Legge di Bilancio

Manovra: Centrodestra e Italia Viva dicono no al contributo di solidarietà per i redditi più bassi

Ancora una volta in evidenza l'asse della "maggioranza alternativa". Anche il M5S era dubbioso, Pd all'attacco dei renziani.

Manovra: Centrodestra e Italia Viva dicono no al contributo di solidarietà per i redditi più bassi
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Contributo di solidarietà per il caro bollette. A Draghi non è bastato neanche il tempo di pensarlo e proporlo che già l'idea è stata affossata dal Centrodestra e da Italia Viva.

Per la terza volta nel giro di poco tempo (è accaduto con il Ddl Zan e qualche giorno fa con la Legge anti lobby in Commissione Affari Costituzionali) Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia hanno creato un asse d'intenti con il partito di Matteo Renzi.

Contributo di solidarietà per il caro bollette: idea bocciata

Il contributo di solidarietà, attingendo dii redditi superiori ai 75mila euro, avrebbe fruttato un tesoretto di 250 milioni di euro (probabilmente anche qualcosa di più) a contrasto del caro bollette di luce e gas che si prospetta come un'autentica mazzata per milioni di famiglie con redditi bassi, a partire da gennaio.

Ma il il "progetto solidale" illustrato ieri dal premier in cabina di regia alla maggioranza ha subito fatto sobbalzare il  Centrodestra. Fino alla vera e propria stroncatura arrivata in sinergia con i renziani: tutti hanno interpretato il provvedimento come una sorta di "patrimoniale".

In realtà, anche il Movimento 5 Stelle aveva manifestato più di qualche dubbio, mentre come già dai primi commenti di ieri, Pd e Leu si erano mostrati favorevoli all'idea del premier. Una situazione di impasse che ha portato alla sospensione dei lavori del Consiglio dei ministri per circa mezz'ora.

Alla fine, la proposta di Draghi è stata ritirata.

Contributo di solidarietà, cosa prevedeva

La proposta del premier avrebbe interessato una platea di circa un milione di contribuenti (secondo gli ultimi dati accertati delle dichiarazioni dei redditi nel database nel Mef, il Ministero dell'Economia e della Finanza) e in buona sostanza non si sarebbe concretizzata in una tassa extra per i più abbienti.

Semplicemente, nei confronti di questa fascia di cittadini si sarebbe rinviato loro il taglio dell'Irpef (che avrebbe consentito di avere a disposizione appunto un tesoretto tra i 250 e 270 euro l'anno) previsto dalla riforma delle aliquote.

Queste risorse si sarebbero aggiunte ai 2 miliardi già previsti in un fondo nella manovra di bilancio che a loro volta saranno integrati da uno stanziamento eccezionale di 500 milioni annunciato dal Governo nei giorni scorsi.

Cosa succederà adesso

La marcia indietro di Draghi per tenere unita la maggioranza e salvare il Governo ha avuto il compiacimento di Forza Italia e Lega, mentre il Pd è andato ancora una volta all'attacco di Italia Viva.

Ora però che succederà?

Nonostante la misura sia saltata, sono stati individuati durante il Consiglio dei ministri altri 300 milioni aggiuntivi per arginare l'aumento di luce e gas: risorse, secondo le spiegazioni arrivate in giornata dalle fonti di Governo, individuate nel bilancio dello Stato.

Sarebbe stata questa la mediazione alla quale si è arrivati in Cdm per superare le divisioni delle forze di maggioranza sul contributo di solidarietà.

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