DIBATTITO APERTO

Dopo i casi di Olbia e Genova il sindacato dei Carabinieri difende l’uso del taser

“Riteniamo il taser uno strumento moderno, efficace e soprattutto utile per garantire ordine, sicurezza e tutela dei cittadini

Dopo i casi di Olbia e Genova il sindacato dei Carabinieri difende l’uso del taser
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Le morti avvenute a Olbia e Genova nel giro di due giorni hanno acceso un acceso dibattito sull’uso del taser da parte delle forze dell’ordine.

Sabato 16 agosto, a Olbia, è deceduto Gianpaolo Demartis, 57 anni, cardiopatico, colpito dalla scarica della pistola a impulsi elettrici durante un intervento dei carabinieri. Domenica 17 agosto, a Manesseno, frazione di Sant’Olcese (Genova), ha perso la vita un cittadino albanese di 47 anni, anch’egli colpito dal taser dopo aver aggredito sanitari del 118 e militari intervenuti sul posto.

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Le due morti hanno acceso le polemiche sull’utilizzo del taser in Italia

In entrambi i casi, la morte è sopraggiunta per arresto cardiaco. Le Procure di Tempio Pausania e Genova hanno aperto fascicoli per omicidio colposo nei confronti di quattro carabinieri – un atto dovuto, spiegano i magistrati, per consentire ai militari coinvolti di partecipare agli accertamenti con i propri consulenti.

Sul tema si è espressa anche l’Associazione ad Indirizzo Sindacale Pianeta Sindacale Carabinieri – PSC Assieme, che attraverso una nota ha ribadito la propria posizione a favore dell’utilizzo della pistola a impulsi elettrici.

Le reazioni politiche

Gli episodi hanno alimentato lo scontro politico. A difendere con decisione l’uso del taser è stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha definito “pretestuose e infondate” le polemiche:

“Il profondo cordoglio per il decesso di due persone non deve essere strumentalizzato al solo fine di portare avanti l’ennesima campagna di antipatia verso i tutori dell’ordine”, ha dichiarato.

Il ministro Matteo Piantedosi

Secondo il ministro, il taser rappresenta uno strumento imprescindibile perché fornisce agli agenti una valida alternativa meno letale rispetto all’arma da fuoco:

“Le regole di ingaggio prevedono che venga usato soltanto contro soggetti violenti e aggressivi che rappresentano un concreto pericolo per i presenti. La sicurezza dei cittadini è il primo obiettivo che deve essere perseguito”.

La posizione di PSC Assieme

Sulla stessa linea si colloca anche l’Associazione ad Indirizzo Sindacale Pianeta Sindacale Carabinieri – PSC Assieme, che attraverso una nota ha ribadito la propria posizione a favore dell’utilizzo della pistola a impulsi elettrici.

Riteniamo il taser uno strumento moderno, efficace e soprattutto utile per garantire ordine, sicurezza e tutela dei cittadini, oltre che un valido supporto per gli operatori delle Forze di Polizia”, afferma il sindacato.

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Il Segretario Generale Lombardia Alessandro Baldon sottolinea come la violenza contro gli uomini e le donne in divisa sia in costante aumento e che sia necessario dotare i carabinieri di strumenti alternativi e proporzionati all’uso delle armi da fuoco:

“L’impiego della pistola ad impulsi elettrici non rappresenta un abuso, ma uno strumento di difesa e di prevenzione che deve essere tutelato e sostenuto, senza criminalizzare chi svolge il proprio dovere in condizioni sempre più difficili”.

Il dibattito resta aperto

Se da un lato il governo e le sigle sindacali difendono l’uso del taser come mezzo indispensabile per la sicurezza collettiva, dall’altro lato le due morti ravvicinate sollevano interrogativi sull’impatto sanitario di questo strumento, in particolare nei confronti di soggetti vulnerabili.

Le indagini delle procure di Tempio Pausania e di Genova saranno decisive per chiarire le circostanze dei due decessi, mentre il confronto politico e sindacale conferma che il tema resta tra i più delicati nell’agenda della sicurezza pubblica.