Appuntamento con il voto. Si torna alle urne. Si parte dalle Marche (e Val d’Aosta) si “finirà” a novembre con Campania, Puglia e Veneto.
Oltre 17 milioni di cittadini saranno chiamati alle urne con la possibilità di scegliere il Presidente della regione e i Consiglieri regionali.
Quello delle Marche nel fine settimana che sta per arrivare è il primo importante test politico che andrà a chiudere l’annata e che di fatto aprirà poi la lunga corsa verso le Politiche del 2027.

Le prossime elezioni regionali e principali candidature
Ma vediamo appunto da qui alla fine dell’anno in quali Regioni si voterà e quali sono i candidati, dove già ufficializzati.
- 28‑29 settembre 2025 – Marche: sfida tra il governatore uscente Francesco Acquaroli (Centrodestra, FdI + Lega + FI + alleati) e Matteo Ricci (Centrosinistra / campo largo: PD, M5S, Italia Viva, Azione, civiche).
In Valle d’Aosta il governatore verrà scelto dal Consiglio Regionale dopo le elezioni. - 5‑6 ottobre 2025 – Calabria: Roberto Occhiuto (Centrodestra), governatore uscente (anche se dimissionario prima della fine del mandato) e Pasquale Tridico (Centrosinistra, ex presidente Inps, attualmente europarlamentare per il M5S).
- 12‑13 ottobre 2025 – Toscana: in corsa il governatore uscente Eugenio Giani (Centrosinistra, nella versione campo largo) che sarà sfidato dal sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (Centrodestra).
- 23‑24 novembre 2025 – Campania, Puglia, Veneto.
In Campania il Centrosinistra dopo mille tormenti politici (soprattutto interni al Pd) punterà sull’ex presidente della Camera Roberto Fico.

Il Centrodestra non ha ancora ufficializzato il proprio candidato. La coalizione punta a un “civico”, se il candidato sarà invece “politico”, a correre ci sarà Edmondo Cirielli, uomo forte di Fratelli d’Italia, viceministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.

In Puglia per il Centrosinistra il candidato è l’ex sindaco di Bari oggi europarlamentare Antonio Decaro.

Il Centrodestra non ha invece ancora ufficializzato il proprio candidato: in corsa ci sono Marcello Gemmato di Fratelli d’Italia e Mauro D’Attis di Forza Italia. Ma anche in questo caso si cerca fino all’ultimo momento un candidato “civico”.

In Veneto il Centrodestra non ha ancora ufficializzato il successore di Luca Zaia (in pole position c’è il leghista Alberto Stefani, ma FdI non ha abbandonato l’idea di candidare il senatore Luca De Carlo).

Il Centrosinistra ha da tempo annunciato la candidatura di Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso.

Marche caput mundi, l’importanza del voto
Come detto, le elezioni nelle Marche sono il primo vero test politico. Rappresentano probabilmente la Regione più “contesa” in questa tornata, per il profilo del candidato uscente e per il peso simbolico che questo voto potrà assumere sul piano nazionale.
Il quadro locale si presenta abbastanza chiaro. Acquaroli è candidato per il secondo mandato con una coalizione relativamente ampia (FdI, Lega, FI, liste civiche, Udc).
I sondaggi commissionati a poche settimane dal voto lo danno in vantaggio: ad esempio, un sondaggio lo accreditava al 50,1 % contro il 44,8 % per Ricci (gli altri candidati insieme raccolgono circa il 5 %).
Ci sono però alcuni aspetti da non sottovalutare: l’alta percentuale di elettori indecisi (che potrebbe oscillare), la capacità di mobilitazione del voto “moderato” e la tenuta elettorale nelle aree interne o marginali della regione.
Secondo gli osservatori politici più attenti, se il Centrodestra perdesse le Marche, sarebbe una battuta d’arresto non da poco: segnerebbe una perdita territoriale importante, con una Regione “storicamente non anticamera del voto nazionale, ma capace di mandare segnali di tendenza”.
Lo scontro nel Centrodestra: FI-Lega chi avrà più consensi, le scintille tra Tajani e Salvini
Ma non solo. A metterci un po’ di pepe in queste settimane c’è anche lo scontro che si è acceso tra Forza Italia e Lega su chi “prenderà” più voti nella coalizione.
I due vicepremier e leader dei partiti Antonio Tajani e Matteo Salvini negli ultimi giorni non se le sono mandate a dire.
I sondaggi mostrano Forza Italia avanti abbastanza nettamente rispetto alla Lega (FI 7,3 % contro Lega 5,9 %).
Questo rende la partita più complessa: se da un lato FI potrebbe portare a casa più seggi e un peso maggiore in Giunta, dall’altro la Lega, con il suo radicamento territoriale (raggiunto quando il partito aveva toccato il massimo del suo consenso nazionale), cercherà comunque di non restare marginale.
Ad ogni modo c’è chi osserva che questo dualismo potrebbe generare ugualmente tensioni nel dopo‑voto.
Dopo gli scrutini ne sapremo di più.
Il Centrosinistra e la candidatura a premier: Elly Schlein contro Giuseppe Conte
Il campo largo che schiera Ricci è una scelta “da testare”.

La capacità di coalizione è un punto chiave: se il Centrosinistra perde, potrebbe essere interpretato come un limite del modello di alleanze “allargate”.
Viceversa, in vista delle politiche del 2027, un buon risultato nelle Marche darebbe forza al progetto di Elly Schlein proponendosi (quasi) di diritto come protagonista nazionale.
Probabilmente il segretario nazionale riuscirebbe a respingere le ambizioni di altri rappresentanti del Pd e dello stesso Giuseppe Conte, anche se un’eventuale riforma elettorale con l’indicazione del candidato premier potrebbe magari rimescolare lo stesso le carte.
Certo, se invece nelle Marche andasse male, ritroverebbero fiato i detrattori interni e appunto tornerebbero d’attualità gli scenari di “rinnovamento” con Gentiloni, Salis (l’attuale sindaco di Genova) o favorire tra le nuove ambizioni, anche appunto quelle di un ritorno di Conte.
Va da sé che se il Centrodestra confermerà o amplierà la sua “base” nelle Marche, il messaggio che il Governo nazionale potrà rivendicare sarà quello di una “attrattività territoriale” forte, che potrebbe verosimilmente rafforzare “l’effetto dominante” nelle successive tornate elettorali nelle altre Regioni (anche se Puglia e forse anche Campania vengono considerate “perse”).