Esecutivo scricchiola

Draghi-Conte tensione alle stelle sulle armi all'Ucraina, Governo ancora a rischio crisi

Rassicurazioni dal presidente del M5S, ma si attende il voto di fiducia al Senato. Il problema è davvero il riarmo o si lavora già per le elezioni?

Draghi-Conte tensione alle stelle sulle armi all'Ucraina, Governo ancora a rischio crisi
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Ancora una volta sulla graticola, sul filo dell'equilibrio. E ancora una volta il premier Mario Draghi ha lanciato una sorta di ultimatum alla (variegata) coalizione che sostiene il suo Governo:

"Rispetto degli impegni o la maggioranza rischia".

Dopo la manovra di bilancio, Superbonus, reddito di cittadinanza, elezioni al Quirinale, riforma fiscale e catasto, questa volta è la guerra in Ucraina dopo l'invasione russa a turbare i pensieri del nostro presidente del ConsiglioE il destinatario di questo nuovo ultimatum è il "presidente" (ed ex presidente del Consiglio) del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.

Armi in Ucraina, Governo ancora a rischio crisi

Il clima di tensione con i pentastellati (o forse solo con Conte?) è figlio delle esternazioni dei giorni scorsi dell'ex presidente del Consiglio circa il voto contrario al Senato sull'aumento della spesa per le armi da destinare all'Ucraina.

Una posizione che l'ex premier aveva motivato con il fissare per il nostro Governo altre priorità come i sostegni alle famiglie e il caro bollette.

E nella fattispecie Conte ha ribadito oltre alla sostanza anche la modalità:

"Se il riarmo fosse contenuto nel Def (il documento di economia e finanzia che nel frattempo è slittato al 5 o 6 aprile) non lo voteremmo"

Ma è davvero questo il motivo dell'elettricità che in questi giorni anima il Movimento 5 Stelle?

Draghi, l'ultimatum: "Rispetto impegni o maggioranza rischia"

Fatto sta che la situazione sul filo del rasoio. Anche perché Draghi è salito al Colle per incontrare il presidente Sergio Mattarella e aggiornarlo sugli investimenti militari. Nella fattispecie per ribadire al Capo dello Stato che il governo intende rispettare l'aumento delle spese militari al 2% del Pil (prodotto interno lordo) e tirare dritto davanti alle polemiche che si sono create sulla questione del riarmo.

Tanto che Draghi poco prima del vertice al Quirinale ha incontrato proprio Conte e secondo le indiscrezioni di Palazzo gli avrebbe ribadito che "non possono essere messi in discussione gli impegni assunti, in un momento così delicato".


Draghi, le rassicurazioni di Conte, ma il problema sono le armi o le elezioni?

Un incontro di oltre un'ora tra le due persone che si sono avvicendate a Palazzo Chigi. Sempre secondo indiscrezioni un confronto anche piuttosto duro:

"Non possono essere messi in discussione gli impegni assunti, in un momento così delicato alle porte dell'Europa. Se ciò avvenisse verrebbe meno il patto che tiene in piedi la maggioranza".

Davanti all'illustrazione degli impegni che il Governo dovrebbe tenere nello scacchiere europeo, Conte ha voluto chiarire posizione sua e del Movimento 5 Stelle, anche in televisione a "Di martedì":

"Come si può parlare di crisi di Governo? Draghi ha il diritto di informare il Presidente della Repubblica, ma io non ho sollevato alcuna crisi di Governo: se però dobbiamo programmare una spesa militare, un partito di maggioranza può discutere i termini anche temporali per rispettare questo impegno".

Ora tutta l'attenzione si concentrerà sul voto di fiducia che l'Esecutivo dovrà incassare al Senato. Gli occhi sono tutti puntati su cosa faranno i 5 Stelle (che comunque dovrebbero votare sì), ma qualcuno sussurra di tenere monitorata anche la posizione di Liberi e Uguali.

Di fatto, chi voterà contro sarà automaticamente ritenuto fuori dalla maggioranza. E nel frattempo Fdi gongola dopo l'approvazione del suo ordine del giorno proprio sulla quota del 2% della spesa militare.

M5S, il mal di pancia sulle armi e gli appuntamenti elettorali

Ma, al tirare delle somme di fronte a questo clima di tensione, il problema sono davvero le armi o all'orizzonte sono le elezioni ad agitare il clima politico tra compagini parlamentari e presidente del Consiglio?

E' un aspetto che gli osservatori politici iniziano piano piano a evidenziare. Tra la tarda primavera e l'estate sono in programma numerosi appuntamenti Amministrativi, poco più là nel tempo le Politiche e ancora poco più in là le Regionali, con alcune Regioni "chiave" nel panorama italiano.

L'atteggiamento ora "sornione" della Lega dopo le polemiche delle scorse settimane con il premier, l'assenza più o meno giustificata di Silvio Berlusconi da questo dibattito, le forti preoccupazioni del Pd e del suo segretario Enrico Letta portano molti a pensare che la questione non riguardi solo l'Ucraina e gli impegni presi dall'Italia con l'Unione Europea e la Natosi .

 

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