C'è da correre

Cos'è questa storia del Pnrr in ritardo e che cosa c'entrano gli asili

Rischiamo di perdere 4,6 miliardi dall'Europa per ottenere oltre 264mila nuovi posti e allinearci (finalmente) agli altri Paesi.

Cos'è questa storia del Pnrr in ritardo e che cosa c'entrano gli asili
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Si tratterebbe del più significativo investimento realizzato nel nostro Paese in materia di asili nido e scuole per l'infanzia: settore, peraltro, incapace - al momento - di rispondere alle esigenze delle famiglie nostrane. Il nostro paese garantisce oggi solo al 26,9 per cento dei bambini sotto i 3 anni un posto, a differenza del target europeo del 33 per cento previsto nel 2010.

Parliamo di 4,6 miliardi di euro finanziati dall'Europa, a cui si aggiungono circa 100 milioni messi sul piatto dall'Italia, per ottenere oltre 264mila nuovi posti.

Il condizionale, purtroppo, resta però d'obbligo: siamo in ritardo e rischiamo di "giocarci" questa opportunità.

Pnrr in ritardo: a farne le spese nidi e scuole dell'infanzia

La Corte dei Conti ha riscontrato il "mancato rispetto dell’obiettivo intermedio nazionale (...) evidenziando il rischio che il ritardo accumulatosi pregiudichi l’obiettivo intermedio europeo di aggiudicazione dei lavori, da raggiungersi entro il secondo trimestre 2023".

E ancora:

"E' stato rilevato un ritardo di 4 mesi e mezzo che ha determinato uno slittamento in avanti delle fasi di progettazione e aggiudicazione delle gare per le imprese costruttrici, che ora presentano delle scadenze molto ravvicinate con la milestone europea del 30 giugno 2023 di aggiudicazione dei lavori con il rischio di pregiudicarne il raggiungimento".

Guardando alla realtà di nidi e asili: un progetto su 5 non è ancora approvato in via definitiva e i 42 mila nuovi educatori previsti in molte aree sono introvabili. Insomma, l'opportunità c'è, ma non siamo stati pronti a coglierla (finora). Lo scenario causerebbe frizioni con la Commissione europea e la potenziale perdita dei finanziamenti del Recovery Fund.

I magistrati contabili imputano i ritardi dell'amministrazione pubblica sia ai comuni (che al Sud hanno presentato pochi progetti), responsabili della costruzione dei nuovi asili, sia al Ministero dell'Istruzione, a cui fa capo l'obiettivo del Pnrr. La graduatoria dei progetti comunali ammessi sarebbe dovuta arrivare entro il 31 marzo, ma in realtà - rinvio dopo rinvio - è stata pubblicata solo l'8 settembre.

E adesso c'è da correre

Ora non soltanto c'è da correre, ma non si potrà più accumulare alcun ritardo, altrimenti il rischio sarà di non aggiudicare i bandi e aprire i cantieri entro la fine del prossimo giugno come prescritto dal Pnrr. Nonostante ciò, lanciano l'allarme i magistrati, "non risulta alcuna programmazione di interventi correttivi per recuperare il ritardo accumulato".

Va inoltre considerato che anche le graduatorie pubblicate in cui è stato stabilito quali sono i comuni a essersi aggiudicati i fondi non sono definitive. I magistrati scrivono infatti che solo il 36 per cento dei progetti nuovi è stato confermato, mentre i restanti sono stati ammessi "con riserva".

La Corte dei Conti ha disposto che il Ministero dell'Istruzione pubblichi l'elenco aggiornato di tutti i progetti in essere e nuovi selezionati tra quelli presentati dai comuni, entro 30 giorni, "per superare le criticità segnalate".

E poi c'è il nodo Leps

E i problemi non sono ancora finiti: è infatti necessario raggiungere i Leps ( Livelli Essenziali delle Prestazioni in ambito Sociale): l’Italia si è impegnata a garantire la soglia di copertura del servizio del 33% tra i 3 e i 36 mesi, allineandosi all'Europa. 

Ma l'intervento del Pnrr sembra lontano dal garantire questo obiettivo con soli posti pubblici, il target non viene raggiunto neanche considerando i posti privati, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, Campania e Sicilia in testa. A questi problemi si aggiunge quello (già menzionato) degli educatori: mancanza di personale qualificato e condizioni di lavoro non attraenti e non omogenee nel nostro Paese.

E Valditara corre ai ripari

Immancabile la nota del Ministero dell'Istruzione e del Merito, che sottolinea che "le responsabilità" sono dei predecessori:

"Il ritardo è maturato con riferimento a un cronoprogramma fissato a marzo 2022, ovvero precedente all’insediamento di questo Governo. Da quando è entrato in carica il Ministro Giuseppe Valditara sono state messe in atto le seguenti iniziative, per recuperare il tempo perduto. Sono state proposte norme di semplificazione per consentire ai Comuni di attivare più celermente le gare e per snellire le richieste di pareri preventivi. È in corso di definizione anche un Tavolo di semplificazione d’intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per “sburocratizzare” le procedure di edilizia scolastica."

E ancora:

"È stato previsto, accogliendo una richiesta di Anci e d’accordo con il Mef, uno slittamento della scadenza interna di aggiudicazione dei lavori, dalla data inizialmente stabilita del 31 marzo 2023 al 31 maggio 2023, per una maggiore efficienza in vista della milestone europea al 30 giugno 2023. Il Ministro Valditara si è attivato subito per la definizione, d’intesa con Anci, di un accordo con Invitalia per supportare, con un accordo quadro, i Comuni nelle procedure di gara. È in corso di definizione anche una collaborazione con Consip S.p.a. per la messa a disposizione di bandi-tipo e schemi di capitolati da fornire agli enti locali per l’affidamento delle progettazioni e dei lavori. Inoltre, il Ministro ha attivato un sistema di supporto e accompagnamento, attraverso strutture tecniche del Ministero, in favore degli enti locali e delle scuole per assicurare un costante e capillare sostegno in tutte le fasi di attuazione dei progetti. Sono attivi webinar sia nazionali sia a livello locale, una specifica task force di supporto e linee telefoniche dedicate agli enti locali. Sarà attivato un sistema online che consentirà a tutti i cittadini di seguire l’attuazione degli interventi dei Comuni in base al loro cronoprogramma".

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