ORA A SAMARCANDA

Disgelo fra Meloni e Macron, summit giovedì a Roma dopo il tour in Asia della premier

Il faccia a faccia arriva dopo un periodo particolarmente teso nei rapporti tra Francia e Italia, e si concentrerà su due dossier centrali per l’Unione Europea: dazi Usa e crisi ucraina

Disgelo fra Meloni e Macron, summit giovedì a Roma dopo il tour in Asia della premier
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Prove di disgelo Italia-Francia, dopo mesi di tensioni. Un bilaterale tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron, è previsto per martedì 3 giugno 2025. L'idea è nata da un breve scambio avuto in occasione del funerale di Papa Francesco. Da quella conversazione informale, il progetto ha preso forma, portando all’organizzazione di un vertice che si svolgerà nella capitale italiana.

La scelta di Roma non è casuale: la sede è stata concordata proprio perché l’ultima volta era stato il presidente francese ad accogliere la premier italiana a Parigi.

Disgelo fra Meloni e Macron

Questo faccia a faccia arriva dopo un periodo particolarmente teso nei rapporti tra Francia e Italia, e si concentrerà su due dossier centrali per l’Unione Europea: la posizione comune da adottare nei negoziati con gli Stati Uniti sui dazi e la ricerca di una soluzione sostenibile alla crisi ucraina. Temi complessi che necessitano di una visione condivisa, e per i quali Meloni e Macron cercheranno di allineare le rispettive strategie, da sempre discordanti.

Disgelo fra Meloni e Macron, summit giovedì a Roma dopo il tour in Asia della premier
Ursula von der Leyen, Emmanuel Macron e Giorgia Meloni

La notizia dell'incontro è stata confermata da fonti di Palazzo Chigi mentre la premier si trovava in Uzbekistan, appena arrivata a Samarcanda, dove assisteva allo spettacolo di luci nella storica piazza Registan. Le stesse fonti hanno sottolineato che il colloquio affronterà anche i principali temi dell’agenda europea e internazionale. Macron, dal canto suo, ha appena concluso un viaggio in Asia, tra Vietnam e Indonesia.

Un incontro per allentare le tensioni

Il contesto recente suggerisce che questo vertice abbia anche un obiettivo distensivo. Le relazioni tra Roma e Parigi sono state messe a dura prova da divergenze su più fronti, in particolare sul rapporto con l’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump e sulle modalità con cui affrontare il conflitto in Ucraina. In occasione di una riunione a Tirana, avvenuta un paio di settimane fa, Meloni ha preso pubblicamente le distanze dall’idea di inviare truppe in Ucraina, provocando la reazione irritata di Macron. Il presidente francese ha accusato la premier italiana di diffondere “informazioni false”, sottolineando che “ce ne sono già abbastanza di quelle russe”.

Disgelo fra Meloni e Macron, summit giovedì a Roma dopo il tour in Asia della premier
Emmanuel Macron e Friedrich Merz: "I volenterosi"

In queste settimane, a svolgere un ruolo di mediazione dietro le quinte è stato il cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha cercato di ricucire i rapporti tra le due principali capitali europee. Già lo scorso anno, durante i Giochi Olimpici di Parigi, Macron e Meloni avevano tentato una tregua incontrandosi a Versailles dopo mesi di attriti legati alle elezioni europee. Tensioni che avevano raggiunto l’apice durante il G7 in Puglia, in particolare sul delicato tema dell’aborto, generando ulteriore distanza tra Roma e Parigi e rallentando anche l’attuazione concreta del Trattato del Quirinale, firmato nel 2021 da Macron e Mario Draghi.

Una nuova occasione per costruire ponti

Il vertice del 3 giugno arriva quindi in un momento chiave, a pochi giorni dal G7 in Canada e a circa un mese dal prossimo Consiglio Europeo. Nelle settimane successive, Meloni ospiterà anche la conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, prevista per il 10 e 11 luglio a Roma. Roma e Parigi condividono l’auspicio che, nel frattempo, possano maturare passi avanti verso la pace in Ucraina e in Medio Oriente, così come sul fronte commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea.

Le distanze tra Macron e Meloni, tuttavia, restano profonde. Il punto di maggiore contrasto riguarda il tipo di sostegno da offrire a Kiev: mentre la Francia si mostra favorevole a un coinvolgimento militare diretto, l’Italia si oppone con decisione a qualsiasi impiego delle proprie forze armate nel conflitto. Una scelta voluta, che segnala chiaramente il suo posizionamento esterno rispetto al gruppo dei cosiddetti “Volenterosi”.

Meloni, in questi mesi, ha lavorato per creare un ponte tra Trump e le istituzioni europee, cercando di mediare tra figure chiave come J.D. Vance e Ursula von der Leyen, oltre a consolidare l’intesa con il tedesco Merz. Macron, invece, ha tentato di ergersi a leader dei progressisti europei, pur indebolito politicamente in patria.

Entrambi i leader hanno spesso cercato di rubarsi la scena l’un l’altro, con visioni ideologiche opposte e una lunga serie di tensioni economiche, spesso espresse attraverso operazioni industriali e finanziarie dai toni ostili tra i due Paesi. Tuttavia, l’incontro del 3 giugno rappresenta una rara opportunità: quella di mettere da parte i personalismi e far prevalere, almeno per un giorno, l’interesse dell’Unione Europea.

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