La morte violenta di Charlie Kirk, attivista conservatore statunitense 33enne assassinato il 17 settembre durante un comizio in un campus dello Utah, ha avuto un’eco immediata anche in Italia.

Il Viminale ha infatti deciso di rafforzare le misure di protezione per i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, innalzandole al livello “eccezionale”.
Una circolare, diffusa venerdì scorso, prevedeva un “riesame e eventuale rafforzamento delle misure di profili di rischio” dopo l’omicidio di Kirk. Da ieri, 18 settembre 2025, Salvini e Tajani dispongono della stessa scorta riservata a Giorgia Meloni: tre auto blindate, ciascuna con tre agenti a bordo, e almeno trenta uomini impegnati a rotazione nelle 24 ore.
Tajani: clima pesante, abbassare i toni
A confermare il cambio di passo è stato lo stesso ministro degli Esteri:
“Oggi è stato innalzato il livello di scorta al presidente del Consiglio, al vicepresidente Salvini e a me. Il clima non è certo dei migliori e invito tutti ad abbassare i toni”, ha dichiarato Tajani nel pomeriggio del 18 settembre.
Il potenziamento riguarda soprattutto gli eventi pubblici: comizi, cerimonie e incontri elettorali, considerati i momenti più critici per la sicurezza.
Giorgia Meloni, che già usufruiva della protezione massima, non ha visto cambiare il dispositivo, ma negli ultimi appuntamenti elettorali – come quello del 17 settembre ad Ancona – il cordone attorno alla premier e ai suoi vice era visibilmente più fitto, con agenti muniti anche di teli antiproiettile pronti all’uso.
Piantedosi: rischio emulazione
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha avvertito che la minaccia è concreta:
“Non bisogna dimenticare che ci possono essere processi di emulazione, non tutti sono in grado di raccogliere nel modo giusto certi messaggi e, quindi, qualcuno può in qualche modo fraintendere”.
A complicare il clima, un episodio che ha fatto discutere. Giorgia Meloni aveva condiviso su X il post di movimenti giovanili comunisti – Osa e Cambiare Rotta – che ritraeva Charlie Kirk a testa in giù, accompagnato dalla scritta “A buon intenditore poche parole”, richiamo diretto alla fine di Benito Mussolini.
Meloni: odio come business politico
Dal palco di Ancona, la premier aveva denunciato la violenza verbale di cui si dice bersaglio:
“Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta. C’è chi fa odio per business. Ogni giorno leggo post sui social carichi di accuse e ingiurie contro di me e contro il governo”.
Salvini: le idee di Kirk sono anche le mie
Nel corso della stessa manifestazione, Matteo Salvini ha chiesto un minuto di silenzio in memoria di Kirk e ha ricordato la vicenda con toni duri:
“Quello che mi ha colpito sul barbaro omicidio di Charlie Kirk è quello che è successo dopo. Le reazioni senza vergogna, senza dignità di professori, di pseudo intellettuali, giornalisti e insegnanti che hanno riso e che sostengono che se la sia cercata. Aveva delle idee e per qualcuno anche in Italia meritava di morire. Quel sacrificio non può lasciarci indifferenti e quelle immagini non mi spaventano ma mi danno ancora più forza. Al loro odio e alla loro rabbia rispondiamo col sorriso e con coraggio”.
Il leader della Lega ha inoltre sottolineato la vicinanza ideologica con il 31enne assassinato:
“Le sue idee sono le mie. Lui era contro l’immigrazione clandestina”, annunciando che il governo varerà a breve una misura d’urgenza per ridurre la quota di ingressi irregolari.
Il legame politico e simbolico
La figura di Charlie Kirk, simbolo del conservatorismo americano, viene da tempo osservata con attenzione dalla destra italiana, che ne condivide dichiaratamente molte battaglie, in particolare contro l’immigrazione irregolare e contro quella che viene definita la “cultura progressista dominante”.