TERREMOTO POLITICO

Deflagra il caso Conte: Draghi rientra in anticipo dal vertice Nato a Madrid

Tutto è partito dall'indiscrezione su una presunta telefonata di Draghi a Grillo per chiedere il siluramento del capo politico del Movimento 5 Stelle.

Deflagra il caso Conte: Draghi rientra in anticipo dal vertice Nato a Madrid
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Il Governo come un mare in tempesta ora deve guardarsi dallo scontro tra il premier Mario Draghi e il suo predecessore Giuseppe Conte.

La parola d'ordine evidentemente deve essere non annoiarsi. Dopo le scintille nel Centrodestra con la debacle alle Amministrative, dopo lo scontro Conte-Di Maio e la scissione nel M5S con 60 parlamentari che hanno seguito il Ministro degli Esteri nell'avventura di Insieme per il futuro, ecco una nuova scossa che mette a dura a prova gli equilibri della maggioranza e la tenuta dell'Esecutivo.

Caso Conte: Draghi rientra in anticipo dal vertice Nato

Ecco allora che il premier Mario Draghi ieri ha lasciato in tutta fretta il vertice Nato di Madrid dove all'ordine del giorno c'era l'ingresso di Finlandia e Svezia e la gestione della guerra in Ucraina con tutte le conseguenze di forniture energetiche e alimentari che ne stanno derivando.

Ufficialmente il presidente del Consiglio è rientrato a Roma per prendere parte oggi, giovedì 30 giugno 2022, a un Consiglio dei ministri straordinario sul caro bollette, dal momento che il Governo avrebbe trovato un tesoretto di 7-8 miliardi di euro che possa essere messo a disposizione con misure di sostegno a famiglie e imprese.

Ma la sensazione è che il premier sia rientrato in Italia per gestire (o forse sarebbe meglio dire mettere una toppa) il pasticciaccio che lo ha visto protagonista dei racconti di Beppe Grillo.

L'ultimatum a Grillo: "Fammi fuori Conte"

Perché attraverso un'intervista del sociologo Domenico De Masi al Fatto quotidiano sarebbe emersa la richiesta del premier al fondatore del Movimento, Beppe Grillo:

"Per favore, fammi fuori Conte".

In senso figurato, naturalmente, ammesso che questa frase o questa richiesta sia arrivata davvero all'ex comico dal premier.

Fatto sta che in ogni caso la traduzione sarebbe quella di prevedere un avvicendamento alla guida del M5S, tanto che in molti giurano che Draghi abbia apostrofato Conte come "inadeguato".

L'ira di Conte, la telefonata con Draghi, l'incontro

Vero, non vero, fantapolitica, racconti romanzati o realtà, fatto sta che il tutto ha provocato l'ira dell'ex premier che ha subito cercato un colloquio telefonico con Draghi.

Un confronto dove sembrerebbe arrivato un primissimo chiarimento, seguito da un'altra telefonata dove i due hanno concordato di mettere in agenda un incontro che ci sarà quasi sicuramente nella tarda mattinata di oggi.

Mentre ieri in serata Palazzo Chigi in una nota ha smentito di aver mai chiesto la testa di Conte, anche il premier Draghi è infatti intervenuto direttamente sull'argomento, proprio ieri sera prima di rientrare in Italia:

"Con Conte abbiamo iniziato a chiarirci, ci siamo telefonati. Il Governo non rischia".


La delusione dell'ex premier, lo sfogo con Mattarella

Del resto, l'ira di Conte si era concretizzata nelle dichiarazioni a commento di questa vicenda rese alla stampa:

"Sono rimasto sconcertato per le parole del premier nei miei confronti. E' gravissimo che un premier tecnico si sia intromesso in questo modo nelle dinamiche dei partiti".

Una delusione che il presidente del M5S ha esternato anche al presidente della Repubblica in un incontro di un'ora al Quirinale.

La tentazione di uscire dal Governo, ma incombe Di Battista

Cosa si diranno Conte e Draghi è difficile prevederlo. Di certo per l'ex premier torna forte la tentazione di portar fuori il Movimento dalla maggioranza per assecondare una richiesta della base degli elettori e cercare di recuperare disperatamente consenso.

Si tratterebbe in sostanza di un appoggio esterno al Governo, ma anche questa soluzione per Conte potrebbe essere un "trappolone".

Da indiscrezioni pentastellate, anche in quel caso arriverebbe il benservito con Alessandro Di Battista pronto a rientrare a tutto campo nel Movimento nelle vesti di "front-man" da piazze e palco per cercare di reggere il confronto con Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Quel che è certo è che non pace per il M5S dopo il caso Conte-Di Maio, anzi Grillo non solo ha bollato come "storielle" quanto sta accadendo, ma ha provato a scherzare, lanciando però forse un segnale tra le righe:

"Ora proverò a convincere Conte ad andare con Di Maio".

 

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