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Corso pomeridiano di arabo a scuola (finanziato dal Qatar): Fratelli d'Italia dice no, la Lega invece sì

Una quindicina di studenti in una scuola media del Pavese ha deciso, su base volontaria, di partecipare a un progetto extracurricolare dal titolo “Porte aperte all’arabo”. Scintille social e in consiglio comunale

Corso pomeridiano di arabo a scuola (finanziato dal Qatar): Fratelli d'Italia dice no, la Lega invece sì
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Succede in provincia di Pavia, a Dorno. Un corso (facoltativo) di arabo a scuola (in copertina "arabo" scritto col gessetto su una lavagna) diventa ennesimo terreno di scontro politico fra alleati.

Parlano tutti italiano. Ma le loro origini sono diverse, e con esse cresce anche la voglia di scoperta. È così che una quindicina di studenti della scuola media di Dorno ha deciso, su base volontaria, di partecipare a un progetto extracurricolare dal titolo “Porte aperte all’arabo”. Non un corso tradizionale, ma un’iniziativa informale, ludica e inclusiva, nata con l’obiettivo di avvicinare i ragazzi alla lingua e alla cultura araba.

Lega e Fratelli d’Italia si spaccano, in consiglio comunale, sulla questione.

Lega e Fratelli d’Italia divisi sul progetto di arabo a scuola

L’iniziativa, avviata già nel 2018, è frutto dell’impegno gratuito della docente di francese Barbara Airò, che ha messo a disposizione le sue competenze linguistiche per offrire un’introduzione all’arabo. Il progetto è rivolto sia agli studenti italofoni interessati alla lingua per curiosità, sia ai ragazzi di origine araba che vogliono approfondire il legame con le proprie radici, passando dalla lingua parlata in famiglia (spesso un dialetto) a quella scritta.

“La maggior parte dei ragazzi arabofoni sente l’arabo in casa, ma non conosce la forma scritta,” spiega Stefania Bertonati, docente di lingua araba all’Università di Pavia, che supervisiona il progetto. “Attraverso il corso imparano l’alfabeto e la scrittura in corsivo, un primo approccio consapevole alla lingua.”

L’interesse arriva anche da studenti con altre origini.

“Ci sono ragazzi multilingue: tre gemelli, ad esempio, con madre francese e padre italiano, già studiano inglese a scuola e hanno voluto imparare anche l’arabo,” racconta Bertonati. Un progetto che si è arricchito quest’anno grazie alla partecipazione a un bando di ricerca internazionale, “Teaching the Arabic Alphabet to Lower Secondary Heritage and Non-heritage Learners in Italy”, finanziato dalla Qatar Foundation International.

Durante gli incontri, che si svolgono in orario extrascolastico, si affrontano temi culturali e linguistici: i saluti, i numeri arabi, la storia dell’alfabeto introdotto dai Fenici. Nessun riferimento religioso, come precisano gli organizzatori. A fine anno, una giornata dedicata ha tirato le somme dell’esperienza, in vista di una riproposizione nel prossimo anno scolastico, dato l’interesse dimostrato da nuovi studenti.

"Islamizzazione" oppure "cultura"?

Ma non sono mancate le polemiche, soprattutto sui social, dove c’è chi ha parlato di “islamizzazione della cultura italiana”. Commenti del tipo “Siamo ancora in Italia?” o “Perché insegnare l’arabo agli italiani invece dell’italiano agli arabi?” hanno infiammato il dibattito.

Il progetto ha spaccato anche il mondo politico locale. Il vicesindaco di Dorno, Angelo Bosini (Lega), ha difeso l’iniziativa:

“Così si apre la mente dei nostri ragazzi.”

Di parere opposto Michele Raifa, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, che ha annunciato l’intenzione di chiedere chiarimenti alla dirigenza scolastica.

A gettare acqua sul fuoco interviene Giuseppina Bernuzzi, referente dell’associazione “Dalla parte dei leoni – Officina per l’armonizzazione culturale”, che ha collaborato al progetto:

“Durante il corso si parla di usi e costumi, come ci si saluta, cosa si mangia, ma non c’è alcun accenno alla religione.”

Intanto, i giovani partecipanti raccontano di aver aderito con entusiasmo per dialogare meglio con amici di origine araba o per semplice curiosità. “Tutti vorrebbero continuare a studiare l’arabo,” rivela un questionario somministrato a fine corso. E, forse, al di là della polemica, è proprio questa la notizia.

Commenti
Pipolo

In effetti, leggendo i commenti sotto post con argomenti simili a questo, il problema non è mica imparare l'arabo: visti gli errori di ortografia, il problema è imparare l'italiano....

claude

siamo messi bene poi ce ronaldo

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