Due telefonate sull'Ucraina: Putin dice no alla pace sia a Trump che al Papa
Primo colloquio con Prevost, quarto col tycoon. Mosca vuol vendicarsi dell'attacco ai bombardieri nucleari russi e dà a Zelensky del "terrorista". Intanto pioggia di droni su Kiev, 5 morti (anche un bimbo)

Il 4 giugno 2025 ha segnato un punto importante nella narrazione diplomatica attorno alla guerra in Ucraina. In una sola giornata, Vladimir Putin ha avuto due conversazioni telefoniche di alto profilo: una con Papa Leone XIV, l'altra con il presidente statunitense Donald Trump. I contenuti delle due chiamate, pur diversi nei toni e nei destinatari, confermano un dato: la pace in Ucraina resta lontana.
La posizione di Mosca resta inflessibile. Le aperture diplomatiche di Prevost e il dialogo con il tycoon non sembrano aver prodotto un cambio di rotta significativo da parte del Cremlino. Al contrario, lo zar continua a spingere la narrativa del terrore ucraino, rafforzando la linea dura in patria e all’estero.
Il primo colloquio storico con Papa Leone XIV
Per la prima volta dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, Vladimir Putin ha parlato direttamente con il Pontefice. Non era mai accaduto durante il pontificato di Papa Francesco, nonostante i numerosi appelli per la pace lanciati dal Vaticano. Papa Leone XIV ha scelto invece di affrontare Putin in un confronto diretto, chiedendo esplicitamente a Mosca un gesto concreto per favorire la distensione.

Secondo quanto riferito dalla Sala stampa vaticana, durante la conversazione si è discusso della situazione umanitaria, della necessità di facilitare l’invio di aiuti e di proseguire con gli scambi di prigionieri. Centrale è stato anche il riconoscimento del lavoro svolto dal cardinale Matteo Zuppi, figura chiave nella diplomazia umanitaria vaticana.

Il Pontefice ha inoltre citato il Patriarca Kirill, ringraziandolo per gli auguri ricevuti all’inizio del suo pontificato, e sottolineando come i valori cristiani condivisi possano rappresentare una bussola morale nella ricerca della pace. La conversazione è stata giudicata positiva anche da Mosca, che ha espresso apprezzamento per la disponibilità del Papa a favorire un dialogo costruttivo. Nonostante ciò, lo zar, ha tenuto il punto.
Putin ha accusato “il regime di Kiev” di puntare “sull’escalation del conflitto” tanto da compiere “sabotaggi contro le infrastrutture civili sul territorio russo”. “È stato sottolineato – ha concluso il Cremlino – che il recente attacco deliberato e mirato ai civili da parte ucraina è stato inequivocabilmente definito terrorismo dal diritto internazionale”.
L’ora della verità con Donald Trump
Nella stessa giornata, Putin ha anche intrattenuto un colloquio telefonico con Donald Trump, che ha rivelato i dettagli della conversazione alla stampa americana. Il tema centrale è stato l’attacco condotto dalle forze ucraine contro basi militari russe in Siberia, definito dal Cremlino come un atto di "terrorismo". Putin ha dichiarato di essere pronto a reagire con "ogni mezzo disponibile", denunciando un’escalation voluta da Kiev.
Trump, da parte sua, ha chiarito di non essere stato informato preventivamente degli attacchi ucraini e ha confermato la sua volontà di promuovere soluzioni diplomatiche. Tuttavia, ha ammesso che una pace immediata non è realistica:
“È stata una conversazione utile, ma non porterà a una tregua nel breve periodo”, ha affermato.
Secondo fonti del Cremlino, la rassicurazione americana sull’assenza di coinvolgimento diretto negli attacchi è stata ben accolta, tanto che il colloquio tra i due leader è stato definito “positivo e produttivo”.
Le accuse di Putin: “Zelensky è un terrorista”
Mentre cerca interlocutori sul piano diplomatico, Putin non attenua il linguaggio nei confronti dell’Ucraina. Il presidente russo ha denunciato gli attacchi ai ponti nelle regioni di Bryansk e Kursk come atti terroristici deliberati contro i civili, che hanno causato sette morti e oltre cento feriti. Secondo Putin, il governo di Kiev starebbe degenerando in un’organizzazione terroristica, sostenuta da sponsor occidentali complici.

“Con chi possiamo negoziare se si punta sul terrore?” ha chiesto Putin durante una riunione televisiva con i vertici militari russi.
A suo avviso, ogni ipotetico cessate il fuoco verrebbe sfruttato da Kiev per rifornirsi di nuove armi. Il Cremlino ha inoltre affermato di avere pronte opzioni militari per rispondere agli attacchi in profondità nel territorio russo e ha esortato Stati Uniti e Regno Unito a frenare le azioni ucraine.
L’attacco russo a Pryluky e la “vendetta” attesa
Nelle scorse ore, Mosca ha risposto con una serie di attacchi aerei. A Pryluky, nella regione ucraina di Cernihiv, un raid con droni ha provocato almeno cinque vittime, tra cui un bambino di un anno. Altri attacchi a Kharkiv e Kherson hanno causato feriti e distruzioni. Le autorità ucraine temono che si tratti solo dell’inizio della rappresaglia russa, soprattutto dopo la distruzione di circa un terzo dei bombardieri strategici russi da parte di Kiev.
🕯️ A 1-year-old baby was killed by a Russian drone strike.
This is not a headline. This is a war crime.
🇺🇦 In Chernihiv region, Russian drones hit the town of Pryluky.
🖤 5 people dead, including a child just 1 year and 4 months old.
6 others wounded.
Entire homes burned.… pic.twitter.com/3bMcbqcBON— Devana 🇺🇦 (@DevanaUkraine) June 5, 2025
Anche l’intelligence occidentale è in allerta. L’ambasciata americana a Kiev ha diffuso un avviso di sicurezza esortando i cittadini statunitensi alla massima cautela, segnalando un rischio crescente di attacchi aerei.
Overnight, Russians struck my home region of Chernihiv, targeting residential buildings full of sleeping families.
Five people are dead, including a 1-year-old child, in the town of Pryluky.
This is purely terrorism, killing children sleeping in their beds.
The terrorists must… pic.twitter.com/dSqMc4DCVE
— Yulia Svyrydenko (@Svyrydenko_Y) June 5, 2025
La replica di Zelensky: “La guerra ha un prezzo”
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto con durezza alle dichiarazioni di Putin, accusando il mondo di debolezza. In un messaggio pubblicato su X, Zelensky ha affermato che l’inerzia internazionale viene interpretata da Mosca come un permesso per commettere ulteriori crimini.
“Quando non percepisce forza, Putin commette nuovi attacchi, nuove atrocità, nuove uccisioni”, ha scritto.
Il leader ucraino ha ribadito che solo la pressione internazionale può fermare l’aggressione russa. Ha anche sottolineato l’inutilità dei negoziati finora intrapresi:
I want to appeal to all Ukrainian officials who are afraid that I will sign a deal with Trump on mineral resources. Don't worry, signing doesn't mean doing it. The main thing is that Trump continues to give money. The rest is not important
— Volodymyr Zelensky, President of Ukraine (parody) (@VZelenskyUA) March 5, 2025
“Nessun colloquio ha portato neppure alla fine temporanea della guerra. Putin si sente impunito e sta già preparando altre risposte”.
Il conflitto si avvita su sé stesso, mentre la diplomazia fatica a trovare spazio. L’impressione, oggi più che mai, è che la guerra in Ucraina non sia ancora vicina al suo epilogo. E che la strada per la pace sia ancora tutta in salita.
Sembrerà strano ma il problema è sempre stato zelensky. Un brutto personaggio che ci porterà alla rovina lentamente. Non otterrà mai ciò che chiede e porterà alla fine completa del suo popolo invischiando tutta l Europa Le guerre fatte con i droni e gli attacchi mirati non finiscono mai e cioè sono inconcludenti finché non vengono invasi i territori dalle forze di terra con sacrificio di vite umane e distruzione.Il 60% degli europei sono contrari alla guerra e a questi punti dovrebbe decidere il popolo europeo sulla continuazione al sostegno di Kiev etc.ma ciò non avviene perché questa guerra è interesse di pochi anzi di pochissimi e quindi non è un interesse democratico come non è democratica la politica europea.