Dopo la spaccatura, Elly Schlein trova l'accordo con l'ala riformista del Pd (ma poi si vendicherà come Renzi?)
Tregua dopo il "sabotaggio" avvenuto a Strasburgo, quando appunto il partito si spaccò non seguendo la linea della segretaria sulla risoluzione del riarmo europeo presentata dal presidente della Commissione Ursula von der Leyen

Una vigilia di "trattative", poi la fumata (quasi) bianca. Tradotto, dopo che erano volati gli stracci, ecco servita la tregua tra la segretaria nazionale Elly Schlein e l'ala riformista del partito.
Nel Pd, dopo la tempesta e la grandine, se non è spuntato il sole, almeno ha smesso di piovere.
Certo forse il cielo non invita all'ottimismo, ma tant'è.
Elly e i Riformisti Pd, ecco la tregua
Perché è opinione largamente condivisa che dopo le polemiche durante la segreteria nazionale di partito e il dibattito interno nell'avvicinamento al voto europeo e italiano per Re-Arm Europe, lo scontro all'interno dei dem sia solo rimandato.

Con un particolare però non di poco conto.
In molti come ormai noto hanno chiesto al segretario un chiarimento interno (se non un congresso anticipato, un vertice tematico, ad hoc, come suggerito ad esempio da Andrea Orlando) e la novità di queste ultime ore è che Elly Schlein ci stia pensando, pare abbia aperto le porte a un possibile confronto.

Un partito in fibrillazione, le tappe della tregua
I segnali in qualche modo positivi e aperti al confronto sono arrivati nella giornata di ieri, martedì 18 marzo 2025, quando al Senato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato una relazione (la stessa cosa è in programma oggi alla Camera) sulla risoluzione illustrata e approvata al Parlamento Europeo riguardo la difesa comune.
In questa occasione tutti i partiti (maggioranza e opposizione) hanno presentata una risoluzione.
Ed ecco allora che proprio nel Pd è accaduto una sorta di miracolo perché il testo presentato da Schlein a deputati e senatori ha accontentato tutti.
Deputati e senatori, tutti d'accordo
Dalla sua Schlein ha avuto il placet che nel documento si facesse richiesta di rivedere il nome del piano Re-Arm Europe.
Una richiesta del resto portata avanti anche dalla premier Giorgia Meloni.
Parlamentari e big del partito hanno invece ottenuto numerose "aperture" su una visione meno "ottusa" al progetto di difesa comune europea.
Una visione chiusa e senza orizzonti di prospettiva che secondo appunto i rappresentanti dell'ala riformista "avrebbe rischiato di isolare clamorosamente il Pd in Europa".
La riflessione tra mal di pancia e reazioni di pancia
Fermiamoci tutti un attimo a riflettere e ponderiamo bene le nostre azioni (e reazioni) deve essere stato dunque quello che una volta sarebbe stato chiamato ordine di partito.
E che in effetti è stato rispettato alla lettera.
La sensazione è che placata la tempesta si voglia ora procedere con razionalità cercando di trovare una quadra nel partito, evitando rotture e spaccature.
Ecco perché dall'entourage dei più stretti collaboratori di Elly Schlein sembra sia stata pronunciata la frase:
"Calma, un passo alla volta e risolviamo tutte le questioni in sospeso".
Un attimo di "respiro", ecco perché conviene tutti
E anche questo invito sembra aver colto nel segno.
Aprendo le porte a tutte le possibilità, anche a un Congresso anticipato, Schlein ha di fatto "stanato" i suoi "avversari" e se non altro gli ha messo fretta.
Perché pare che un nome, a parte forse l'ex sindaco di Bari e ora europarlamentare Antonio Decaro vere alternative e immediate a Elly non ci siano.

Anche Pina Picierno non sembra convincere del tutto i dem, mentre Stefano Bonaccini ha già perso una volta, proprio contro Schlein.

Senza contare che per organizzare un Congresso ci vuole comunque un certo tempo, magari andando a sovrapporsi alle elezioni Regionali e con il forte rischio di andare a sparigliare ulteriormente le carte e a complicare anche alcune dinamiche territoriali che potrebbero risultare determinanti per l'esito del voto.
Elly come Matteo, l'incubo tra i dem
Ma che si acceleri o si rallenti, c'è uno un fantasma che aleggia all'orizzonte tra i dem.
E' quello di Matteo Renzi. In tanti tra i riformisti e gli ex renziani sono infatti convinti che Schlein più o meno a breve presenterà il conto del "sabotaggio" avvenuto a Strasburgo, quando appunto il partito si spaccò non seguendo la linea della segretaria.

Una voce in Parlamento ieri ha confidato:
"Si vendicherà come ha fatto Renzi. Solo che mentre Matteo è più aggressivo, lei lo farò con il sorriso...".