingenti. Siamo sicuri che il centrodestra si farà trovare pronto all'appuntamento, scegliendo, come è accaduto in passato, il miglior profilo in grado di rappresentare i veneti, tenendo anche conto del consenso che le diverse forze politiche raccolgono tra i cittadini".
Calenda apre al dialogo con Zaia?
Sul tema di una possibile rottura tra Lega e Fratelli d'Italia-Forza Italia in Veneto, è intervenuto in queste ore anche Carlo Calenda (Azione), ospite al programma Tagadà su La7. Il leader di Azione, consapevole che sta per "scoppiare il bubbone Zaia", si è detto disponibile ad aprire il dialogo con lui per supportarlo qualora dovesse correre da solo alle Regionali (o sostenendo un altro candidato).
Queste sono state le sue dichiarazioni:
"Zaia è un moderato, è una persona con cui interloquire. Salvini no e non capisco come Zaia possa interloquire con Salvini. Sta scoppiando un bubbone dentro la Lega che è forte. In Veneto la Lega prende il 35% dei suoi voti ma sono voti di Zaia e non di Salvini. Si aprirà un problema nel governo.
Non so come Zaia riesca a interloquire con Salvini. Salvini non può non sposare la linea di Zaia, a questo punto è in gran casini. Io credo che alla fine si accoderà e si aprirà un problema dentro il governo".
Calenda quindi auspica quasi un'ulteriore scissione interna alla Lega stessa, con da una parte il segretario Salvini e dall'altra proprio Luca Zaia:
"Mi auguro che Zaia continui a muoversi come ha fatto oggi. E me lo auguro per lui. Perché Zaia ha all’attivo un’esperienza ottima di governo regionale e deve andare avanti dato che ha funzionato. E però, purtroppo, si trova incastrato con un segretario di partito che non si capisce mai cosa voglia fare. Io credo che Zaia, come Mario Conte a Treviso, siano esempi di una Lega di persone serie, pragmatiche e anche aperte sui diritti".
Valutare un appoggio concreto di Azione alla Lega? Calenda pone un tema:
"Lì c’è un problema molto complicato che è Matteo Salvini, bisogna vedere cosa accadrà, ora è prematuro parlarne. Il mio augurio è che questo pezzo di Lega sana faccia un suo percorso politico locale e nazionale. Il Veneto votava Dc, non c’entra nulla con la Lega di Salvini. Ecco, con l’altra Lega, quella zaiana, Azione potrebbe aprire un dialogo".
Zaia é stato un Presidente della Regione Veneto serio e competente, minimamente comparabile con il Capo del Partito al quale, per ora, ancora appartiene. I Veneti lo apprezzano, ma é ora che passi la mano. p.s.: il termine "Governatore" é ridicolo!