Draghi: "Resteremo soli a difendere sicurezza di Ucraina ed Europa"
L'ex premier, nel suo intervento all'European Parliamentary Week 2025, richiama il Vecchio Continente alla coesione
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"Se le recenti dichiarazioni delineano il nostro futuro, possiamo aspettarci di essere lasciati in gran parte soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa".
Così Mario Draghi in un passaggio cruciale del suo intervento all'European Parliamentary Week 2025 sulle sfide per l'Europa e la sua competitività. Aggiungendo un monito: l'Europa deve procedere compatta:
"E' sempre più chiaro che dobbiamo agire sempre di più come se fossimo un unico Stato. La complessità della risposta politica che coinvolge ricerca, industria, commercio e finanza richiederà un livello di coordinamento senza precedenti tra tutti gli attori: governi e parlamenti nazionali, Commissione e Parlamento europeo".
Mario Draghi e le sfide dell'Europa: un appello all'unità e all'azione
“Se uniti, saremo all’altezza della sfida e vinceremo”. Con queste parole, Mario Draghi ha concluso il suo discorso al Parlamento europeo e ai rappresentanti dei Parlamenti nazionali dei Ventisette, riuniti a Bruxelles per un'importante settimana di scambi e confronti.
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Le sfide di cui parla l'ex presidente del Consiglio italiano sono molteplici e complesse: la ripresa economica, i rapporti transatlantici con gli Stati Uniti e, non da ultimo, la guerra in Ucraina. Tuttavia, Draghi ha espresso un messaggio di speranza e determinazione:
“Possiamo far rivivere lo spirito innovativo del nostro continente. Possiamo riacquistare la capacità di difendere i nostri interessi. E possiamo dare speranza ai nostri cittadini”.
Ha anche sottolineato il ruolo cruciale delle istituzioni europee e nazionali, chiamate a farsi custodi di questa speranza in un momento storico delicato e determinante per il futuro dell'Europa.
Nel suo intervento, Draghi ha fatto riferimento al Rapporto all’Unione europea, evidenziando come i cambiamenti osservati siano stati coerenti con le tendenze previste nel documento. Tuttavia, ha ammonito che il senso di urgenza per intraprendere un cambiamento radicale è diventato ancora più impellente.
Sfide tecnologiche ed energetiche
Uno dei temi centrali affrontati da Draghi è stato l'accelerazione tecnologica, in particolare nel campo dell'intelligenza artificiale. Ha osservato che, ogni giorno che passa, la frontiera tecnologica sembra allontanarsi, ma ha anche evidenziato che la riduzione dei costi offre all'Europa l'opportunità di recuperare terreno più rapidamente.
Un altro punto cruciale riguarda il mercato energetico. Draghi ha sottolineato la volatilita dei prezzi del gas naturale e dell'energia, mettendo in evidenza le crescenti minacce alle infrastrutture sottomarine critiche. Questo, secondo lui, rende imperativo sviluppare e proteggere le reti energetiche europee, per garantire la sicurezza e la stabilità del sistema.
Economia
Dal punto di vista geopolitico, l'economista ha osservato che l'Unione europea deve affrontare una nuova sfida: le tariffe imposte dalla nuova amministrazione statunitense, che potrebbero ostacolare l'accesso dell'Europa al suo principale mercato di esportazione. Inoltre, l'aumento delle tariffe americane sulla Cina rischia di reindirizzare la sovraccapacità cinese verso l'Europa, mettendo ulteriormente sotto pressione le imprese del Vecchio Continente.
Draghi ha avvertito che potremmo anche trovarci di fronte a politiche statunitensi progettate per attrarre le aziende europee, offrendo condizioni fiscali vantaggiose, energia più economica e una deregolamentazione mirata. L'espansione della capacità industriale negli Stati Uniti, ha spiegato, è una parte fondamentale del piano di Washington per evitare che le tariffe generino inflazione interna.
Il monito sull'Ucraina
A chiusura del suo speech, Draghi, ha lanciato un avvertimento particolarmente significativo: se le recenti dichiarazioni politiche delineano il futuro, l'Europa potrebbe ritrovarsi da sola a garantire la sicurezza in Ucraina e, più in generale, nel continente europeo. Questo scenario, ha sottolineato, richiede un'azione decisa e unitaria.
"Per affrontare queste sfide, è sempre più chiaro che dobbiamo agire come se fossimo un unico Stato”.
L'ex presidente del Consiglio, ha ribadito l'importanza di nuove risorse finanziarie per l'UE, stimando che il fabbisogno finanziario annuale sia di circa 750-800 miliardi di euro, una cifra ingente ma necessaria per affrontare le sfide future. Tuttavia, il successo di questo sforzo dipenderà dall'uso che gli Stati membri faranno del margine di manovra fiscale e dalla loro disponibilità ad agire in un quadro europeo.