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"Diesel euro 5 al bando? Non si comprende l’opposizione della Lega, che non ha fatto nulla per proporre alternative"

Dura replica dell'associazione ambientalista al Carroccio, che vorrebbe stoppare il provvedimento

"Diesel euro 5 al bando? Non si comprende l’opposizione della Lega, che non ha fatto nulla per proporre alternative"
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In queste ore il dibattito sta prendendo velocemente forma. Da ottobre 2025 in quattro regioni del Nord (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto) scatta il blocco dei veicoli diesel Euro 5 a seguito della procedura di infrazione voluta dalla Ue, che ha "bacchettato" l'Italia sulle misure anti-smog dimostratesi evidentemente insufficienti.

E ora il dibattito diventa politico.

Stop ai diesel Euro 5, Legambiente contro la Lega

La Lega, con in prima fila il segretario e vicepremier Matteo Salvini, si è infatti opposta, promettendo battaglia per contrastare quella che il Carroccio definisce "una follia eco-green".

Ma sulla vicenda è intervenuta anche Legambiente, che non ha risparmiato durissime critiche ai salviniani.

"Il bando della Commissione Europea sui veicoli endotermici è noto ed è oggetto di dibattito dal 2022. Quindi, è vero che il dibattito prevede posizioni contrarie a questo modello, però è anche vero che in presenza di dati scientifici e obblighi verso la salute dei cittadini da parte delle amministrazioni, i governanti locali avrebbero dovuto allestire misure alternative per contrastare i disagi ai cittadini derivanti dal bando dei veicoli endotermici", ha detto Federico Del Prete, responsabile Mobilità e Spazio Pubblico di Legambiente Lombardia.

Federico Del Prete

Poi l'attacco a Salvini e al suo Ministero:

"Il settore dei trasporti, in quanto a emissioni inquinanti e clima-alteranti, è rimasto indietro rispetto a tutti gli altri. Industria e agricoltura hanno ridotto le proprie emissioni, mentre il settore dei trasporti, soprattutto in un Paese motorizzato come l'Italia, è sempre lì.

Ricordiamo che la Lega è il partito che esprime il principale responsabile della politica dei trasporti in Italia, che era in carica anche quando la Commissione Europea ha previsto il bando dei motori endotermici. Non sono state trovate politiche alternative".

Le soluzioni di Legambiente

L'associazione poi parla di possibili soluzioni, che toccano naturalmente il settore del trasporto pubblico. E anche qui, piovono critiche:

"La politica alternativa più efficace in questi casi è un potenziamento massiccio del trasporto collettivo, che nel nostro Paese vede invece una stagione di tagli strutturali da oltre un decennio. La Lombardia, che peraltro è una regione con un trasporto collettivo straordinariamente diffuso rispetto alle altre, ha visto un peggioramento del servizio e una scarsa motivazione ai cittadini all'utilizzo di biciclette integrate con il trasporto collettivo, che consentirebbero di affrontare in modo efficace l’emergenza legata alle emissioni inquinanti e clima-alteranti".

"Non per una posizione da stravaganti ambientalisti da salotto, anche perché la Commissione Europea ci multa pesantemente per le violazioni delle disposizioni. Quindi a spesa si aggiunge spesa".

"La Lega si oppone ma non propone alternative"

Infine, la stoccata:

"Non si comprende il senso dell’opposizione della Lega, che non ha fatto nulla per proporre alternative utili ai cittadini. Ricordiamo che il trasporto collettivo non è quello che noi immaginiamo (ovvero una situazione scomoda e inopportuna). Nel frattempo, c'è stata un'evoluzione tecnologica importante, che favorisce tra l'altro la capillarità quasi porta a porta del trasporto collettivo".

"Sarebbe utile distinguere la mobilità commerciale e di servizio da quella individuale: per i veicoli commerciali, è chiaro che la transizione dovrà essere più graduale rispetto ai divieti imposti. Favorendo ad esempio l'acquisto di veicoli ecologicamente compatibili con degli incentivi, cosa che invece non è stata fatta".

Per quanto riguarda la mobilità individuale, c'è sempre questo appello alla libertà delle persone di muoversi come vorrebbero. Questo è un travisamento del dettato costituzionale Art. 16 Libertà di circolazione, perché l'articolo prevede la libertà dei cittadini di muoversi sul territorio nazionale, però non c'è scritto con l'automobile privata.

Inoltre, riporta la dicitura "Salvo per motivi di sanità e sicurezza", e questi motivi, purtroppo, ci sono tutti.

Sulla sanità ne abbiamo parlato e ne continuiamo a parlare a livello continentale, perché la situazione è disperata per quanto riguarda la qualità dell'aria in Lombardia.

Per ciò che riguarda la sicurezza, invece, ricordiamo anche il numero delle vittime sulle strade, quindi direi che proprio questa libertà è compresa male. La libertà individuale si ferma dove inizia la libertà di qualcun altro. Le persone hanno necessità di muoversi, ma non devono farlo necessariamente in un unico modo.

Se il Governo italiano ha continuato ad incentivare le infrastrutture autostradali, è chiaro che è difficile tirare il freno a mano (per usare una metafora automobilistica). Bisognava procedere in parallelo con politiche e investimenti pubblici che garantissero un diverso mix di mobilità.

Nessuno vuole vietare l'automobile, sarebbe anche stupido, ma abbiamo un mix di mobilità sbilanciato a favore del trasporto individuale, cosa che, dal punto di vista ambientale ma anche economico, non ha senso.

La sostenibilità vera non si ottiene solo cambiando motori alle automobili, ma si ottiene bilanciando pedonalità, ciclabilità, trasporto collettivo e, infine, anche la motorizzazione individuale. L'Italia, invece, è estremamente sbilanciata da questo punto di vista.

In Italia abbiamo 694 automobili per 1000 abitanti, uno dei tassi di motorizzazione più alti al mondo, e la Lombardia non è lontana da questa media nazionale, pur avendo una rete di trasporto collettivo che però soffre la mancanza di una strategia di politica industriale e di investimenti".

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