SUMMIT ALL'AIA

Dal vertice Nato, sì al raddoppio delle spese militari. Trump show: "Vittoria monumentale"

Ribadita la validità dell'articolo 5 del trattato sulla difesa collettiva, ma sparisce l'ingresso dell'Ucraina

Dal vertice Nato, sì al raddoppio delle spese militari. Trump show: "Vittoria monumentale"
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Alla fine la svolta è arrivata: i 32 Paesi dell’Alleanza Atlantica, riuniti ieri all’Aia per il primo vertice della seconda era Trump, hanno deciso di alzare drasticamente l’asticella della spesa militare dopo le continue pressioni del presidente Usa.

Raddoppio spese militari, Trump: "Vittoria monumentale"

Entro il 2035, ciascun membro della Nato dovrà destinare il 5% del proprio PIL: il 3,5% per investimenti strettamente militari, l’1,5 per la sicurezza in senso lato. È più del doppio dell’attuale soglia del 2 e segna il più ambizioso – e, per alcuni governi, gravoso – impegno finanziario nella storia dell'Organizzazione.

"È una vittoria monumentale per gli Stati Uniti, ma anche per l’Europa e per la civiltà occidentale. Penso che sia merito mio", ha esultato Donald Trump in conferenza stampa, trasformando il summit in un suo show.

Il presidente americano, tornato alla Casa Bianca lo scorso gennaio, reclamava da anni un “equo contributo” da parte degli alleati: "Portavamo un peso ingiusto", ha tuonato.

I Paesi Nato rispetteranno l'impegno?

Unico Stato esentato dall’aumento è la Spagna che manterrà la soglia del 2%. Madrid, guidata da Pedro Sánchez, ha bollato il 5% come "incompatibile" con i conti pubblici. Trump non l’ha presa bene e ora annuncia che gli spagnoli pagheranno dazi doppi.

Resta da capire se e come tutti gli altri rispetteranno l’impegno. L’obiettivo del 2 andava centrato entro il 2024, ma diversi Paesi – Italia compresa – sono ancora sotto soglia. Ora l’asticella sale di tre punti, con un quadro macroeconomico incerto e Parlamenti che dovranno ratificare bilanci militari mai visti prima.

Un attacco a uno è un attacco a tutti

Sul piatto politico, durante il vertice, Trump ha confermato la sacralità dell’articolo 5: "Se non lo sostenessi, non sarei qui", ha ribadito.

È il cuore della Nato: un attacco a uno è un attacco a tutti. Ma dall’agenda sparisce la prospettiva di adesione dell’Ucraina. Nonostante un colloquio "molto buono" tra Trump e Volodymyr Zelensky, l’ingresso di Kiev non figura più tra gli obiettivi.

Trump a colloquio con Zelensky

Dopo la sua visita a L'Aja, il presidente ucraino incassa comunque sostegno militare e politico.

Sostegno a Kiev, ma fuori dalla Nato

Al termine del vertice, all'incontro tra Francia, Germania, Italia, Polonia, Regno Unito e il segretario generale Mark Rutte con Zelensky, i leader hanno promesso "pressing sanzionatorio" su Mosca e aiuti alla difesa ucraina.

Il presidente ha poi firmato con il Consiglio d’Europa l’accordo per istituire un Tribunale speciale sul crimine di aggressione.

Meloni e gli altri leader con Zelensky

"L’Aia attende i responsabili.  È necessario che vengano chiamati a rispondere delle proprie azioni. Siamo grati al Consiglio d'Europa per aver assunto la guida di questo processo. La giustizia sarà certamente ristabilita", ha scritto il leader di Kiev su X.

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