Elezioni 2022: le liste dei candidati dei partiti
Tra polemiche, Vip in campo ed esclusi eccellenti, ecco chi ci sarà il 25 settembre.
Ora è tempo di lasciarsi alle spalle le polemiche sulla composizione delle liste e di fare sul serio. Sono state presentate ufficialmente le liste dei partiti che prenderanno parte alle elezioni politiche 2022 del 25 settembre.
Elezioni 2022: le liste dei candidati
Si vota, come si sa, domenica 25 settembre 2022. La chiusura della presentazione delle liste era fissata per le 20 di lunedì 22 agosto, e alla fine tutti ci sono arrivati, anche se non sono mancate - in alcuni partiti di più, in altri di meno - le polemiche per alcune esclusioni eccellenti. Va ricordato, infatti, che quest'anno entra in vigore il "taglio" dei parlamentari, che passano da 945 a 600, e dunque ci sarà per forza meno posto.
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Il Movimento Cinque Stelle
Per qualcuno è stato più semplice, altri hanno avuto più difficoltà (e polemiche). Ma alla fine il dato è tratto. I primi a chiudere le liste sono stati i contiani del Movimento Cinque Stelle, che hanno votato con le "parlamentarie". Anche se in casa M5S non sono comunque mancate le polemiche per la scelta del capo politico, l'ex premier Giuseppe Conte, su alcuni capilista nei collegi più importanti. Ci saranno l’ex sindaca Chiara Appendino nei due collegi torinesi, il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli in tre regioni, l’ex procuratore Federico Cafiero de Raho. Il Movimento, però, ha dovuto rinunciare ad alcuni big per via del vincolo del secondo mandato, su cui Beppe Grillo non ha voluto sentire ragioni.
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Il Centrodestra
Il grande favorito è il Centrodestra, che si presenta con Fratelli d'Italia dato per sicuro primo partito. Giorgia Meloni non ha avuto grandi problemi nella composizione delle liste. Ci sono alcuni fedelissimi, a partire da Ignazio La Russa, Daniela Santanché, Francesco Lollobrigida e Giovanni Donzelli, e volti nuovi, "promossi" dalla base.
Come capilista alcune personalità d'eccellenza e competenza: Marcello Pera, Giulio Tremonti, Giulio Terzi di Sant’Agata, Carlo Nordio, tra gli altri.
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Forza Italia ha fatto i conti con una piccola diaspora, che ha visto la fuga di elementi storici come Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Renato Brunetta. Silvio Berlusconi non ha fatto drammi, però. La vecchia guardia è rimasta: posizioni quasi certe per Anna Maria Bernini, Paolo Barelli, Alberto Zangrillo, Licia Ronzulli, Elisabetta Casellati, Gianfranco Miccichè e Maurizio Gasparri. Una scelta che ha fatto storcere il naso ai giovani del partito, ma tant'è.
Tra le candidature che hanno fatto più parlare ci sono quelle di Rita Dalla Chiesa, figlia del generale ucciso dalla mafia, e del presidente della Lazio, Claudio Lotito.
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In casa Lega conferme per ministri e sottosegretari uscenti (Giorgetti, Garavaglia e Stefani, Centinaio, Molteni, Candiani, Sasso, Freni, Gava e Nisini) ma anche per gli ex ministri Giulia Bongiorno e Lorenzo Fontana, e i presidenti del gruppo alla Camera, Molinari, e al Senato, Romeo. Nel Carroccio il 56% dei candidati è donna.
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Il Partito Democratico
Chi ha avuto più problemi è stato senza dubbio il Partito Democratico, tra esclusioni eccellenti, ripensamenti e polemiche. Enrico Letta non è riuscito a evitare polemiche. Tra le più note quelle di Monica Cirinnà e Alessia Morani, volti storici dem che prima hanno minacciato di non accettare la candidatura in collegi non sicuri e poi ci hanno ripensato. Ma tra i democratici anche molti giovani non hanno gradito le scelte del segretario, che alla fine ha sbottato:
"Siamo l’unico partito che ha votato le liste in una direzione composta da 200 persone, non è che le ho fatte io a casa mia sul divano".
Per quanto riguarda gli alleati, Emma Bonino correrà a Roma centro contro Carlo Calenda, mentre in Verdi-Sinistra italiana ci sono Ilaria Cucchi capolista nel collegio Lombardia 2 al Senato e il sindacalista Aboubakar Soumaoro capolista nel collegio Lombardia 1 alla Camera di Milano. A Bologna correranno invece Pippo Civati (Possibile) e Pierferdinando Casini.
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Azione-Italia Viva
Pochi problemi per il "terzo polo", che ha salvaguardato i big. Mara Carfagna sarà capolista tre volte in Puglia, a Salerno e ad Avellino, e nell’uninominale di Napoli, mentre Mariastella Gelmini, sarà in ticket con Renzi a Milano e Brescia per il Senato. Maria Elena Boschi nei tre plurinominali del Lazio 1 per la Camera e in Calabria, la ministra per la Famiglia Elena Bonetti nell’uninominale Roma centro. Calenda sarà capolista al Senato a Roma.
Ma esplode il caso dell’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti, che si è sfilato all'ultimo:
"Hanno scelto di salvare l’attuale dirigenza senza aprirsi a rappresentanti dei territori.
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Articolo in aggiornamento
*= liste non ancora pubblicate ufficialmente