verso la proroga

Cosa è lo stato di emergenza e cosa comporta

Attribuisce al governo e alla Protezione civile dei “poteri straordinari” o “speciali”.

Pubblicato:
Aggiornato:

Cos'è lo stato di emergenza? Quando si verificano le condizioni per richiederlo e soprattutto cosa comporta. Dallo scoppio della pandemia facciamo i conti con questo termine e, nelle prossime ore, l'Esecutivo potrebbe prorogare fino al 31 marzo 2021 lo stato d'emergenza nel nostro Paese. Nella pratica, quindi, cosa significa?

Stato di emergenza: cosa è e come funziona

Come spiega il decreto legislativo n.1 del 2 gennaio 2018 (Codice della protezione civile), all'articolo 7 (Tipologia degli eventi emergenziali di protezione civile), lo stato di emergenza viene adottato per tutte le emergenze di rilievo nazionale che devono essere affrontate con prontezza d’intervento e fronteggiate con poteri straordinari:

"Emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall'attività dell'uomo che in ragione della loro intensità o estensione debbono, con immediatezza d'intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo".


 

QUANDO PUÒ ESSERE EMANATO: in Italia gli eventi calamitosi sono classificati in tre tipi in base a estensione, intensità e capacità di risposta del sistema di protezione civile: il tipo A prevede una direzione degli interventi a livello comunale, il tipo B a livello provinciale e regionale, il tipo C a livello nazionale.

Per gli eventi calamitosi di tipo C, come previsto dalla legge n. 225 del 1992 sulla Protezione civile, il Consiglio dei ministri può deliberare lo stato di emergenza nazionale. Viene dichiarato su proposta del presidente del Consiglio.

Può essere dichiarato dal Consiglio dei ministri anche come misura preventiva, ovvero "al verificarsi o nell'imminenza di calamità naturali o eventi connessi all'attività dell'uomo in Italia". Può inoltre essere dichiarato in caso di "gravi eventi all'estero nei quali la Protezione civile italiana partecipa direttamente".

QUANTO DURA E COME PROROGARLO: lo stato di emergenza di rilievo nazionale ha dei limiti temporali precisi. Il Codice della Protezione civile ne definisce la durata: un massimo di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 12 mesi in caso di riconosciuta necessità (due anni in totale). Allo scadere dello stato di emergenza viene emanata un’ordinanza “di chiusura”, che disciplina e regola il subentro dell'amministrazione competente in via ordinaria e quindi il ritorno alla normalità. L'attuale stato d'emergenza può essere quindi prorogato fino al 31 gennaio 2022. L’ipotesi per prorogarlo di altri tre mesi è chiudere lo stato d'emergenza per Covid-19 e aprirne un altro con una motivazione differente, che valga fino al 31 marzo 2022. In alternativa, si può ricorrere a un intervento legislativo ad hoc, che vada a modificare il termine ultimo dello stato d'emergenza.

COSA COMPORTA E I DPCM: lo stato d’emergenza attribuisce al governo e alla Protezione civile dei “poteri straordinari” o “speciali”. Si possono attuare interventi speciali con ordinanze in deroga alle disposizioni di legge, rispettando naturalmente certi limiti, a partire dai principi generali dell’ordinamento giuridico.

I Dpcm (decreti presidenza Consiglio ministri) possono essere emanati solo in stato di emergenza. Dopo la polemica sull’uso/abuso dei Dpcm, si è inserito un emendamento che li “parlamentarizza”: il premier o un ministro devono illustrare alle Camere il contenuto dei provvedimenti da adottare.

Lo stato di emergenza è stato dichiarato il 31 gennaio 2020 dal governo Conte per la durata di 6 mesi (fino al 31 luglio 2020) a causa “del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili (Covid-19)”. In seguito c’è stata una prima proroga fino al 15 ottobre 2020. Sono poi state emanate varie ordinanze, prima dal governo Conte e poi dal governo Draghi, l’ultima delle quali ha portato la proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2021.

Dal Green pass alle mascherine

Per andare nel pratico, facendo esempi concreti, il super Green pass e il Green pass sono misure che sono state adottate in forza dello stato di emergenza. Alla medesima stregua la proroga dello stato di emergenza permette al governo di porre limiti alla libera circolazione dei cittadini sul territorio nazionale o limitare l’ingresso nel Paese da parte di cittadini di altri Stati a rischio.

E ancora: lo stato di emergenza regola anche l'obbligo di mascherine. Un altro dei punti chiave è la possibilità per imprese e aziende di ricorrere allo smart working per ridurre contatti e garantire il distanziamento sociale. Con la fine dello stato emergenziale terminerebbe la procedura semplificata che consente ai datori di lavoro di decidere unilateralmente sul ricorso al lavoro agile.

Seguici sui nostri canali