Crosetto: "Equidistante da Israele e Palestina. Distinguo Israele dalle scelte del suo Governo, che non condivido"
In Parlamento due diverse mozioni su Gaza. Fuoco di fila dell'opposizione: "Genocidio, governo complice"

Il 21 maggio 2025 la Camera dei Deputati ha vissuto una giornata politicamente densa, incentrata sulla crisi umanitaria a Gaza. La discussione delle mozioni sul conflitto israelo-palestinese ha riacceso tensioni tra maggioranza e opposizione, con momenti di forte impatto emotivo e di chiara presa di posizione da parte dei vari attori politici.
In questo scenario complesso, incalzato dagli avversari, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha voluto precisare la sua linea:
"Mi ritengo amico di Israele come della Palestina e distinguo Israele dalle scelte del suo governo, che non condivido".
L’Aula semivuota, l'elenco di Bonelli
A dare il tono alla seduta è stato Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra), che ha aperto leggendo, visibilmente commosso, un lunghissimo elenco di nomi di bambini uccisi a Gaza. Un gesto simbolico potente, che tuttavia si è consumato davanti a un’Aula desolatamente semivuota: pochi i presenti dell'opposizione, solo una dozzina quelli della maggioranza.
Il Parlamento era chiamato a discutere quattro mozioni sulla situazione in Medio Oriente: una unitaria presentata da Pd, M5S e Avs, una da Italia Viva, una da Azione e una della maggioranza. A fine mattinata, come previsto, è passata solo la mozione del centrodestra, con 166 voti favorevoli, 110 contrari e 8 astenuti.
Bocciate le proposte dell’opposizione, tranne una parziale approvazione a quella di Italia Viva.
Le richieste dell’opposizione
Nella mozione unitaria, le forze progressiste chiedevano un cambio netto nella linea del governo. Bonelli ha sollecitato il ritiro dell’ambasciatore italiano da Tel Aviv, l'imposizione di sanzioni a Israele e il riconoscimento formale dello Stato di Palestina entro i confini del 1967, con Gerusalemme capitale condivisa. Ha denunciato una "pulizia etnica" in corso e ha accusato il governo di "voltare le spalle" ai civili palestinesi.
Anche Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha insistito sulla necessità di riconoscere lo Stato palestinese, seguendo l’esempio di Spagna, Irlanda, Norvegia e — presto — della Francia. “Due popoli, due diritti”, ha affermato, sottolineando che sia israeliani che palestinesi devono essere liberati "dalla trappola dell’odio".
Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha parlato senza mezzi termini di “genocidio”. Ha rivolto un appello ai giovani, dichiarando che esiste un’Italia che non vuole “sporcare il tricolore col sangue dei palestinesi”, promettendo battaglia politica affinché i responsabili di crimini di guerra vengano puniti.
Tutto questo ha un solo nome. pic.twitter.com/NXZC1mtfXw
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) May 21, 2025
La protesta fuori dalla Camera
Intanto, fuori da Montecitorio, si teneva un presidio pro Palestina con la partecipazione di esponenti di M5S e Sinistra Italiana. I manifestanti hanno esposto striscioni come "Stop genocidio", "Cessate il fuoco" e "Auschwitz Gaza", e gridato slogan come “Assassini” e “Palestina libera”.
"Governo #Meloni complice di Israele": il sit-in pro Palestina a Montecitorio con Fratoianni e Conte. "Non ci fermeremo" -
Il Fatto Quotidiano https://t.co/293UmKyryl pic.twitter.com/oRjimZCVIy
— Sinistra Italiana (@SI_sinistra) May 21, 2025
Un’immagine, quella della grande bandiera palestinese appesa sul muretto davanti alla Camera, che ha simbolizzato l’eco esterna di una discussione parlamentare dalle profonde implicazioni morali e politiche.
La mozione, passata, della maggioranza
La mozione della maggioranza, approvata, punta su una soluzione negoziata, con l’obiettivo di stabilizzare Gaza e promuovere una pace duratura basata sulla soluzione dei due Stati. Il documento ribadisce l’impegno a favorire il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas e il ripristino degli aiuti umanitari.
Come detto, la mozione di Italia Viva è stata, invece, approvata solo in parte. I partiti che sostengono il governo, infatti, hanno deciso di votare contro un capoverso del testo, che impegnava il governo "a condannare fermamente, anche in sede europea, il piano di occupazione militare della Striscia di Gaza avanzato da Benjamin Netanyahu, promuovendo azioni diplomatiche volte a far desistere il Governo israeliano dall’attuazione del piano e a trovare una soluzione pacifica". Gli altri punti approvati della mozione di Italia Viva impegnano il governo, tra le altre cose, a rafforzare il contrasto all’antisemitismo e a "favorire lo sviluppo di un’autorità nazionale palestinese moderata".
Il governo Netanyahu sta facendo veramente di tutto per alienarsi le simpatie del mondo, anche di quella parte di esso che nutre sinceri sentimenti di amicizia nei confronti di Israele e che non ha dubbio alcuno sul suo diritto/dovere di esistere, difendersi e vivere in…
— Ivan Scalfarotto 🇮🇹🇪🇺🇺🇦 (@ivanscalfarotto) May 21, 2025
Crosetto e la difesa della linea italiana
Il dibattito ha poi virato sul piano della sicurezza e della difesa, con interrogazioni rivolte al ministro Guido Crosetto, in particolare sul rapporto con Israele e sull’aumento delle spese militari. Alla Camera, Crosetto ha tenuto una linea netta: ha rivendicato la sospensione dell’esportazione di armi italiane verso Israele e il blocco anche delle importazioni, sebbene queste ultime fossero legalmente ancora consentite.
“Ogni materiale esportato non deve essere usato contro la popolazione civile”, ha precisato il ministro, sottolineando che ogni valutazione avviene caso per caso. Crosetto ha chiarito che la sua posizione è “equidistante”: vicino a Israele, ma non necessariamente solidale con le scelte dell’attuale governo Netanyahu.
Il nodo spese militari e il confronto con i 5 Stelle
Altro tema caldo è stato l’impegno dell’Italia a destinare il 2% del PIL alla spesa militare, in linea con le richieste NATO. Crosetto ha avvertito che, al vertice dell’Aja previsto a giugno, si discuterà un possibile innalzamento al 3,5-5%. Tuttavia, ha chiarito che ogni decisione spetta al Parlamento.
Francesco Silvestri (M5S) ha accusato il governo di voler “riarmare” il Paese, trovando un Crosetto pungente:
“Il bilancio lo decide il Parlamento, non io. Se vogliamo porre domande, facciamolo nel rispetto istituzionale”. Più duro Riccardo Ricciardi (M5S), che ha definito il ministro “un lobbista delle armi”, denunciando legami con colossi finanziari come BlackRock.
Il fronte umanitario: aiuti bloccati e accuse pesanti
Il deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra Grimaldi ha aggiunto un ulteriore elemento di denuncia: durante una visita al valico di Rafah ha visto aiuti italiani bloccati da mesi, impediti all’ingresso in Gaza. Ha accusato Israele di voler "sterminare la popolazione palestinese" e ha definito il governo italiano "complice" di genocidio e pulizia etnica.
Lo spaccato nitido del conflitto politico e morale che si consuma in Italia sul tema israelo-palestinese è stato netto. Da un lato, la maggioranza che mantiene una linea diplomatica più moderata; dall'altro, un'opposizione che accusa apertamente Israele di crimini contro l’umanità e pretende un cambio di rotta immediato. In mezzo, la posizione del ministro Crosetto, che cerca di tenere una linea di equilibrio: difendere il diritto alla sicurezza, ma senza giustificare la violazione dei diritti umani.